Bolsonaro rompe il silenzio

Il presidente uscente, Jair Bolsonaro, rompe il silenzio dopo la sconfitta elettorale. «Continuerò a seguire la Costituzione», ha affermato Bolsonaro. «Il nostro sogno continua, più vivo che mai», ha detto esprimendosi in una conferenza stampa dal Palacio do Planalto a Brasilia, parlando per la prima volta del risultato elettorale quasi 48 ore dopo la chiusura delle urne che hanno dato la vittoria a Luiz Inacio Lula da Silva.
«Siamo per l'ordine e il progresso. Sono stato sempre etichettato come antidemocratico pur muovendomi dentro la Costituzione», ha aggiunto il leader di destra, sottolineando che «continuerà ad obbedire alla Costituzione». Jair Bolsonaro ha ringraziato «i 52 milioni di elettori che mi hanno votato il 30 ottobre» e parlando dei blocchi stradali ha spiegato che scaturiscono da «un sentimento di indignazione e di ingiustizia per il processo elettorale. Le manifestazioni pacifiche saranno sempre le benvenute ma i nostri metodi non possono essere quelli della sinistra», ha aggiunto.
Al via la transizione
Il governo brasiliano ha accettato di iniziare la transizione con il presidente eletto Luiz Inacio Lula da Silva. Il ministro Ciro Nogueira, capo dello staff di Jair Bolsonaro, ha annunciato che il presidente ha autorizzato «di iniziare la transizione». Noguera ha parlato dopo il discorso di Bolsonaro di meno di tre minuti.
Il processo di transizione «sarà iniziato nel rispetto della legge», ha aggiunto Nogueira, precisando di essere stato autorizzato a rilasciare la dichiarazione dal capo dello Stato. La transizione, ha precisato, comincerà giovedì, quando Lula formalizzerà il nome del suo vicepresidente, Geraldo Alckmin.
Jair Bolsonaro, dopo aver parlato dal palazzo dell'Alvorada, èandato al Tribunale supremo elettorale (Stf). Lo rende noto CNN Brasil.
Le proteste
La Corte suprema federale (Stf)) ha approvato, con la maggioranza dei suoi membri, una risoluzione proposta dal giudice Alexandre de Moraes affinché la polizia federale autostradale (Prf) e la polizia militare statale sgomberino tutti i tratti stradali bloccati da camionisti e manifestanti scontenti per la sconfitta, nel ballottaggio di domenica, del presidente uscente Jair Bolsonaro.
La sessione virtuale per l'approvazione della mozione, riferisce il portale di notizie Uol, è stata aperta dalla presidente della Stf, Rosa Weber, alla mezzanotte scorsa, ottenendo, oltre al voto scontato di Moraes, anche quelli dei giudici Roberto Barroso, Edson Fachin, Gilmar Mendes, Dias Toffoli, Cármen Lúcia e Rosa Weber. Non hanno invece ancora votato Ricardo Lewandowski, Luiz Fux, Nunes Marques e André Mendonça, che hanno tempo fino a stasera per farlo.
Dal momento in cui è stata ufficializzata la vittoria di Luiz Inacio Lula da Silva, tratti stradali in almeno 25 Stati brasiliani e nel Distretto federale di Brasilia sono stati bloccati dai sostenitori di Bolsonaro con pesanti automezzi e pneumatici.
Nella sua risoluzione Moraes ha sottolineato che la situazione ha mostrato inequivocabilmente che la polizia stradale «non ha svolto il suo compito costituzionale e giuridico».
Inoltre si avverte che se l'ordine di sgombero non verrà eseguito, sono previste forti sanzioni finanziarie e personali, fino alla rimozione del direttore generale della Prf, Silvinei Vasques, e il suo eventuale arresto «in flagranza di reato».
Commentando la crisi, la presidente del Partito dei lavoratori (Pt), Gleisi Hoffmann, ha affermato che la responsabilità di risolverla è di Bolsonaro, che però da domenica non si esprime.