Regno Unito

Boris Johnson cacciato dal n. 10, traslocatori avvistati a Downing Street

L'ormai prossimo ex Primo ministro britannico continua a scatenare polemiche per essere (di nuovo) in vacanza – Ma si dice «scioccato» dalla «velocità e brutalità» della sua estromissione
© KEYSTONE (AP Photo/Alberto Pezzali)
17.08.2022 20:16

2019: l’eclettico ex sindaco di Londra, Boris Johnson, stravince le elezioni inglesi e diventa Primo Ministro. Si trasferisce con l’allora fidanzata, dallo scorso anno moglie, nell’iconica Downing Street: la via del potere. I coniugi Johnson si rivolgono dunque alla guru degli interior designer inglesi, Lulu Lytle, per i lavori di ristrutturazione della nuova abitazione, diventata poi una lussuosissima dimora, sicuramente molto chic ma, soprattutto, costosissima. E quache giorno fa a Downing Street sono comparsi i furgoni dei traslocatori. Simbolo del premier britannico uscente.

Lulu Lytle, presente al partygate di BoJo in tempo di COVID

Tra i molti scandali che travolsero l'ex premier inglese, spicca proprio quello legato all'abitazione: il costo dei lavori di riammodernamento è composto da una cifra a cinque zeri. Una somma servita ad arredare la sua residenza londinese con uno stile «granny chic». Affari privati? La fattura erroneamente circolata sulle pagine dei quotidiani britannici rivela che per comprare il nuovo arredamento sono state spese più di 200 mila sterline. Nella lista spiccano su tutti: divani da 15 mila sterline, una lampada da 8.500 e l'arcinota carta da parati dorata da 840 sterline al metro. Quest’ultima (pare) fortemente voluta dalla fidanzata Carrie e, stando al gossip britannico, oggetto di litigio fra lei e l’ormai prossimo ex Primo ministro.

La temuta first Lady

Carrie Johnson, Mrs. Johnson, è un'ex comunicatrice politica. In passato è stata protagonista della copertina di Tatler, il mensile dell’alta società, che ne dipinse un profilo duro: una donna dal fare imperioso che impartisce ordini perentori. Le sue amiche, allora, corsero in sua difesa: «I lavori svolti sono adeguati a un palazzo di una tale importanza. Carrie ha un gusto sopraffino. È classico, di grande effetto e molto elegante. Dovrebbero farle i complimenti, invece di criticarla», dissero di lei attorno alla polemica legata all'appartamento n. 10. Un testimone aveva parlato della volontà di «rimodernare l’arredamento dozzinale» lasciato da Theresa May. Ma le polemiche non sono finite. Per finanziare una parte della «ristrutturazione», Johnson si sarebbe fatto finanziare da «un gentile donatore del partito conservatore». Un'affermazione che aveva scatenato delle proteste, tanto da portare Johnson a dimostrare di essersi pagato da solo i lavori.

Le dimissioni

Il Wallpapergate è stato solo il il primo di una serie di scandali che hanno poi investito a valanga il Primo ministro. Il 7 luglio il premier britannico ha rassegnato le dimissioni. Boris Johnson si è dimesso da leader del Partito conservatore e da premier, dopo che un’ondata di defezioni ha fatto collassare definitivamente il suo governo. L’annuncio è stato ufficializzato in un discorso alla nazione a Downing Street. «Darò tutto il mio sostegno al nuovo leader - ha detto -. Sto per rinunciare al miglior lavoro del mondo, ma nessuno è indispensabile».

La sfida per il nuovo inquilino di Downing Street vede contrapporsi la ministra degli Esteri Liz Truss e l'ex cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak. In una rilevazione pubblicata dall'Observer, Truss raggiunge il 61% dei consensi fra gli iscritti del partito di maggioranza, mentre Sunak arranca al 39%. I due contendenti si stanno affrontando negli ultimi dibattiti di fronte ai membri Tory in vista del gran finale atteso per il 5 settembre, quando sarà annunciato il vincitore dell'elezione interna e quindi il prossimo premier.

BoJo cacciato in tempo record

Intanto Johnson continua a scatenare polemiche anche da premier facente funzioni per essere tornato in vacanza: si è fatto fotografare in spiaggia in Grecia dopo la recente luna di miele con la moglie Carrie in Slovenia. Ma i suoi assistenti descrivono l’ex premier come «scioccato» dalla «velocità e brutalità» della sua estromissione da Downing Street avvenuta, appunto, qualche giorno fa. E, considerato che BoJo potrà portare via dall'appartamento n. 10 solo «le cose pagate di tasca sua», rischia di tornare in voga il vecchio tormentone sui costi di ristrutturazione. Staremo a vedere.