Mercati

Borse, dopo il forte rally prevale l'incertezza

Indici europei in flessione – Pesa lo stallo sul tetto del debito USA – L'inflazione in Gran Bretagna supera le attese: si teme che la Bank of England stringerà ulteriormente la politica monetaria – L'allarme COVID in Cina mette sotto pressione i titoli dei settori moda e lusso del Vecchio continente
© Gabriele Putzu
Roberto Giannetti
24.05.2023 22:30

Seduta di riflessione oggi per le Borse europee. Preoccupa soprattutto il fatto che sul tema del tetto del debito americano i tempi stringono e in assenza di un accordo entro il primo giugno gli States andranno in default. Inoltre, a causare la prudenza degli investitori sono state una serie di notizie che hanno permesso di realizzare delle prese di profitto dopo i forti rialzi degli ultimi mesi, fra cui i rischi per l’economia cinese, alle prese con una nuova ondata di COVID, con l’inatteso bando ai chip di Micron e il dato sull’inflazione britannica, che rinfocola i timori di un lungo periodo di tassi alti. A questo si aggiunge anche l’indice IFO, che si è piazzato al disotto delle attese. Infatti, l’indice sulla fiducia delle imprese tedesche è sceso ad aprile a 91,7, dal 93,4 di marzo. Il dato è peggiore del 93 atteso dagli economisti. In flessione anche l’indice IFO sulle aspettative, sceso dal 91,7 di marzo all’88,6 di aprile, ben al di sotto del 91,6 atteso dal consensus. In chiusura Zurigo ha perso lo 0,89%, Londra l’1,75%, Parigi l’1,7%, Francoforte l’1,92%, Milano il 2,29%.

Preoccupa il rincaro

A livello di inflazione, oggi è stato pubblicato il dato di aprile nel Regno Unito, che è sceso all’8,7% rispetto al 10,1% di marzo. Su base mensile l’incremento è dell’1,2%. Lo comunica l’Office for National Statistics britannico. La crescita dei prezzi si attenua per la prima volta da agosto 2022, anche se a un ritmo più blando rispetto alle speranze degli analisti. Infatti il calo è sotto alle attese: gli economisti interpellati dall’agenzia Reuters avevano previsto che l’inflazione si attestasse all’8,2%.

Il dato aumenta le probabilità che la Bank of England operi un’altra stretta sui tassi già nella riunione del 22 giugno, dopo quella già avvenuta a inizio mese. I trader vedono una probabilità dell’83% che l’istituto di Londra aumenti di 25 punti base il costo del denaro a giugno, ossia dal 4,5% al 4,75%. E forse ulteriori aumenti seguiranno nei mesi successivi. Ne hanno risentito i Gilt decennali inglesi, i cui rendimenti sono in rialzo di cinque punti base al 4,2%. Dopo un avvio fiacco risalgono invece i titoli di Stato dell’Eurozona (il rendimento del BTP italiano scende di due punti al 4,29%) con gli investitori alla ricerca di «porti sicuri» come l’oro, salito a 1.977 dollari l’oncia.

Il virus cinese frena il lusso

Ha tenuto banco negli scorsi giorni l’annuncio di una ripresa della pandemia in Cina. Secondo un esperto, la nuova ondata di infezioni dovrebbe raggiungere il picco a fine giugno, con 65 milioni di casi alla settimana. E come si sa, ormai la Cina rappresenta un mercato importante per i settori della moda e del lusso europei, i cui titoli hanno registrato alcune sedute in calo e in tre giorni hanno bruciato in Borsa circa 60 miliardi di dollari di capitalizzazione. Gli analisti di Deutsche Bank e Morgan Stanley hanno invitato alla cautela su un settore che ha raggiunto valutazioni stellari e che risente dell’ondata di COVID in Cina. LVMH, che martedì aveva perso il 5%, ieri ha ceduto un altro 2,05%. A Zurigo Richemont ha perso il 2,93%, dopo il -3,5% di martedì, e Swatch il 2,61% dopo il -3,9% della vigilia.

L’economia europea tiene

Un piccolo segnale positivo è comunque arrivato dall’Unione europea. «L’economia continua a mostrare resistenza in un contesto globale difficile. Il calo dei prezzi dell’energia, l’attenuazione dei vincoli di fornitura e la solidità del mercato del lavoro hanno sostenuto una moderata crescita nel primo trimestre del 2023, allontanando i timori di una recessione». È quanto prevede la Commissione europea. Secondo le previsioni di primavera, l’economia dell’UE crescerà dell’1% nel 2023 e dell’1,7% nel 2024.