Brè, la funicolare riparte con il peso dell'incertezza

La bella stagione sta tornando (o almeno così sembra) e con essa torna la voglia di stare all’aria aperta. Tra le attrazioni del Luganese che riapriranno ai turisti c’è la centenaria Funicolare del Monte Brè, che sarà nuovamente in attività da domani. Ma è una riapertura con qualche incertezza, in particolare sul rilancio dell’impianto e sui contributi che aspetta di ricevere dalla Città; contributi attorno ai quali, nei giorni scorsi, si è sviluppato un dibattito politico.
Rosso inevitabile?
Ma andiamo con ordine. Nel 2016 il Municipio ha chiesto al Consiglio comunale di stanziare un credito di 1 milione di franchi per investimenti strutturali nei quattro anni successivi e di approvare una convenzione che prevedeva un contributo annuale di 375 mila franchi per dieci anni. Contributo ritenuto necessario per la società in questione, che altrimenti «si troverebbe costantemente in rosso», come spiegava il Municipio stesso nel 2016. Un rosso inevitabile? Difficile dirlo. Soprattutto, come evidenziavamo già sette anni fa, se si considera quanto fatto dalla funicolare all’estremo opposto del golfo, quella del San Salvatore, che riesce a stare in piedi e attirare molti turisti in vetta (250 mila nel 2021 contro i 171 mila della Monte Brè, la cui cima tuttavia può essere raggiunta anche con mezzi pubblici e privati) nonostante non riceva regolarmente dei contributi pubblici (la Città nel 2021 le ha versato 221 mila franchi per i lavori di messa in sicurezza della linea ferroviaria).
Pareri contrastanti
La tesi secondo cui nella gestione della funicolare del Brè si possa fare molto meglio, è stata sostenuta durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, quando da più parti è stato denunciato un certo «immobilismo» nel valorizzare questa attrazione. Il plenum, in quell’occasione, avrebbe dovuto votare sulla conferma del contributo annuo che la Città versa alla Funicolare per un periodo di dieci anni, ma proprio la durata del sostegno ha creato discussioni. Pur dicendosi favorevole alla conferma del contributo, la maggioranza della Commissione della gestione ha lamentato una scarsa determinazione, da parte della società di gestione, nel concretizzare quel piano di rilancio presentato nel 2021 proprio su richiesta del Legislativo. Alla luce dei fatti, la Gestione ha espresso la sua volontà di ridurre da dieci a cinque anni la durata della convenzione e del relativo contributo, chiedendo al Municipio e alla Funicolare una relazione sulla messa in atto della strategia di sviluppo. Alla fine però, anche in seguito a una discussione su un prestito (o una fidejussione) di 1,6 milioni per finanziare la sostituzione della carrozza sul secondo tratto, il voto è stato rinviato.
Puntare sulla ristorazione
In attesa del prossimo dibattito in Consiglio comunale, abbiamo fatto il punto con il municipale responsabile del turismo Roberto Badaracco, che ritiene ingeneroso parlare di immobilismo nel rilancio della funicolare e della vetta. «Gli sforzi messi in atto negli ultimi anni hanno prodotto notevoli risultati: i passeggeri della funicolare sono aumentati costantemente rispetto ai lustri precedenti, e questo dà ragione alla strategia di marketing e turistica promossa dalla Funicolare assieme alla Città». Badaracco, comunque, riconosce che c’è ancora del lavoro da fare, del potenziale da sfruttare, in particolare facendo leva sulla ristorazione. In questo ambito, come suggeriva uno studio promosso tempo fa dalla Città stessa, servirebbe un approccio diverso, basato su una strategia precisa e non lasciato alle scelte dei singoli gestori. «I due ristoranti presenti in vetta dovrebbero essere complementari – spiega sempre il vicesindaco – e potrebbero anche avere uno spazio per la vendita di souvenir e altri oggetti che richiamino l’esperienza sul Brè». Badaracco poi fa un passo in più: «Per la Funicolare sarebbe importante assumere la gestione del Ristorante Vetta (quello con il terrazzo panoramico più ampio, ndr) in modo tale da comporre un’offerta nell’insieme maggiormente attrattiva». Per il resto, lo studio invitava a «sviluppare la salita come esperienza turistica, iniziando a coinvolgere, suggerire e accompagnare le persone già alla stazione FFS, oppure al parcheggio, o in ogni caso in città, attraverso un concetto di follow the flow (segui il flusso, ndr) a piedi, in bus, in bici o in battello».