«Bucarest al timone del Consiglio dell’UE si farà valere»

Terminato il periodo di presidenza della Bulgaria, e quello successivo dell’Austria (che è ormai agli sgoccioli), il primo gennaio 2019 il timone del Consiglio dell’UE sarà nelle mani della Romania. Proprio ieri, mercoledì, il capo del Governo di Bucarest Viorica Dancila, incontrando il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker,
ha affermato di voler dare vita a «Una presidenza dell'UE ambiziosa, ma anche realistica. Ambiziosa perché vogliamo riuscire a chiudere più dossier possibili, realistica perché l'UE ora è divisa e sarà nostro compito promuovere il consenso tra i 28». Ma quali sono le sfide che si pongono alla Romania alla presidenza del Consiglio dell’UE? E quale ruolo può giocare Bruxelles nel rilanciare le quote della Romania, da anni, ormai, nell’occhio del ciclone per problemi legati alla corruzione nelle istituzioni e per le turbolenze di piazza contro l’incapacità della classe politica di saper riformare la Giustizia? Ne abbiamo parlato con la console onoraria di Romania a Lugano, Marinela Somazzi-Safta.
Dal primo gennaio 2019 Bucarest (dopo Sofia e Vienna) avrà la responsabilità della conduzione del Consiglio dell’UE. Cosa potrà dare di positivo la Romania all’Unione? E che cosa pensa l’Unione possa, soprattutto, dare alla Romania?
«Condurre il Consiglio dell’UE è una grossa responsabilità ed è una delle più stimolanti sfide che si possono presentare al mio Paese. È un compito per il quale è necessario che si uniscano in uno sforzo comune, sinergico, le menti e le competenze dei rappresentanti scelti fra tutti i colori politici per formare la squadra “del tricolore romeno”. La Romania affronterà unita il programma, mostrerà capacità di coesione e dedizione della sua appartenenza all’Unione europea. Questo è il segnale più coerente e più positivo che la presidenza di turno della Romania lancerà al Consiglio dell’UE. La Romania intera si attende che l’Unione le dia il giusto riconoscimento per i progressi compiuti in tutti i campi e che smetta di considerare che i paesi che ne fanno parte funzionino a velocità diverse. In particolare si chiede di non più percepire la Romania nella zona della «seconda velocità!» Bisogna che nell’UE si completi il quadro globale di un Paese effervescente, carico di opportunità e con il ritmo di crescita economica più forte dell’Unione. Se persiste la percezione di una nazione di secondo ordine, ciò è dovuto alla denigrazione messa in atto da alcuni politici attivi a Bruxelles, e purtroppo pure dal presidente. Non è accettabile per me che persone alla guida del mio Paese, oppure che lo rappresentano all’estero, affermino beffardamente che la Romania non sarà in grado di condurre la presidenza di turno. Klaus Iohannis rimediò qualche giorno dopo, ormai nel quasi silenzio della stampa, dicendo che invece sì, con un po’ di buona volontà, si porterà a buon fine la presidenza. Per me non è il modo giusto di giocare un ruolo politico e ciò non è per nulla costruttivo. I fini di queste persone sono di rendere disservizi gratuiti ad un Paese che si merita riconoscimenti a 360 gradi. Naturalmente c’è molto spazio per migliorare, per rimediare a mancanze che tutti i paesi lamentano».
L’incarico della presidenza inizialmente affidato al giovane ministro Victor Negrescu (dimissionario) è passato nelle mani di George Ciamba, un diplomatico dalla considerevole esperienza. Pensa che ciò possa contribuire a dare una nuova immagine alla Romania, da troppo tempo nell’occhio del ciclone per gli scandali della “Tangentopoli” e per le lotte politiche in seno ai socialdemocratici al Governo?
«Il Paese gode di buona salute, ma ha un po’ di mal di testa! Questa storia di urlare ai quattro venti quanto è corrotto il romeno, dal portiere d’albergo al medico, dal funzionario pubblico al politico, sembra essere diventato uno sport internazionale. Basta per favore! Abbiamo visto e vissuto l’esperienza “mani pulite” in Italia e non mi pare che Germania, Francia o i Paesi Bassi brillino di ‘pulito’ da tutti gli angoli. In Romania si ë arrivati a processi e sentenze assurde per una tavoletta di cioccolato offerta ad un funzionario pubblico! Sotto la conduzione della famosa procuratrice anti corruzione Laura Codruta Kövesi, ormai rimossa dall’incarico, si sono fabbricati requisitorie e si sono mandate persone nelle mani della giustizia con prove costruite dai procuratori. Invece le cosiddette lotte politiche tra partiti e nei partiti non sono appannaggio soltanto dei miei connazionali, sono all’ordine del giorno un po’ ovunque. In questo campo non sono certo i romeni a primeggiare nell’UE. Che sia chiaro, veramente lo sento profondamente, non sono né la corruzione, ne i pasticci in seno ai partiti oppure gli scontri tra avversari o nemici politici che contraddistinguono la Romania. Abbiamo molto altro di cui andare fieri. Sono i politici irresponsabili e i mass media di parte che non di rado rappresentano in modo distorto e propagandistico la realtà per tirare l’acqua al proprio mulino. Ben venga un diplomatico come George Ciamba che tenga il timone dritto fra le correnti! C’è bisogno di lavorare fianco a fianco, non di colpi nei fianchi! Deve essere chiaro che la presidenza di turno del Consiglio dell’UE appartiene alla Romania e ai rappresentanti del Governo nelle rispettive percentuali, non a uno o ad un altro partito politico. Sono sicura che durante l’adempimento dei suoi sei mesi di presidenza, George Ciamba affiancherà e guiderà un gruppo di colleghi competenti. Non credo si possa compiere una missione, navigare con ‘una ciurma di marinai indisciplinati e mugugnosi a oltranza’. Pare che Victor Negrescu, che avrà avuto le proprie ragioni per dimissionare, abbia portato avanti un bel lavoro d’organizzazione alla presidenza del Consiglio dell’UE, cosa che sicuramente faciliterà il prosieguo di quello dei colleghi».
La riforma della Giustizia sembra essere il tassello centrale che negli ultimi anni ha portato sulle strade centinaia di migliaia di manifestanti in tutto il Paese. L’allarme è rientrato? Con la presidenza rumena del Consiglio dell’UE vi sarà un’accelerazione alla soluzione dei problemi?
«La voce della strada è un modo di sentire il polso di una nazione, è la prova che la libertà di opinione è rispettata. Mi auguro che si capisca però che non è la strada che dirige un Paese, che non è sbraitando slogan volgari o incitando alle violenze che si cambi ciò che non conviene ad alcuni. La riforma della Giustizia in sé non ha portato gente competente in strada. Le persone sono uscite rispondendo ad appelli nei quali hanno creduto. Ma il fenomeno ormai è in forte calo. Le persone si rendono conto che un Governo eletto democraticamente, in un Paese dove deve regnare lo Stato di Diritto, sarà cambiato con leve altrettanto democratiche come sono le (nuove) elezioni. Non, invece, usando forze oscure e disordinate sostenute da dubbiosi intenti. Nel caso della riforma della Giustizia bisogna capire che è la Corte Costituzionale Romena (CCR) che ha chiesto gran parte di tali modifiche. Sempre la Corte decreterà se le modifiche proposte o adottate dal legislatore, che è il Parlamento, sono costituzionali oppure no. Mica la strada. L’allarme non rientrerà facilmente se non si ritira il Meccanismo di Cooperazione e di verifica e se anche la Commissione di Venezia viene sistematicamente disinformata. Bisogna notificare cosa non va in tale riforma, non criticarla in modo sterile! Nessuno di questi enti prende una posizione chiara sulla torbida storia dei protocolli tra i Servizi d’Informazione e i vari settori della Magistratura. Illegali, abusivi, segreti, in base ai quali si sono compiuti uno dopo l’altro atti di gravissima ingiustizia nel nome della Giustizia. Un vero paradosso! Voglio tanto credere che durante la presidenza romena del Consiglio dell’UE si chiariscano i veri intenti con la riforma della Giustizia e soprattutto si rispettino le volontà decisionali del Legislatore e del potere di verifica dalla Costituzione. Soprattutto mi auguro che i dirigenti dell’UE si concentrino e colgano le informazioni da tutte le fonti se davvero si desidera accelerare la soluzione dei problemi in Romania. Sono sicura d’altronde che nel mio Paese esistono risorse eccellenti per risolvere i problemi. Non abbiamo bisogno di aiuti per sbagliare!’. Grazie, sappiamo fare da soli anche questo ... è tutta esperienza, serve per diventare forti».