Lugano

Carovita: niente aiuto extra

Bocciata la proposta di un aiuto una tantum ai ceti medio e basso per affrontare i rincari
©Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
19.12.2022 22:58

Che tante famiglie luganesi, di fronte al caro bollette, al caro cassa malati e a tutti gli altri «cari» abbiano bisogno di un aiuto aggiuntivo, è un principio abbastanza condiviso tra le mura di Palazzo civico. È il come applicarlo che fa discutere. E non da stasera. Ma questa sera, in Consiglio comunale, mentre fuori dalla finestra brillavano le luci dei mercatini, il dibattito è stato intenso. Ruotava attorno a una proposta di modifica del Preventivo 2023 (il cui disavanzo di 5,3 milioni ne nasconde uno strutturale di 19,4) portata avanti da PS, PC, Verdi e Centro: versare un contributo una tantum, solo per l’anno prossimo, a favore dei ceti medio e basso, mettendo a disposizione un budget di 5 milioni. Niente da fare: l’emendamento è stato respinto con 30 voti contrari (18 i favorevoli).

Colti in contropiede

Secondo i calcoli del blocco rosso-verde-azzurro, i rincari per una famiglia di quattro persone possono essere quantificati, su base annua, in oltre 1.000 franchi per i premi della cassa malati, 150 per l’elettricità e 600 per chi ha il riscaldamento a gas (ma non va meglio a chi è provvisto di termopompa o riscalda ancora con l’olio combustibile). Senza dimenticare i circa 100 franchi in più per l’acqua potabile (qui la crisi globale non c’entra, ma tant’è) e l’ulteriore centinaio che un’economia domestica media dovrà versare in più fra due anni con il previsto aumento del moltiplicatore. Cattive notizie attivate tutte in un arco di tempo relativamente breve. «I cittadini sono stati colti in contropiede da questa situazione - scrivevano i promotori dell’aiuto straordinario - e non hanno avuto il tempo per mettere in campo le misure necessarie ad assorbire lo choc finanziario: per questo hanno bisogno di un aiuto concreto ora, in questi mesi in cui il rincaro risulta più gravoso». Una domanda chiave è se questa misura sia sostenibile per le casse comunali. «So che ci sono preoccupazioni in tal senso - ha osservato Lorenzo Beretta Piccoli del Centro - ma i conti danno la flessibilità necessaria per assorbire un’uscita aggiuntiva di 5 milioni». Senza dimenticare che Lugano, come sottolineato nella proposta di emendamento, «incassa annualmente quasi 17 milioni legati alla produzione ed alla distribuzione di energia», soprattutto grazie ai dividendi delle AIL.

La promessa

Poi hanno preso la parola i contrari. «Che la situazione non sia facile per molte famiglie è un dato di fatto - ha premesso il democentrista Alain Bühler - ma questa proposta non può essere la risposta. Si parla infatti di versare contributi a un gruppo di cittadini indefinito, del quale non si conoscono le reali condizioni economiche. Così si rischia di spargere milioni in modo disordinato. Checché se ne dica, in questa città nessuno è abbandonato a se stesso, e chi più ne ha bisogno, su richiesta, può già avere un aiuto tramite il Regolamento sociale comunale». «Con questo emendamento - ha stimato il leghista Lukas Bernasconi - ogni contribuente riceverebbe circa 100-120 franchi. E tutto ciò a fronte di un grande lavoro amministrativo per capire chi ha diritto e chi non ha diritto, e per inviare i soldi. In definitiva il ceto medio, che si vorrebbe aiutare, si troverebbe a pagare imposte più salate a causa di questa misura: il classico gatto che si morde la coda». Uno dei più critici sull’assegno una tantum è stato il sindaco Michele Foletti: «Ogni proposta di emendamento è legittima, ma non tutte sono intelligenti e opportune in certi momenti. E un emendamento che raddoppia il disavanzo d’esercizio ci obbliga a indebitarci ulteriormente, esponendoci così ai tassi d’interesse in aumento (le relative spese, nei prossimi quattro anni, rischiano di salire da 12 a 21 milioni all’anno, ndr) e questo significa ipotecare il futuro». Non si è fatta attendere la replica di Carlo Zoppi, fra i promotori dell’aiuto straordinario. «Non capisco con quale Michele Foletti sto parlando. Con quello che dice che va tutto male, o con quello che ci chiede di approvare un Preventivo con un aumento degli investimenti e delle spese per il personale?». Spese, queste ultime, che il base al nuovo piano quadriennale dovrebbero salire dai 160 milioni del 2023 ai 167 del 2026, principalmente per il riconoscimento del carovita. Per quanto riguarda gli investimenti, il sindaco ha fatto un rimprovero alla Commissione della gestione: non aver analizzato le priorità assegnate dal Municipio ai vari progetti. Come a dire: nei prossimi anni bisognerà fare delle scelte e tutta la politica deve assumersene la responsabilità. «Comunque - ha concluso il sindaco a proposito degli aiuti sociali- posso assicurare che Lugano non lascerà indietro nessuno».