Carri armati turchi entrano in Siria

BEIRUT - Torna a salire la tensione fra la Siria e la Turchia, con Damasco che denuncia oggi l'ingresso per la seconda volta in due mesi di carri armati turchi sul proprio territorio e minaccia di reagire "con ogni mezzo a disposizione".
E ciò mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan annuncia che le forze di Ankara allargheranno le proprie operazioni nel nord della Siria per combattere "il terrorismo". Cioè l'Isis ma anche le milizie curde alleate degli Usa.
Nel frattempo, al terzo giorno di una tregua proclamata dalla Russia ad Aleppo, non è ancora cominciata l'evacuazione di civili o miliziani ribelli feriti e non affluiscono aiuti per la popolazione, con le parti che si scambiano accuse di boicottare l'operazione umanitaria.
I miliziani trincerati nella parte orientale della città "impediscono la consegna di aiuti" e "l'evacuazione della popolazione civile", ha detto la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, affermando che "i terroristi di varie unità continuano a tenere in ostaggio i civili". Un responsabile dell'Onu, che ha parlato con l'agenzia Ap, ha confermato che gli insorti bloccano l'evacuazione ma perché, a loro avviso, sono i russi e le forze governative siriane ad impedire l'accesso di aiuti medici e rifornimenti umanitari.
Se i bombardamenti aerei sono per il momento interrotti ad Aleppo, altrettanto non avviene per altre regioni della Siria controllate dagli insorti. In particolare nella provincia di Idlib, più a ovest. Qui, secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), 24 civili, fra i quali quattro bambini, sono stati uccisi e 70 feriti tra ieri e oggi in raid russi e governativi.
L'ingresso di carri armati turchi in territorio siriano, secondo l'alto comando delle forze armate di Damasco, è avvenuto nel nord della provincia di Aleppo, dove si affrontano formazioni ribelli filo turche, l'Isis e le cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf) a maggioranza curda, sostenute dagli Usa. Un comandante delle Sdf, Ahmad Araj, ha confermato all'agenzia Ap che i carri armati hanno varcato il confine vicino alla città di Marea.
Quasi contemporaneamente, il presidente Erdogan annunciava che le forze di Ankara avrebbero allargato le loro operazioni per entrare in città come Al Bab e Manbij, e in futuro partecipare anche ad un'offensiva per strappare Raqqa all'Isis. "Dobbiamo preparare un'area libera dal terrorismo", ha affermato Erdogan, riferendosi sia allo Stato islamico sia alle forze curde dell'Ypg, legate al Pkk turco, che vuole l'indipendenza delle regioni curde della Turchia. Questa settimana l'aviazione turca ha bombardato a più riprese postazioni delle milizie curde a nord di Aleppo.
Ogni presenza di forze turche in Siria, hanno avvertito i vertici militari siriani, sarà considerata come "un'occupazione" e verrà affrontata con tutti i mezzi a disposizione. La dirigenza di Ankara, aggiunge il comando delle forze armate, sarà responsabile per "le pericolose conseguenze" delle sue decisioni.