Svizzera

Carte prepagate ai richiedenti asilo: non tutti i cantoni sono convinti

Ad assumere un ruolo pionieristico sarà in particolare la Svizzera centrale: a Zugo, si prevede che tra i 200 e i 400 richiedenti asilo riceveranno una carta prepagata a partire dall'inizio del 2026 – Un progetto pilota è stato avviato pure a Svitto, con le prime carte distribuite dal prossimo gennaio
© CdT / Gabriele Putzu
Ats
23.11.2025 09:21

Di recente, diversi cantoni hanno creato un quadro giuridico per l'introduzione di carte prepagate per i richiedenti asilo. Altri hanno annunciato dei progetti pilota. Tuttavia, c'è chi ha rinunciato, poiché i vantaggi sono controversi.

Offrire ai richiedenti asilo credito su carte di debito, anziché contanti, è un approccio in discussione in vari cantoni. Questi individui sono infatti spesso costretti a versare denaro a organizzazioni politiche o religiose in patria, oppure a reti di trafficanti di esseri umani. I sostenitori dell'idea ritengono che queste carte potrebbero impedire tale fenomeno.

Gli oppositori della proposta avvertono invece che le persone interessate, già in una situazione difficile, sarebbero ulteriormente stigmatizzate e discriminate. Sottolineano inoltre che l'uso improprio di denaro è possibile anche tramite carte prepagate.

Ad assumere un ruolo pionieristico sarà in particolare la Svizzera centrale. A Zugo, si prevede che tra i 200 e i 400 richiedenti asilo riceveranno una carta prepagata a partire dall'inizio del 2026, su cui il cantone caricherà i contributi. I prelievi di contanti saranno limitati e i trasferimenti internazionali bloccati. Un progetto pilota è stato avviato pure a Svitto, con le prime carte distribuite dal prossimo gennaio.

A metà settembre, il Gran Consiglio del canton Berna ha da parte sua gettato le basi giuridiche per l'introduzione della novità. Tuttavia, il dossier dovrà superare una seconda lettura nella prossima sessione primaverile. Anche ad Argovia si stanno compiendo progressi. Il legislativo ha approvato per 74 a 59 una mozione di UDC e PLR per l'emissione di carte personalizzate.

Sul tema, i lavori sono già stati avviati anche a Nidvaldo, Turgovia, San Gallo e in Vallese. Al contrario, cantoni quali Basilea Città, Obvaldo, Soletta e Zurigo hanno respinto una proposta simile. Altrove, vedasi nei Grigioni, non se ne è ancora discusso.

In Romandia, a Neuchâtel i richiedenti asilo utilizzano già da diversi anni una carta PostFinance per ricevere l'assistenza e un cambiamento di sistema non è al vaglio. La questione non è stata fin qui affrontata a Vaud e a Ginevra, mentre il Giura ha bocciato una mozione dell'UDC. No pure dal legislativo friburghese, preoccupato dai costi alti a fronte di prestazioni limitate.

Il panorama è quindi eterogeneo. In ogni caso, le raccomandazioni relative all'introduzione delle carte dovrebbero essere emanate dalla Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS).

Nell'autunno del 2024, il comitato direttivo della CDOS ha votato all'unanimità contro la proposta. Questa posizione rimane invariata, nonostante le numerose nuove iniziative in diversi cantoni, ha confermato un portavoce a Keystone-ATS.

Questo perché gli abusi non sono da escludere nemmeno con le carte. Inoltre, gli aiuti per l'asilo sono già molto limitati, ha affermato la CDOS: ai beneficiari restano solo modeste quantità di denaro da spendere. Si prevedono peraltro oneri finanziari e amministrativi significativi, non solo per l'introduzione, ma anche per il funzionamento continuo delle prepagate. Infine, tale mezzo di pagamento dovrebbe essere ampiamente accettato dai commercianti al dettaglio.

La questione è da tempo di attualità anche a livello federale. Nel settembre dello scorso anno, il Consiglio nazionale ha approvato un postulato che chiedeva di esaminare l'introduzione su scala nazionale delle carte di debito per i richiedenti asilo.

Lo stesso è successo al Consiglio degli Stati. Poiché i cantoni sono responsabili delle erogazioni, al Consiglio federale è stato domandato di chiarire in che modo potessero essere supportati.

Tuttavia, in un rapporto pubblicato a giugno, il governo ha evidenziato che i cantoni sono gli unici competenti in materia di distribuzione dell'aiuto sociale. La Confederazione non ha quindi né il diritto di emanare direttive, né di esercitare una vigilanza. Non è neanche necessaria una modifica di legge per consentire ai singoli cantoni di introdurre le carte.