Sanità

Cartella informatizzata del paziente: «Ottenuta la certificazione in Ticino»

Previsto da una legge federale, il fascicolo medico digitale ha compiuto i passi necessari per la sua introduzione a livello cantonale – Carlos Garcia: «Abbiamo concluso un progetto pilota nelle sedi ospedaliere EOC di Mendrisio e Lugano» – La pratica però fatica a prendere piede
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Francesco Pellegrinelli
16.06.2023 06:00

Visite mediche a distanza tramite tablet, smartphone o computer. La sanità segue il corso della digitalizzazione e diventa sempre più telemedicina. L’interazione tra medico e paziente, su alcune pratiche, si automatizza, secondo una tendenza oramai diffusa in ogni ambito economico e sociale. Così anche nel sistema sanitario ticinese. Non a caso, la digitalizzazione rappresenta un asse portante del piano strategico dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC). Lo ha spiegato a chiare lettere il direttore generale, Glauco Martinetti, nel recente bilancio annuale. In quest’occasione i vertici dell’Ente hanno annunciato alcune novità che presto entreranno nell’offerta ospedaliera e che permetteranno ai pazienti di interagire direttamente con i medici a distanza.

Cronistoria medica

Tra i processi di trasformazione digitale che toccano la sanità, la cartella informatizzata del paziente (CIP) rappresenta senza dubbio un primo e fondamentale passo, sancito peraltro anche dalla Legge federale. L’idea è intuitiva e consiste nella creazione di un fascicolo sanitario digitale che consente di disporre in tempo reale di tutte le informazioni sulla sfera sanitaria del paziente. Certificato di vaccinazione, trattamento farmacologico del paziente, allergie o ancora il rapporto di dimissione dall’ospedale. Tutto con un click, attraverso l’accesso da qualsiasi dispositivo informatico. Uno strumento che però solleva immediatamente anche il tema della privacy e della sicurezza dei dati. Oggi, in Ticino, a che punto siamo con il progetto? Il paziente dovrà aderirvi obbligatoriamente? Sarà gratuita e quali vantaggi dovrebbe comportare? Domande che abbiamo girato a Carlos Garcia, presidente di e-Health Ticino, l’associazione incaricata di implementare il progetto a livello cantonale.

«A fine 2021 abbiamo ricevuto la certificazione del sistema informatico impiegato in Ticino. Da marzo a luglio 2022 sono stati testati alcuni dei membri della comunità di riferimento che hanno aderito al progetto, ossia l’EOC, le cliniche private, l’Ordine dei farmacisti, l’Ordine dei medici, le case anziani (ADICASI). Dopodiché - prosegue Garcia - è partito un progetto pilota nelle sedi ospedaliere di Mendrisio e Locarno per testare l’ingresso dei pazienti nel sistema». Da questa esperienza, che ha portato alla creazione di oltre 500 cartelle informatizzate, è nato un rapporto consegnato al DSS e alla direzione generale dell’EOC. «Dal rapporto è emerso che i pazienti si attendono un’integrazione maggiore tra i singoli sistemi informatici impiegati da ospedali, medici ambulatoriali, cliniche e case anziani e la cartella informatizzata stessa. Per evitare che ogni documento sanitario debba essere caricato sulla CIP manualmente». Ogni paziente è infatti libero di caricare i documenti in formato elettronico rilasciati dalle strutture sanitarie, «ma sarebbe più comodo se ci fosse un’integrazione tra i sistemi e che ciò avvenisse in maniera automatica».

Nel frattempo, a livello federale è stata promossa una revisione della Legge sulla cartella informatizzata (LCIP). Tra gli aspetti che la revisione vorrebbe correggere emerge la questione dell’adesione alla cartella: «Oggi è il paziente che deve chiedere l’apertura del fascicolo sanitario. In futuro si vorrebbe che ciò avvenisse automaticamente e che l’uscita fosse su richiesta». Secondo Garcia una correzione di questo tipo potrebbe garantire una maggiore diffusione della pratica.

Identità elettronica e costi

Tra gli aspetti critici su cui la revisione vorrebbe intervenire c’è poi la questione dell’identità elettronica (ID-e), condizione preliminare per la creazione di una cartella informatizzata sicura. «Oggi in Svizzera sono tre le aziende che hanno diritto di fornire un’identità elettronica per accedere alla CIP», commenta Garcia, per il quale tuttavia la creazione di un ID-e statale, sotto il controllo di Berna, potrebbe favorire l’uso e la diffusione della cartella, anche contro le resistenze culturali che ancora oggi esistono sul tema.

Che cosa dire, invece, dei costi? «In teoria, l’apertura della cartella dovrebbe essere gratuita. Il costo dell’identità elettronica al momento viene ribaltato su chi fornisce il servizio. In futuro, la questione resta aperta, anche se di base il principio vuole che la cartella informatizzata per il cittadino sia gratuita»

Nel settore stazionario (ospedali e cliniche) la CIP è obbligatoria dal 2020. In quello ambulatoriale, invece, esiste un obbligo dal 2022, ma solo per le case anziani e per i nuovi studi medici che aprono un’attività sul territorio. Queste strutture - spiega Garcia - devono firmare un contratto di affiliazione con una comunità di riferimento certificata, come per esempio e-Health Ticino. «Il problema è che sono tenuti a firmare un contratto di affiliazione, ma non sono obbligati a usare la cartella». La legge, infatti, non ha reso obbligatorio l’ambito ambulatoriale, commenta Garcia. «Ma affinché la cartella funzioni davvero, tutte le strutture dovrebbero aderirvi obbligatoriamente, non solo ospedali e cliniche, altrimenti viene meno il principio stesso della cartella, ossia la condivisione allargata dei dati». Oggi in Svizzera esistono otto comunità di riferimento, tra cui e-Health Ticino. Nel nostro cantone, spiega Garcia, sono attive anche altre comunità, come quella dei medici AD Swiss, o ancora la comunità Abilis dei farmacisti Ofac. «Per quanto i sistemi informatici utilizzati da queste comunità siano in grado di «parlarsi», forse sarebbe stato più opportuno averne solamente una a livello federale», conclude Garcia.  

L'Ente ospedaliero testa le visite virtuali: «Casistica ristretta»

Sarà online tra settembre e ottobre e consentirà al paziente di ricercare il contatto del medico curante attraverso le patologie e di avere una prima visione delle terapie. Parliamo del nuovo sito dell’Ente ospedaliero cantonale. «La sua fruizione sarà semplice e i contenuti modificati costantemente in funzione delle esigenze», commenta Marco Bosetti, capo area informatica dell’EOC. «La svolta digitale è importante per recuperare efficienza anche in ambito ospedaliero».

Tra le novità dell’Ente va poi menzionata la nuova app Insieme EOC. «Sarà uno strumento di relazione tra l’EOC e il paziente. Bosetti spiega che il suo impiego sarà destinato a una cerchia ristretta di pazienti: «Conterrà dei formulari pre e postoperatori, attraverso i quali il medico curante potrà seguire il paziente a distanza». L’EOC parla di «nuova modalità di interazione tra ospedale e paziente. «Ci sono formulari per i disturbi del sonno e per la terapia del dolore». Strumenti che non escludono le modalità di interazione classiche come il telefono, chiosa ancora Bosetti.

Tra gli ambiti su cui l’EOC sta lavorando vanno poi menzionate anche le visite virtuali: «Gli strumenti di videoconferenza permettono già un’interazione di questo tipo», premette Bosetti. L’EOC al momento sta valutando un’eventuale integrazione delle visite virtuali, partendo da una casistica ristretta, ossia la visita preoperatoria di anestesia e le visite di pazienti con patologie nefrologiche. «Stiamo testando questa modalità di interazione: a Lugano per la nefrologia, a Mendrisio per l’anestesia. Per un bilancio definitivo dovremo ancora attendere e capire il grado di soddisfazione di medici e pazienti. Il contatto visivo facilita molto l’interazione con i pazienti cronici, consentendo di seguire la convalescenza a distanza e a intervalli regolari».