Casinò di Campione: destituito l'amministratore

Avvicendamento al vertice della società di gestione del Casinò di Campione d’Italia, dove domani ad assumere incarico e competenze di nuovo amministratore delegato sarà Stefano Silvestri, che vanta una lunga carriera nel settore del gioco e la garanzia della continuità aziendale per il «raggiungimento degli obiettivi del piano concordatario». Impregiudicata l’attività del Casinò campionese, resta però il trauma dell’improvvisa rottura con Marco Ambrosini, il manager comasco che fino a oggi ha occupato la poltrona di amministratore delegato, dopo essere stato amministratore unico, in una temperie anche giudiziariamente complessa come quella di cui la casa da gioco è stata suo malgrado al centro. Ambrosini avrebbe in sostanza sottaciuto di essere un pensionato dal 2018: cosa che in base a una legge del 2012 gli impedirebbe di ricevere un compenso per il proprio ruolo di AD.
L’inghippo legale
Ambrosini era stato nominato al vertice del Casinò nel giugno del 2017, con sindaco Roberto Salmoiraghi. Poco più di un anno dopo, di fronte alla squassante inchiesta della Procura della Repubblica di Como, conclusa con la richiesta di fallimento, si era battuto invano per la presentazione di un piano di rientro tale da consentire all’azienda di saldare i propri cospicui debiti. Dopo 42 mesi di chiusura del Casinò, Ambrosini - confermato dalla nuova amministrazione comunale al vertice dell’azienda -, ne aveva pilotato la riapertura, alla fine del gennaio 2022, concludendo positivamente, con vantaggioso margine, il primo anno di ripresa d’attività della casa da gioco. Un esito che nessuno disconosce, a cominciare dal sindaco dell’enclave Roberto Canesi, il quale però il mese scorso ha dovuto constatare, nel corso delle verifiche annuali sulla società di gestione del Casinò, di cui il Comune è socio unico, una pecca. Grave dal punto di vista di una legge del 2012 in forza della quale sono escluse remunerazioni ai membri dei consigli di amministrazione di società partecipate che siano in pensione. In quel caso possono adempiere all’incarico esclusivamente a titolo gratuito, accontentandosi di un rimborso spese.
È il caso di Erminia Rosa Cesari, presidente del CdA del Casinò, mentre Ambrosini aveva taciuto di trovarsi in quiescenza dal novembre 2018. Un dato emerso nelle appena trascorse verifiche, per cui l’assemblea dei soci del Casinò, settimana scorsa, era stata aggiornata: l’amministrazione comunale ha chiesto un parere legale che non lascia spazio a compromessi, e mercoledì sera il Consiglio comunale all’unanimità (assente il gruppo di minoranza Campione 2.0) ha indicato la revoca dell’incarico ad Ambrosini. Vi ha dato seguito stamattina l’assemblea della società di gestione del Casinò, «alla presenza del socio, del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale, che ha esaminato la situazione, a seguito di intervenuto accertamento dello stato di quiescenza» di Ambrosini e della norma di legge.
«Impossibile pagarlo»
«Prendendo atto dell’impossibilità di corrispondere una remunerazione» ad Ambrosini, «l’assemblea ha ritenuto opportuno revocarlo dalla carica». Così il comunicato indirizzato oggi ai dipendenti della casa da gioco, con l’aggiunta dell’immediato sopraggiungere di Stefano Silvestri, «manager con solide competenze professionali nel settore delle case da gioco». Una ricerca esperita a tamburo battente, che ha scongiurato rischiosi interregni. Silvestri, già presidente della federazione mantello delle case da gioco italiane, vanta una lunga esperienza nel gaming, dal Casinò di Venezia a quello di Saint Vincent dove fino al dicembre dell’anno scorso ha ricoperto la carica di direttore generale. «La reticenza di Ambrosini - non tace Canesi - ha incrinato un rapporto che oltrepassava la fiducia, rasentando forse l’amicizia, cresciuta nel succedersi di incontri e riunioni per fare riaprire e rilanciare il Casinò: impegno di cui non esito a dargli atto. Ma la norma di legge è senza appello, tassativa, mentre con il gravoso onere dell’amministratore delegato è impensabile pretendere la gratuità di prestazioni a quel livello di responsabilità. L’assemblea sociale del Casinò, anche sulla scorta della direttiva del Consiglio comunale, non aveva dunque alternative. In compenso ecco la disponibilità di un personaggio di alta levatura professionale come Stefano Silvestri, con un curriculum esemplare, tale da assicurare un tranquillo avvicendamento e prefigurare la continuità dell’attività del Casinò nel perseguimento degli obiettivi del piano concordatario».
Persiste però il disagio di una situazione, rispetto al rapporto con l’ormai ex amministratore delegato, che obbliga alla restituzione di quanto possa essere stato indebitamente percepito.