Politica

Caso Hospita, un altro passo avanti verso la CPI

La Commissione della Gestione ha dato il proprio assenso alla creazione della Commissione parlamentare d’inchiesta - Sirica: «L’auspicio è andare in aula a gennaio e finire i lavori prima della campagna elettorale» - I deputati leghisti si sono astenuti dalla discussione
© CdT/Chiara Zocchetti
Martina Salvini
18.11.2025 17:48

L’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce sugli addentellati politici del cosiddetto «caso Hospita» oggi ha fatto un altro passo avanti. La Commissione della Gestione ha infatti detto un sì di principio alla proposta giunta la scorsa settimana dalla Sottocommissione speciale di istituire il gremio. Una decisione, ha spiegato il presidente della Gestione Fabrizio Sirica (PS) al termine della riunione commissionale, «presa all’unanimità, esclusi i parlamentari della Lega, i cui esponenti hanno preferito lasciare la sala al momento della discussione». A questo punto, ha aggiunto Sirica, «partirà una lettera all’indirizzo dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio per chiedere di fare i dovuti passi per istituire la CPI». Il primo a doversi esprimere, anche se il suo parere non è vincolante, sarà poi il Consiglio di Stato. «E noi speriamo che l’Esecutivo dica la sua in un tempo congruo, entro un mese». Nel frattempo, la Commissione della Gestione si occuperà di allestire nel dettaglio il mandato, che poi sarà sottoposto al Parlamento.

Esperti esterni e tempistiche

Questa mattina, nel frattempo, la Commissione ha anche discusso delle tempistiche e dell’ipotesi che la CPI venga affiancata nel proprio lavoro da una o più figure specializzate, come ad esempio un ex magistrato. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, ha chiarito Sirica, «abbiamo deciso che di principio sì, la CPI sarà coadiuvata da specialisti. Non a caso nelle prossime settimane, in concomitanza con la stesura del decreto istitutivo, ipotizzeremo anche una spesa per questa figura». Sul fronte delle tempistiche, invece, Sirica vorrebbe accelerare. «Dovremo lavorarci per far sì che da un lato siano realistiche e dall’altro celeri. Non si vuole, insomma, arrivare con l’esito dei lavori in piena campagna elettorale». La tabella di marcia ipotizzata dal presidente della Gestione appare quindi piuttosto serrata: «A mio modo di vedere, sarebbe ottimale se non si andasse oltre il mese di settembre del 2026». E, di riflesso, l’auspicio è quello di far esprimere il Gran Consiglio sull’istituzione di una CPI in occasione della seduta del 26 gennaio, o al più tardi in febbraio.

I quattro punti da chiarire

Ma, soprattutto, la Gestione ha abbozzato i quattro punti su cui la Commissione parlamentare d’inchiesta dovrà fare luce. Punti che, in parte, ricalcano gli elementi che erano stati sollevati in una nota del Servizio giuridico del Gran Consiglio a metà agosto e che avevano poi guidato i lavori della Sottocommissione. Ma che sono stati leggermente modificati con alcune aggiunte che, ha evidenziato Sirica, si sono rese necessarie alla luce del nuovo materiale di cui la Sottocommissione è nel frattempo entrata in possesso. Ecco, allora, i quattro nuovi obiettivi della CPI. Il primo è quello di «verificare l’opportunità e la legittimità dell’iniziativa da parte di uno o più consiglieri di Stato (quelli della Lega, ndr) di promuovere un’inchiesta riservata concernente un’azienda privata (la Hospita, ndr)». E, soprattutto, chiarire «a quale scopo è stata avviata tale inchiesta». Il secondo, invece, punta a «verificare la legittimità e l’opportunità del conferimento del mandato di tale inchiesta all’avvocato Enea Petrini in considerazione del duplice ruolo di membro di un CdA di un’azienda pubblica (BancaStato, ndr) e di legale di fiducia di una delle parti coinvolte (la famiglia Alberti, ndr)». Il terzo: «Verificare la natura e l’estensione delle informazioni di cui disponevano uno o più consiglieri di Stato nelle diverse fasi della vicenda, prima dell’avvio dell’inchiesta e dopo la ricezione del relativo rapporto. Con particolare attenzione all’eventuale conoscenza di fatti potenzialmente illeciti e le ragioni per cui, se del caso, tali fatti non sono stati segnalati alle autorità competenti». Quarto e ultimo punto: «Verificare il contenuto e la portata delle dichiarazioni rese dal consigliere di Stato Norman Gobbi al Procuratore generale Andrea Pagani in particolare per quanto riguarda la presunta “combine” tra parlamentari (Eolo Alberti e Sabrina Aldi, ndr) per influenzare elezioni e nomine pubbliche», ossia in merito alle nomine in Magistratura e in seno all’EOC. Inoltre, viene aggiunto, si vuole chiarire pure «il comportamento tenuto dal consigliere di Stato in seguito alle informazioni di cui dice di essere venuto a conoscenza».

La Lega e il Governo

Tra le questioni ancora da chiarire, anche la partecipazione alla CPI della Lega. «Un punto che dovremo approfondire nelle prossime settimane», ha detto Sirica. Da parte sua, il coordinatore della Lega Daniele Piccaluga si è limitato a dire che stamattina, «per una questione di opportunità, i tre esponenti della Lega hanno preferito lasciare la seduta commissionale quando la questione della CPI è stata tematizzata», rinviando al prossimo futuro ogni decisione sulla presenza o meno di un deputato leghista nel gremio. Non solo. Alla CPI, almeno in teoria, potrebbe prendere parte anche un esponente del Governo. Come riporta l’articolo 44 della Legge sul Gran Consiglio, infatti, «il Consiglio di Stato ha diritto a che un proprio rappresentante presenzi ai lavori commissionali, salvo preminenti esigenze di inchiesta». «Visto il caso specifico – e il coinvolgimento diretto del consigliere di Stato leghista Gobbi – dovremo discuterne», ha però precisato Sirica. «Vedremo anche quali saranno le valutazioni in merito del Governo». Proprio il presidente dell’Esecutivo Norman Gobbi, da noi contattato, ha spiegato: «Non ne abbiamo ancora parlato in Governo, quindi è prematuro esprimersi. Dobbiamo prima vedere anche cosa prevederà il mandato della CPI e quindi quale sarà il perimetro entro il quale la Commissione dovrà muoversi». Sulla tempistica, invece, anche Gobbi spera che i lavori siano celeri. «L’auspicio che si arrivi a terminare i lavori entro la fine dell’estate del prossimo anno mi pare più che condivisibile».

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