Caso «Lava Jato», la PKB di Lugano condannata a una multa di 750 mila franchi

Nell'ambito del caso di corruzione, con ramificazioni internazionali, che ha visto protagonista il gruppo brasiliano Odebrecht e la società petrolifera statale Petrobras, la banca privata PKB di Lugano è stata condannata a una multa di 750 mila franchi per non aver impedito il riciclaggio di denaro commesso da due suoi collaboratori.
Stando al decreto d'accusa, non contestato dall'istituto, emanato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC), tra il 2011 e il 2014 PKB ha omesso di prendere tutte le misure organizzative «ragionevoli ed indispensabili» per impedire il reato di riciclaggio aggravato commesso da un consulente responsabile dello sviluppo della clientela sudamericana e il suo diretto superiore gerarchico.
Il caso
L'istruzione penale è stata condotta nel contesto delle molteplici procedure avviate dal MPC in relazione al caso di corruzione internazionale denominato «Lava Jato» che ha coinvolto il Gruppo Odebrecht con risvolti anche in Svizzera.
In questo contesto, il MPC ha emanato il 21 dicembre 2016 un decreto d'accusa nei confronti di due società appartenenti al gruppo brasiliano per corruzione di pubblici ufficiali stranieri. In particolare è emerso come diverse società brasiliane avessero costituito un cartello volto a favorirle nell'aggiudicazione di pubblici appalti da parte della società Petrobras.
Le società si mettevano d'accordo su chi avrebbe ottenuto l'appalto, manipolando l'offerta. Ciò permetteva loro di concludere dei contratti con Petrobras senza una reale concorrenza e ad un prezzo più elevato. Un'operazione che si basava sulla corruzione di funzionari pubblici attivi in seno alla compagnia petrolifera brasiliana.
I risvolti elvetici
Nel febbraio del 2017, il MPC ha avviato un'inchiesta nei confronti di un funzionario della PKB, responsabile delle relazioni con Odebrecht per riciclaggio di denaro, falsità in documenti e complicità in corruzione. Nel 2018 l'indagine è stata inoltre estesa al superiore gerarchico.
Sempre quell'anno, dopo un esposto di PKB in cui sono state indicate alcune criticità in relazione al rispetto dei propri obblighi nell'applicazione delle normative sulla lotta al riciclaggio di denaro, il MPC ha avviato un'indagine nei confronti dell'istituto provato per responsabilità d'impresa.
Complicità interne
Questa inchiesta ha stabilito come il primo funzionario abbia intrattenuto con i membri di Odebrecht un rapporto privilegiato. In questo contesto, già a partire dal dicembre 2006 sono state aperti conti bancari presso PKB intestate a società riconducibili al gruppo brasiliano aventi formalmente quali beneficiari economici dei «prestanome», allo scopo di costituire «casse nere», ossia fondi che non fossero riconducibili alla stessa società brasiliana, ma che fossero a sua disposizione.
Lo stesso funzionario ha aiutato il gruppo a celare denaro con cui ricompensare i funzionari pubblici brasiliani al fine di ottenere commesse pubbliche. Il secondo funzionario di banca, benché a conoscenza delle attività del suo sottoposto, non ha intrapreso le misure necessarie a impedire simili attività.
Quest'ultimo è stato condannato con decreto d'accusa per riciclaggio di denaro. Il primo funzionario invece, responsabile delle relazioni bancarie, è deceduto nel gennaio di un anno fa, con conseguente abbandono del procedimento.
Sorveglianza lacunosa
Nei confronti di PKB, il MPC ha accertato una carente organizzazione all'epoca dei fatti in ambito della lotta al riciclaggio di denaro. In questo contesto sono state ritenute attività di riciclaggio di denaro per un valore di oltre 20 milioni di dollari.
PKB non ha identificato e accertato correttamente l'identità dell'avente diritto economico dei valori patrimoniali depositati su taluni conti presso la propria sede di Lugano. Da qui la condanna, che tiene conto della collaborazione di PKB, a una multa di 750 mila franchi.