Il rendiconto

Cassa pensioni, «serve mezzo miliardo»

Continua il momento difficile per la Cassa pensione dei dipendenti dello Stato - Grado di copertura sceso al 63.6%
Foto archivio CdT
Paolo Gianinazzi
22.06.2019 06:00

BELLINZONA - Prosegue il momento difficile per la Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato. L’esercizio 2018 si è infatti chiuso negativamente e l’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPTC), nel comunicare le cifre, sottolinea che «urge intervenire rapidamente per invertire la tendenza e riportare il grado di copertura al livello previsto dal piano di rifinanziamento». Il rendimento complessivo del patrimonio ha infatti registrato una flessione del 2%, a fronte della crescita dello scorso anno che si attestava al 6,4%. In buona sostanza, ora, per proseguire il piano di rifinanziamento iniziato nel 2012 (con un’iniezione di 450 milioni di liquidità con l’obiettivo di portare il grado di copertura all’85% entro il 2051), oggi l’IPTC chiede al Cantone mezzo miliardo di franchi. Lo scorso anno la richiesta ammontava a 300 milioni. Una cifra importante ma necessaria per coprire almeno «il maggior costo delle garanzie di pensione accordate agli ultra-cinquantenni con la riforma entrata in vigore il primo gennaio del 2013», precisa l’Istituto nel comunicato. Il Consiglio di amministrazione, che ha approvato il rendiconto dello scorso anno pubblicato ieri, evidenzia innanzitutto che il grado di copertura globale, invece di raggiungere il 69,2% previsto dal piano di rifinanziamento, è sceso al 63,6%, mentre era del 66% nel 2017.

Male il mercato azionario
«La performance negativa – spiega l’Istituto – è dovuta soprattutto agli importanti ribassi dei mercati azionari registrati nei mesi di ottobre e dicembre». La Cassa pensioni dello Stato rimarca infatti che sull’arco dello scorso anno «le azioni sia svizzere che estere hanno avuto una performance marcatamente negativa, all’incirca pari al –10%», mentre nel 2017 «il rendimento degli investimenti azionari era stato dell’ordine del 20%». L’IPCT sottolinea inoltre che anche il rendimento degli investimenti obbligazionari, che rappresentano la quota principale del patrimonio dell’Istituto, è stato «lievemente negativo» nel 2018.

L’unica nota positiva per l’Istituto viene dagli investimenti immobiliari; secondo l’IPCT la performance negativa è stata infatti «contenuta al –2% anche grazie ai buoni rendimenti realizzati con gli investimenti immobiliari, sia diretti che indiretti, che hanno raggiunto rispettivamente il 4,7% e il 4,1%». L’altro aspetto positivo per la Cassa pensioni del Cantone proviene invece dai primi mesi di quest’anno, nei quali «si è verificato un vigoroso rimbalzo delle quotazioni azionarie, che ha permesso di recuperare ampiamente le perdite subite sul finire del 2018».

Come detto, quindi, il Consiglio d’amministrazione ha chiesto allo Stato uno sforzo importante per rientrare nel piano di rifinanziamento: ai microfoni della RSI, il direttore dell’ente cantonale Pierre Spocci ha evidenziato che «sia il Consiglio di Stato che il Dipartimento delle finanze e dell’economia hanno recepito il messaggio e si sono presi degli impegni per portare avanti il rifinanziamento delle casse».

Gli aspetti previdenziali
A fine 2018 l’Istituto di previdenza ticinese contava 15.860 assicurati attivi, rispetto ai 15.584 dell’anno precedente. Sono inoltre aumentati a 9012 i beneficiari di rendita (nel 2017 erano 8.657), per un totale di 24.872 assicurati.

La crescita del numero complessivo di assicurati comporta dunque l’aumento marcato, di anno in anno, delle pensioni versate dalla Cassa cantonale. Più lento risulta invece essere l’aumento dei contributi incassati. Di conseguenza le prestazioni versate dall’IPCT sono passate dai 299,5 milioni del 2017 ai 310,4 del 2018, a fronte dei contributi incassati che hanno raggiunto i 270,9 milioni (erano 267,7 nell’anno precedente).

Il rapporto attivi/beneficiari di rendita si è dunque ulteriormente deteriorato poiché i pensionati sono aumentati più velocemente degli assicurati attivi. «L’IPCT – spiega nella nota – è infatti una cassa pensioni matura, cioè con una quota molto alta di pensionati e con un numero molto elevato di assicurati vicini al pensionamento (i cosiddetti baby boomer). Si tratta di una situazione sfavorevole», precisa infine la Cassa cantonale, «che è destinata a migliorare a medio-lungo termine a seguito del rallentamento del numero dei nuovi pensionamenti».