Cassazione, Mills favorì Berlusconi

ROMA - L'avvocato inglese David Mills fu un teste «reticente» e tacendo o dicendo il falso favorì Silvio Berlusconi nei processi 'Arces' (ai finanzieri corrotti dalla Fininvest) e 'All Iberian' (sul falso in bilancio della Fininvest e l'illecito finanziamento al Psi di Bettino Craxi). Lo dice la corte di Cassazione italiana.
Con il suo comportamento il legale, artefice della galassia di società offshore riconducibili al premier, ha ostacolato il corretto funzionamento della giustizia - «violando un diritto costituzionalmente protetto» - e per questo deve risarcire la Presidenza del Consiglio con 250 mila euro (358.600 franchi). Una cifra che, grossomodo, equivale ai 600 mila dollari (63 mila franchi) destinati, nel 1999, da Berlusconi a Mills come «regalo» per averlo «tenuto fuori da un sacco di problemi».
Ecco, in sintesi, quanto scrive la Cassazione nelle motivazioni - considerate «non condivisibili» da Niccolò Ghedini, deputato e legale del premier - relative all'udienza dello scorso 25 febbraio che dichiarò prescritto, negandogli l'assoluzione, il reato di corruzione in atti giudiziari contestato a Mills in concorso con Berlusconi. Per il premier il processo, stralciato, è sospeso in attesa che la Consulta valuti la legge sul 'legittimo impedimento'.