C’è il coronavirus? E allora rinuncio subito alla patente

«Restate casa». «Evitate spostamenti inutili». «Non è il momento di prendere auto e moto per sfrecciare a velocità folli nelle valli: per questo motivo torneranno i radar». Abbiamo ripescato, in ordine sparso, alcune delle numerose esortazioni che le autorità cantonali hanno indirizzato alla popolazione nelle scorse settimane. Messaggi travestiti un po’ da consiglio, un po’ da ordine, attraverso i quali perorare la causa della quarantena. E di riflesso combattere la trasmissione del coronavirus. Molti cittadini hanno capito e si sono adeguati. Altri hanno digerito controvoglia queste limitazioni. Ma c’è altresì chi ha saputo ribaltare la situazione, volgendola a proprio favore. No, non stiamo scherzando E no, a questo giro non analizzeremo le ricadute positive sulla qualità dell’aria generate dall’assenza di traffico sulle strade. Confinata entro le mura domestiche e in telelavoro chissà per quanti altri giorni, è stata una particolare categoria di conducenti a cogliere l’attimo. Quella a cui tra la fine del 2019 e l’inizio di quest’anno era stata revocata la patente e che scoraggiata a guidare ha pigiato sul gas per scontare quanto prima la propria «pena». E a certificarlo è la Sezione della circolazione, che abbiamo contattato alla ricerca di conferme o smentite.
Ritiri: oltre il 50% va da 1 a 3 mesi
Ci spieghiamo meglio. In Ticino oltre il 50% delle licenze di condurre vengono ritirate per un periodo che va da 1 a 3 mesi. Lo scorso anno sulle 3.905 revoche registrate, 2.120 si sono tradotte in un divieto di circolazione da 30 a 90 giorni. I motivi? Il podio delle infrazioni cantonticinesi costate la patente ospita l’eccesso di velocità (1436 casi), lo stato di ebbrezza (951) e la disattenzione (426). Già, ma quando scatta la confisca della licenza? Subito di fronte a gravi violazioni e per ragioni di sicurezza (inidoneità per ragioni mediche o caratteriali). «Negli altri casi - si legge sul sito della Sezione della circolazione - l’inizio del periodo di revoca è indicato sulla decisione recapitata all’interessato. Quest’ultimo può, con le sue osservazioni, proporre all’Ufficio giuridico la data d’inizio del periodo di revoca, ritenuto che le misure amministrative devono essere effettuate al più presto onde salvaguardare il loro scopo educativo e preventivo». Tradotto, di fronte a giustificazioni solide Camorino può andare incontro al conducente punito, accettando di ritardare di qualche mese il ritiro effettivo della patente. Il coronavirus è però stato in grado di rovesciare questa prassi.
Non si aspettano le vacanze estive
«La possibilità di concordare entro certi limiti l’esecuzione del periodo di revoca a tempo determinato rientra fra le attività correnti dell’Ufficio giuridico e si conferma che il fenomeno del deposito di licenze per l’esecuzione anticipata di misure già decise, onde fruire del periodo di inattività lavorativa, c’è stato» riconosce Aldo Barboni, aggiunto e sostituto capo della Sezione della circolazione. «Non abbiamo al momento la possibilità di offrire una quantificazione statistica dei casi trattati, ma possiamo confermare che rispetto al flusso normale questo genere di richieste ha subito un incremento da quando a metà marzo le autorità hanno imposto il lockdown». Barboni tiene quindi a precisare: «Naturalmente vengono concordate delle tempistiche ragionevoli. Ad esempio si concede di rinunciare alla patente durante le vacanze estive, ma non 2 anni dopo». Le domande in questo senso, dicevamo, sono aumentate. E Camorino ha risposto presente nonostante la ridotta capacità operativa dovuta all’emergenza pandemica. «L’Ufficio giuridico della Sezione della circolazione ha garantito lo svolgimento di tutti i propri servizi ritenuti essenziali in stretta relazione alla salvaguardia della sicurezza stradale e per il ripristino dell’autorizzazione alla guida degli utenti. Con uno sforzo supplementare, è stata assicurata la trattazione immediata di tutte le richieste pervenute».
Anziani e rinunce spontanee
«Gli over 65 vadano un po’ in letargo». Eccola un’altra affermazione - in questo caso del comandante della polizia cantonale Matteo Cocchi - che ha segnato il marzo ticinese. E al proposito vien quindi da chiedersi se qualche conducente anziano, a fronte di una progressiva disaffezione dall’auto già in atto, abbia deciso di sbarazzarsi definitivamente della patente. Ad affrontare la tematica è ancora Barboni: «A livello indicativo, le rinunce ci giungono ma sono limitate». E ciò anche alla luce «delle limitazioni di uscita e di spostamento delle persone che ha fortemente ridotto l’invio di pratiche alla nostra Sezione». Barboni inoltre spiega: «Per quanto riguarda le rinunce spontanee di anziani della licenza di condurre, una comparazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno non è possibile in quanto a seguito del coronavirus a livello federale per decisione dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) tutte le nuove convocazioni di visite mediche per anziani dal 75. anno, a partire dal 16 marzo sono state prorogate fino al 30 settembre 2020».