Sentenza

Cedu: lo Stato può vietare la macellazione senza stordimento

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che il divieto introdotto dalle regioni belghe della Vallonia e delle Fiandre, non viola i diritti degli ebrei e musulmani alla libertà di religione e a non essere discriminati
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Ats
13.02.2024 16:03

La Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) ha stabilito che il divieto di macellare gli animali senza che siano stati previamente storditi, introdotto dalle regioni belghe della Vallonia e delle Fiandre, non viola i diritti degli ebrei e musulmani alla libertà di religione e a non essere discriminati. La Corte evidenzia che questa è la prima volta che ha dovuto stabilire se il «benessere animale» può essere una motivazione sufficiente per «interferire» nel diritto alla libertà di religione degli individui.

La Cedu afferma che il benessere animale può essere considerato un valore etico a cui le società democratiche contemporanee accordano una crescente importanza, e che di conseguenza può rientrare tra le ragioni che uno Stato può addurre per limitare la libertà religiosa degli individui in nome della «morale pubblica».

I giudici della Cedu, nel decidere a favore del divieto, hanno anche evidenziato l'importanza del fatto che è stato introdotto dopo un lungo e approfondito dibattito parlamentare, e che ha già ricevuto il benestare della Corte di giustizia Ue e dalla Corte Costituzionale belga.

La Corte indica inoltre che le autorità hanno previsto un'alternativa per la macellazione secondo i metodi speciali richiesti dai riti religiosi, permettendo il cosiddetto stordimento reversibile, che non causa la morte dell'animale.

Infine la Cedu ha respinto la tesi secondo cui i divieti rendono di fatto impossibile agli ebrei e i musulmani procurarsi carne conforme alle loro convinzioni religiose. La Corte evidenzia che le regioni fiamminga e vallona non hanno proibito il consumo di carne proveniente da Paesi dove lo stordimento prima dell'uccisione degli animali non è richiesto per legge.