Il progetto

«Centovallina ogni mezz’ora? Sì, con questi due binari in più»

La linea ferroviaria che collega Locarno a Domodossola pronta al raddoppio sulla tratta fino a Intragna – L’obiettivo è l’ampliamento dell’offerta nel 2027 – Le vecchie stazioni (Tegna in primis), tuttavia, saranno sacrificate
Molto presto i convogli raddoppieranno la loro frequenza © Ti-Press/Samuel Golay
Jona Mantovan
30.12.2025 06:00

«Aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico in più», recitava il testo della popolare canzone. Fra l’altro più che mai attuale visto il periodo di pranzi, cene e cenoni. Nella sede della società dei trasporti pubblici di Locarno, però, si pensa più in grande. E si vogliono aggiungere binari, più che posti, perché «c’è un treno in più». L’obiettivo è l’introduzione – dopo anni che se ne sente parlare – del cosiddetto orario cadenzato per la Centovallina. Tradotto in soldoni per i viaggiatori comuni, si tratterebbe di avere un convoglio in più ogni mezz’ora. Il concorso è lanciato. Si parla di opere per un totale di venti milioni da effettuare nelle stazioni di Tegna e Intragna. A confermarlo, al Corriere del Ticino, il capo del dipartimento tecnica delle Ferrovie regionali ticinesi Erik Fregni. «Nella seconda, realizzeremo una terza “corsia ferrata”, mentre nella frazione del Comune Terre di Pedemonte creeremo un nuovo punto d’incrocio, perché l’attuale fermata non lo permette. La tratta tra Ponte Brolla e Verscio è lunga e a binario unico. Con il raddoppio dei collegamenti, basta un ritardo per creare conflitti di circolazione. La nuova situazione, però, darà il margine operativo giusto per garantire stabilità e affidabilità».

L’investimento totale, tra tutte le opere e gli impianti tecnici, si aggira attorno ai 20 milioni di franchi
Erik Fregni, capo Dipartimento tecnica delle Ferrovie autolinee regionali ticinesi, 56 anni

Via le «casette centenarie»

L’obiettivo, aggiunge il 56.enne, è la partenza dei lavori a maggio per poi concludersi tra l’autunno e l’inverno del 2027. Così da arrivare in tempo con l’ampliamento dell’offerta per il cambio dell’orario del 2027. Un grande passo avanti che però richiederà il «sacrificio» di quelle vecchie «casette» in difesa delle quali già nel 2024 una petizione aveva raccolto oltre diecimila firme. «Avevamo poi incontrato i promotori, spiegato le nostre esigenze e trovato un punto d’intesa. Non sappiamo se torneranno a sollevare obiezioni, ma al momento la situazione sembra essersi calmata», racconta ancora il nostro interlocutore.

Opposizioni e lamentele

«Come in ogni progetto di questo tipo, sono arrivate alcune opposizioni. Molte riguardavano l’aumento del rumore. Abbiamo fatto eseguire tutte le analisi richieste dalla normativa federale, che mostrano come l’impatto acustico aumenti, ma resti comunque entro i limiti previsti».

Altre lamentele, invece, sono arrivate da privati che abitano nelle vicinanze della linea, «cosa comprensibile; noi, tuttavia, riteniamo di aver rispettato tutte le prescrizioni e ora la parola finale spetta all’Ufficio federale dei trasporti». Secondo l’interpellato, nessuno pensa che altre pendenze siano tali da bloccare l’intero piano, «ma naturalmente bisognerà vedere come evolverà la situazione». Una visione, quella del potenziamento, che non è nuova agli ostacoli. In passato, infatti, ha già dovuto superare parecchi ostacoli e il percorso è stato più lungo del previsto. A un certo punto, ricorda l’esperto, il finanziamento nazionale era stato ridotto e il progetto locarnese non era più tra le priorità.

Tra rientri, ritardi e recuperi

«Quando il Parlamento di Berna ha aumentato il budget complessivo, siamo rientrati nel programma», sottolinea Fregni. I ritardi, però, derivano soprattutto dalle procedure. «L’Ufficio federale dei trasporti, che deve valutare e approvare tutte le idee di sviluppo in questo campo, ha accumulato un notevole arretrato».

E così, una procedura che sulla carta dovrebbe durare un anno, un anno e mezzo, oggi supera tranquillamente i due, «anche perché in tutta la Svizzera sono in corso molti interventi di adeguamento delle stazioni alla normativa sull’accessibilità».

«Delibera entro marzo»

Infine, per quanto riguarda i costi e rispetto al volume complessivo del totale, una dozzina di milioni sono previsti per lo scalo nel Comune di Centovalli, mentre otto saranno destinati all’altro ex-comune. «A questi, si aggiunge la parte relativa agli impianti di sicurezza, che vale circa quattro milioni e rientra in una commessa già avviata nel 2020 per il rinnovo dell’intero sistema».

«Il bando è stato pubblicato da poco», conclude l’intervistato. «Le offerte devono essere consegnate entro febbraio, tenendo conto anche della pausa delle festività. Una volta ricevute, inizierà la fase di verifica. Se tutto andrà liscio e non ci saranno ricorsi, puntiamo a deliberare verso la fine di marzo».

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