Cerchiamo di fare chiarezza

Esiste un problema non lieve. Il segretario del Partito comunista Max Ay continua a definire lo stesso come «già Partito del Lavoro» come se ci fosse una logica continuità tra PC e PdL. Il Partito del Lavoro è sempre stato sezione del Partito Svizzero del Lavoro (PSdL) e la sua attuale sezione cantonale si chiama Partito Operaio Popolare (POP). Dunque solo il POP può fregiarsi della dicitura «già PdL». Il PC non fa parte del PSdL. La sezione del PC è stata espulsa nel dicembre 2014 dal Congresso del PSdL per il mancato rispetto degli statuti e manifesta incoerenza con la politica del partito su temi di politica estera. In sostanza per l’estremismo (stalinismo), la rigidità e la pretesa di eliminare tutte/i quelle e quei compagne/i dirigenti e militanti che non seguivano acriticamente le direttive imposte da Ay. Proprio per questo motivo, nel gennaio 2015 veniva fondata una nuova sezione del PSdL in Ticino con il nome di POP. A rifondare questa sezione si sono trovati tutte e tutti coloro che non approvavano la deriva settaria impressa da Ay e dai suoi giovani compagni. Si voleva continuare a far parte di un partito nazionale con una lunga e importante storia sia in Ticino che in Svizzera (fondato nel 1944). Le radici e le filiazioni non si comperano né si inventano. Dunque il PC non ha nessun legame con il PdL da sbandierare e osare scriverlo risulta una pura menzogna. Il tentativo di darsi delle radici e una storia appare maldestro e patetico. Ma Max Ay continua imperterrito a sostenere questa discendenza. Proprio sul CdT del 21 marzo lo ribadisce in un articolo, per altro condivisibile, dove cita Palmiro Togliatti e i nostri compagni Monetti e Virgilio Gilardoni come dirigenti rigorosi e capaci come anche noi abbiamo sempre sostenuto. Sembra ora aver messo un po’ da parte il settarismo e l’arroganza che l’hanno portato all’espulsione dal PSdl. Tanto meglio. Vuol dire che avevamo ragione noi a criticarlo.