ChatGPT sfida Google nel suo ring: è iniziata la guerra delle ricerche

Anche i monopoli possono terminare, ma quello di Google nel settore dei motori di ricerca web è ancora lontano dalla fine, perlomeno con il senno del maggio 2025. In ogni caso il suo vero rivale non è un altro motore di ricerca, ma ChatGPT, il quale negli ultimi tre mesi ha quasi raddoppiato gli utenti attivi raggiungendo gli 800 milioni contro i 3 miliardi stimati per Google, di cui circa 320.000 in canton Ticino. ChatGPT da chatbot conversazionale, con focus sulla creatività, si sta quindi rapidamente posizionando come anti-Google per le ricerche online e per lo shopping. Ma come al solito più che discutere dei massimi sistemi è interessante capire cosa questa strana guerra, non dichiarata ma reale, cambierà per gli utilizzatori finali.
Amico SearchGPT
Prima dell’emergere di ChatGPT, nel novembre 2022, Google deteneva una quota di mercato globale nei motori di ricerca intorno al 91% (92,6% in Svizzera), quota che da quel momento è lentamente scesa, arrivando all’89%. Effetto ChatGPT, in parte, ma anche buoni risultati di un motore di ricerca per così dire «di una volta» come Bing, con il doping AI passato in questo periodo dal 3,3% al 5,8 e molto forte, con una quota di mercato vicina al 25%, negli Stati Uniti e in Cina. Per dare un’altra proporzione, lo scorso aprile il traffico di SearchGPT è stato lo 0,3% di quello di Google: quindi gli utenti saranno anche 800 milioni ma l’uso di massa e compulsivo rimane la base del dominio di Google. SearchGPT, lanciato ufficialmente da OpenAI nel novembre 2024, combina i modelli linguistici avanzati di GPT-4 con l’accesso a dati in tempo reale, offrendo sia risposte conversazionali sia link alle fonti, caratteristica che lo distingue dai motori di ricerca tradizionali, focalizzati sull’indicazione dei link più appropriati ma non sulla rielaborazione dei contenuti. In parole povere è una sorta di Super-Google, che può affiancare la risposta diretta alla domanda ai vecchi link da cliccare, con un nostro cambio di percezione evidente: SearchGPT ci «parla» elencando alternative ma poi sempre indicando una soluzione, mentre Google elenca le alternative, magari anche le migliori alternative, ma poi siamo noi a doverle confrontare e a trovare una sintesi.
Vecchio Google
A questo punto, una persona che mai ha usato un motore di ricerca potrebbe chiedersi, dopo avere letto le righe precedenti, come mai il 100% degli utenti non sia già passato a ChatGPT. Stiamo parlando di una realtà che, a detta di Sam Altman, cioè il fondatore, vale i citati 800 milioni di utenti attivi in tutto il mondo, quasi un raddoppio di quelli a fine 2024: dati aggiornati allo scorso 11 aprile. Ma una cosa è l’uso generico di ChatGPT, per curiosità e richieste complesse, un’altra è il suo uso come motore di ricerca visto che la quasi totalità degli utenti non richiede ricerche personalizzate. Per il classico «Meteo Lugano» la velocità e l’efficienza di Google rimangono ad oggi ineguagliate, nessuno dei richiedenti desidera leggere un articolo sulla pioggia in Ticino, ma solo sapere se pioverà. Da tenere bene a mente che «Campionato europeo di calcio» è stata la ricerca al top in Svizzera nel 2024, i prompt dettagliati interessano a una minoranza. Inoltre Google ha con umiltà cambiato leggermente pelle, integrando l’intelligenza artificiale nella sua Search Generative Experience (SGE), fornendo anche risposte sintetiche oltre ai consueti link.
Shopping
La forza di Google nell’orientare lo shopping online è indiscutibile, vista l’integrazione con gli annunci pubblicitari, rendendo difficile capire cosa sia pubblicità e cosa no. Finora il nemico sono stati i siti di e-commerce con un marchio potente, Amazon in testa, ma SearchGPT è una minaccia più pesante visto che non rimanda soltanto a siti singoli o ad articoli di confronto prodotti, ma esso stesso si mette a confrontare i prodotti e a dare consigli. SearchGPT non ha una piattaforma di shopping integrata come Google Shopping e proprio questo potenziale inespresso fa paura, soprattutto se OpenAI introducesse annunci sponsorizzati, come è inevitabile. La competizione tra ChatGPT e Google si estende poi alla sfera degli investimenti e dell’influenza politica. OpenAI, con una valutazione di 300 miliardi di dollari dopo il round di finanziamenti di aprile, si è affermata grazie soprattutto al supporto di Microsoft e questo flusso di capitali ha permesso a OpenAI di sviluppare rapidamente SearchGPT e altre innovazioni, sfidando il dominio di Google, che da parte sua ha sempre investito per mantenere la posizione, con operazioni come i 20 miliardi pagati ad Apple nel 2024 (17,5% dei ricavi operativi di Apple) per essere il motore di ricerca predefinito sugli iPhone.
Gemini
È quasi ovvio dire che Gemini, il modello di intelligenza artificiale di Google, sia la risposta diretta a ChatGPT. Lanciato nel dicembre 2023, Gemini ha raggiunto i 350 milioni di utenti attivi e ha introdotto funzionalità come AI Overviews, che è diventata di famiglia per il popolo di Google, con le sue minisintesi che esentano dal cliccare. Messo l’asterisco su questi milioni di persone per Google, ChatGPT e tutto il tech (la vera bolla sono i dati gonfiati, quando scoppierà sarà sempre troppo tardi), è inutile negare che Gemini sia meno cool e meno popolare di Chat GPT. Anche perché ha messo Google, per non dire Alphabet (il nome corretto della casa madre), in una situazione paradossale visto il suo modello di business: integrare pienamente Gemini come interfaccia di ricerca predefinita potrebbe ridurre i ricavi pubblicitari, che nel 2024 hanno raggiunto la cifra di 273,37 miliardi di dollari, quasi il 77% del fatturato di Alphabet. Questa è la posta in palio.