Che cosa è successo a Nuseirat?

(Aggiornato alle 15.00)
L'esercito israeliano ha rivendicato il bombardamento aereo di una scuola dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) nella Striscia di Gaza, sostenendo che ospitava «una base di Hamas». L'IDF, su Telegram, ha annunciato di aver colpito un complesso di Hamas all'interno della scuola, «eliminando diversi terroristi che progettavano di compiere attacchi terroristici e promuovere attività terroristiche contro le truppe dell'IDF nell'immediato» futuro. Nel sito «operavano terroristi di Hamas e della Jihad islamica che appartenevano alla Forza Nukhba e che hanno preso parte all'attacco omicida del 7 ottobre alle comunità israeliane», ha detto il portavoce militare dell'IDF. Prima dell'attacco – ha aggiunto la fonte – «sono stati intrapresi passi per ridurre il rischio di danneggiare civili non coinvolti, incluse sorveglianza aerea e altre informazioni di intelligence».
Secondo fonti sanitarie di Hamas, il raid ha provocato 37 morti nella struttura che si trova nella zona di Nuseirat. L'ospedale dei martiri di Al Aqsa, nella vicina città di Deir al Balah, ha riferito di aver ricevuto i corpi di 37 vittime.
Il direttore dell'ufficio stampa del governo di Gaza, Ismail Al-Thawabta, ha dal canto suo respinto le affermazioni di Israele secondo cui nella scuola c'era un posto di comando di Hamas. L'ufficio stampa di Hamas ha accusato Israele di aver commesso un «massacro orribile», come riporta la BBC.
L'esercito israeliano si è quindi nuovamente espresso, per bocca del suo portavoce militare, sostenendo di «non avere informazioni su vittime civili» nel raid. «Nella scuola c'erano tra 20 e 30 terroristi che usavano la struttura per attacchi all'IDF nel Corridoio Netzarim». Il raid – ha aggiunto – è stato «mirato, basato su intelligence» anche perchè l'IDF sapeva della presenza di civili nella zona. L'attacco è stato «rinviato 2 volte negli ultimi 2 giorni per ridurre al minimo le vittime civili». A essere colpite sono state le stanze della scuola dove erano «state rilevate attività terroristiche». Il portavoce dell'esercito ha poi sostenuto che quello della scuola dell'UNRWA «è stato il quinto caso« rilevato nell'ultimo mese in cui i terroristi hanno utilizzato gli edifici dell'organizzazione umanitaria» e che stanno «operando effettivamente sotto la bandiera delle Nazioni Unite nella consapevolezza che l'IDF è attento quando si avvicina a questi edifici».
Il commento di Philippe Lazzarini: «Un altro giorno orribile a Gaza»
Nel pomeriggio, il capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini, ha commentato il bombardamento, parlando di «almeno 35 morti». «La scuola ospitava 6.000 sfollati quando è stata colpita», si legge su X. «Le affermazioni secondo cui gruppi armati potrebbero essere stati all'interno del rifugio sono scioccanti. Tuttavia, non siamo in grado di verificare queste affermazioni. Attaccare, prendere di mira o utilizzare edifici delle Nazioni Unite per scopi militari è una palese violazione del diritto internazionale umanitario». E ha quindi precisato che l'UNRWA condivide le coordinate di tutte le sue strutture (compresa questa scuola) con l'esercito israeliano e le altre parti in conflitto. «Prendere di mira le sedi dell'ONU o usarle per scopi militari non può diventare la nuova norma. Tutto questo deve finire e tutti i responsabili devono essere chiamati a risponderne».
La tempesta diplomatica
L'UNRWA, che coordina quasi tutti gli aiuti a Gaza, è stata al centro di una tempesta diplomatica e sull'orlo del collasso dopo che Israele ha accusato una dozzina dei suoi 13.000 dipendenti a Gaza di essere coinvolti nell'attacco del 7 ottobre. Un'accusa che ha spinto numerosi Paesi a sospendere i finanziamenti all'agenzia. Per il 2024 era previsto che la Confederazione versasse un contribuito di 20 milioni di franchi. Un contributo che a gennaio è stato sospeso. A fine aprile la Commissione della politica estera del Consiglio nazionale aveva raccomandato di fornire un aiuto parziale, considerando la situazione umanitaria in cui versa Gaza. Il Consiglio federale, a inizio maggio, ha deciso di sbloccare 10 milioni di franchi per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente. Il contributo elvetico sarà limitato a Gaza e servirà a coprire i bisogni più urgenti della popolazione: cibo, acqua, alloggio, assistenza sanitaria di base e logistica. La decisione, spiegava il comunicato, si basa sul rapporto del gruppo di valutazione indipendente, diretto dall’ex ministra degli affari esteri francese Catherine Colonna, che doveva verificare la neutralità dell'UNRWA.