Il caso

Che cosa non torna nella versione russa dell’attacco di Kremenchuk

In questa puntata di CdT Check vediamo perché la versione del Cremlino ha diverse falle
© AP/Ukrainian Presidential Press Office
Facta.News
04.07.2022 14:33

Il 27 giugno 2022 il centro commerciale Amstor di Kremenchuk, nella regione di Poltava, sulle rive del fiume Dnipro (Ucraina centrale), è stato colpito da un attacco missilistico russo che ha provocato morti, feriti e dispersi. 

Il ministero della Difesa russo ha negato il bombardamento della struttura, rivendicando invece l’attacco a un deposito di armi nelle vicinanze dove, stando a quanto riportato dal Cremlino, erano presenti munizioni inviate da Stati Uniti e Europa. Secondo la versione ufficiale del Cremlino, un missile di precisione avrebbe colpito il deposito, da cui poi si sarebbe propagato l’incendio all’interno del centro commerciale che, quel giorno, era chiuso al pubblico. 

Grazie alla ricostruzione dei fatti e al debunking delle notizie, vediamo perché la versione russa non torna. 

No, il centro commerciale non era chiuso

Non è vero che il centro commerciale era chiuso da giorni o, secondo alcuni, da un anno. A dimostrare il contrario sono filmati e testimonianze dirette. 

Il 26 giugno 2022 (il giorno prima dell’attacco) è stato caricato su YouTube un filmato che mostrava il centro commerciale in attività, con clienti e dipendenti al suo interno. Inoltre, i fact-checker della Bbc hanno raccolto delle testimonianze sul campo: parlando con i cittadini locali nelle ore successive all’attacco e visionando i filmati da loro condivisi, è chiaro che i negozi fossero aperti e funzionanti al momento dell’esplosione.

La falsa notizia della chiusura del centro commerciale è nata a partire da uno screenshot delle informazioni fornite da Google, che nei giorni precedenti all’attacco aveva descritto il luogo come «chiuso definitivamente». In realtà, si trattava di un errore. Filmati e testimonianze dicono altro.

La falsa storia del deposito di armi

Secondo le rivendicazioni del Cremlino, lo scopo dell’attacco russo era colpire un presunto deposito di armi occidentali presente nei pressi del centro commerciale. In realtà, stando a quanto ricostruito da fact-checker indipendenti, non abbiamo la certezza che esista alcun deposito di armi e, se anche ci fosse, non sarebbe abbastanza vicino da poter aver causato un incendio al centro commerciale.

A circa 300 metri dal centro commerciale Amstor di Kremenchuk sorge un complesso industriale che nel 2014 era stato utilizzato per la riparazione di veicoli militari. I video aziendali realizzati negli ultimi anni descrivono l’azienda come un impianto oggi impegnato nella produzione di macchine stradali

I missili, il centro commerciale e la fabbrica

Anche ipotizzando come verosimile la versione russa che vede la presenza di un deposito di armi nei pressi del centro commerciale, la sua esplosione non avrebbe potuto causare i danni che il centro commerciale ha realmente subito. 

I filmati delle telecamere di sicurezza del parco a nord del centro commerciale e della fabbrica dimostrano che sono avvenute due differenti esplosioni: il primo missile ha colpito l’estremità orientale del centro commerciale, il secondo quella settentrionale della fabbrica.

I giornalisti di Bellingcat hanno dimostrato, osservando le riprese satellitari dell’area prima e dopo le esplosioni, che i danni al centro commerciale sono compatibili con l’esplosione di un missile e non con un incendio. Tra il luogo del primo impatto e quello del secondo c’è una distanza di circa un chilometro, in cui sono presenti diversi edifici rimasti intatti. Se fosse scoppiato un incendio, come sostenuto dal Cremlino, anche gli edifici che si trovano tra il centro commerciale e la fabbrica sarebbero stati parzialmente o totalmente danneggiati.

Infine, i ricercatori militari indipendenti del gruppo Molfar hanno dimostrato che l’esplosione dell’impianto dove sarebbero state stoccate le munizioni non avrebbe potuto causare un incendio così violento da colpire anche il centro commerciale. Sempre secondo Molfar, le immagini dei corpi ritrovati all’interno del centro commerciale dimostrano che i danni subito sono ben più gravi rispetto a quelli causati da un incendio.

Vuoi inviarci una segnalazione? Scrivici all'indirizzo e-mail [email protected] o al numero WhatsApp 079 596 64 11, analizzeremo le notizie inviate dai lettori e contribuiremo insieme ad un’informazione di qualità.

In questo articolo: