"Chi gioca col fuoco si scotterà..."

Il premier israeliano Netanyahu nel Giorno della Memoria: "Gli attacchi ci vengono da Hamas e Iran"
Red. Online
27.01.2015 20:26

GERUSALEMME - L'antisemitismo "non è scomparso" e ad "essere vilipesi non sono solo gli ebrei ma anche lo stato ebraico". A 70 anni dalla liberazione di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa, il 27 gennaio del 1945, in occasione del Giorno della Memoria, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha partecipato oggi pomeriggio al Mausoleo di Yad Vashem a Gerusalemme a una ricorrenza che Israele di solito ricorda per suo conto, ad aprile-maggio, in quello che si chiama Yom HaShoah.

Una prima volta nella quale Netanyahu ha denunciato, davanti a una folta rappresentanza diplomatica che "ancora oggi gli ebrei sono perseguitati e vilipesi solo per il fatto d'essere ebrei. E questo avviene in Medio Oriente così come nel liberale e tollerante Occidente: da Teheran a Parigi, da Gaza a Bruxelles. In tutto il mondo le comunità ebraiche vivono in una crescente paura". Ma - ha aggiunto con forza - a essere sotto tiro non sono solo gli ebrei, bensì anche "lo Stato ebraico". E non a caso ha citato la Siria da cui oggi sono arrivati sulla parte israeliana delle Alture del Golan due razzi che, secondo Israele, sarebbero stati lanciati in maniera intenzionale dalle milizie sciite libanesi di Hezbollah. "Chi gioca con il fuoco - ha ammonito al riguardo il premier, a dispetto delle stesse smentite di Hezbollah - rimarrà scottato".

Netanyahu ha poi ricordato gli attacchi a Israele che vengono da Hamas e dall'Iran dove si predica "l'odio verso il sionismo, si fa appello alla uccisione degli ebrei e alla distruzione del loro Stato". Eppure - ha lamentato, dando una coloratura politica alla giornata del ricordo - a essere chiamato sul banco degli accusati "è sempre e solo Israele", come accade nel Consiglio per i diritti umani dell'Onu di Ginevra e nella Corte penale internazionale dell'Aja. "Questa ossessione contro gli ebrei e il loro Stato -secondo il premier- ha un nome: antisemitismo".

Infine l'Iran: "la minaccia" maggiore per Israele, stando alle parole ripetute ancora una volta. "Israele - ha avvertito Netanyahu ammonendo la comunità internazionale a restare in guardia su possibili intese sul nucleare iraniano - rigetterà ogni accordo che consenta a Teheran di aver un'arma atomica".

Prima del suo intervento, Benyamin Netanyahu aveva visitato una mostra organizzata da Yad Vashem e composta da opere d'arte (realizzate tra il 1945 e il 1947 da sopravvissuti) in ricordo alla liberazione dai lager. Poi ha partecipato a una cerimonia nella sinagoga del Mausoleo. Ma Yad Vashem oggi non ha visto solo la presenza speciale di Netanyahu, è stato il fulcro di manifestazioni promosse da vari Paesi per il 27 gennaio.