Prospettive

Christian Vitta: «Coordinare le fonti di finanziamento»

Il presidente del Governo sulla macchina del sostegno alle zone più colpite - «Abbiamo messo in campo le nostre forze, da Berna aspettiamo di saperne di più sugli aiuti»
©Gabriele Putzu
Giona Carcano
03.07.2024 23:00

«Abbiamo messo in campo le nostre forze». Christian Vitta, presidente del Governo, dopo il disastro si è recato subito in Vallemaggia. Domenica ha partecipato ai primi sopralluoghi, mentre lunedì si è recato nella zona simbolo della tragedia – il ponte di Visletto distrutto dalle intemperie – assieme alla presidente della Confederazione Viola Amherd. «Fin da subito abbiamo attivato tutte le strutture che intervengono durante le emergenze», ribadisce ancora Vitta. «Penso ad esempio alla Sezione del militare e della protezione della popolazione o, ancora, allo Stato maggiore regionale di condotta». Organi che hanno portato i primi aiuti alla popolazione colpita e hanno coordinato gli interventi di evacuazione e salvataggio. «Inoltre, abbiamo attivato diversi servizi del Dipartimento del territorio, in particolare della Divisione delle costruzioni, della Sezione forestale e dell’Ufficio dei corsi d’acqua». Il lavoro di sgombero durerà mesi, perché la zona colpita è enorme. Moltissimi, poi, i danni alle infrastrutture e alle vie di comunicazione sia in valle Bavona, sia in Lavizzara. Questa fase, tuttavia, non può ancora cominciare a pieno regime. La passerella pedonale, aperta in serata al transito di mezzi fino a un peso massimo di 3,5 tonnellate (e con larghezza massima di 1,8 metri), non basta ancora. L’elemento principale, infatti, sarà la posa del ponte mobile dell’esercito: solo a quel punto potranno intervenire i camion per il trasporto del materiale e i mezzi di lavoro di grandi dimensioni. Al momento, le autorità cantonali stanno ancora valutando gli aspetti ingegneristici legati all’opera provvisoria. «In questo momento sono pure già attive, come nei Grigioni e in Vallese, le indennità per lavoro ridotto, per le quali abbiamo già ricevuto delle richieste» aggiunge ancora il direttore del DFE.

«Faremo la nostra parte»

In seguito, una volta ripristinata una parvenza di normalità, si aprirà il vero e proprio cantiere per la ricostruzione. Anche in questo caso, assicura Vitta, «il Cantone farà la sua parte. Prima bisognerà lasciarsi alle spalle la fase più acuta dell’emergenza». Solo così ci si potrà fare un’idea dei danni e delle necessità reali del territorio danneggiato. «Abbiamo diversi strumenti da poter utilizzare in casi come questi: leggi settoriali, aiuti agli investimenti. Tuttavia è prematuro parlare di cifre non avendo ancora un quadro complessivo».

La direzione giusta

In questi giorni sono nate tantissime iniziative spontanee per dare una mano alla Vallemaggia. Raccolte fondi, appelli alla solidarietà, volontariato. Iniziative che arrivano sia dagli enti locali (vedi articolo a lato) sia da privati. Un movimento che sta dando sollievo e speranza ai cittadini colpiti dalla tragedia, ma che va «incanalato». Non a caso Vitta parla di un «coordinamento delle fonti di finanziamento» fra settore pubblico e privato, a cui si aggiungeranno i rimborsi assicurativi. «Durante la fase di ricostruzione delle infrastrutture sarà importante garantire il necessario coordinamento», spiega. Anche per quanto riguarda gli aiuti dalla Confederazione. A questo proposito, il presidente del Governo sottolinea che «le parole di Viola Amherd durante la visita in Ticino di lunedì vanno nella direzione auspicata, anche se per quanto riguarda il futuro attendiamo di sapere di che cosa si tratta in concreto». La presidente della Confederazione, infatti, aveva lanciato messaggi di vicinanza alla Vallemaggia e al Ticino. «Ci tengo a ribadire e sottolineare la mia solidarietà e quella della Svizzera tutta», le sue parole. «Siamo qui, come Confederazione. Lo eravamo ieri, tramite l’esercito. Lo siamo anche oggi, pensando agli specialisti che si metteranno al lavoro per capire come e quando si potrà costruire un nuovo ponte provvisorio». Ognuno, insomma, è chiamato a fare la sua parte. Dagli enti locali al Cantone, su su fino a Berna. Senza dimenticare, come detto, le assicurazioni.

Tocca anche alla Deputazione

Già, ma qual è la suddivisione dei compiti e delle responsabilità in questi casi? «Stiamo parlando di eventi eccezionali» premette ancora il direttore del DFE. «Tuttavia, la presidente della Confederazione nel corso della sua visita ha evocato i fatti di Briga negli anni Novanta. Lì, la Confederazione aveva contribuito in maniera importante a fianco del Cantone e delle comunità locali colpite». In questo senso, dopo le parole spese in questi giorni, dovranno seguire i fatti. Gli aiuti concreti di Berna. «In questo senso ci siamo già mossi con la deputazione ticinese alle Camere federali per coordinare l’azione verso Berna», conclude Vitta. 

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