Cina: demolizioni forzate, un morto

PECHINO - Numerosi funzionari dello Stato e del Partito Comunista sono stati arrestati dopo la morte di un uomo nel corso di una delle frequenti dispute sulle demolizioni forzate di case. Lo riportano oggi i media cinesi.
Il fatto è avvenuto nella città di Linyi, nella provincia dello Shandong. Secondo le ricostruzioni l'uomo, Zhang Jimin, è morto nell'incendio della sua abitazione, nella quale si era barricato per opporsi alla demolizione forzata.
Immagini che sono circolate su Internet mostrano delle persone che lanciano pietre e bottiglie incendiare contro l'abitazione. Questo tipo di dispute, nelle quali le autorità locali espropriano case o terreni per venderle ai costruttori, sono frequenti. In molti casi le autorità fanno ricorso a teppisti che aggrediscono o intimidiscono coloro che resistono chiedendo indennizzi più alti di quelli che i governi locali sono disposti a concedere.
Tra gli arrestati ci sarebbero almeno due alti funzionari dell'ufficio locale del Partito Comunista, fatto molto raro in Cina.
La località di Linyi è già salita agli onori delle cronache nel 2005, quando l'attivista cieco Chen Guangcheng, più tardi fuggito negli Usa, denunciò la pratica degli aborti forzati imposti dalle autorità per far rispettare la legge sul figlio unico.