Cinquant'anni di judo, che non è solo combattimento

L’inizio della 50. stagione è alle porte per il Do Yu Kai (DYK) di Chiasso, storico club di judo del Mendrisiotto. Marco Frigerio, il presidente del club, ci spiega che in 50 anni quasi tutto è mutato, anche il modo di insegnare e approcciarsi al judo. Il judo è un’arte marziale che unisce tecnica a aspetti filosofici ed educativi, rispecchiando così la personalità del suo fondatore Jigoro Kano, combattente ma anche educatore professionista. La disciplina aiuta a raggiungere la completezza della personalità dell’individuo e trasmette importanti principi; come afferma il presidente infatti «non è solo sport, non è solo arte marziale, ma principalmente è un mezzo educativo». 50 anni fa, come ci illustra Frigerio, il judo e il suo insegnamento erano caratterizzati da un’eccessiva rigidità, poi con il tempo è avvenuto un miglioramento e si è arrivati al judo di oggi, la cui base è l’adattabilità all’altro, quindi non più qualcosa di fisso e rigido, ma elastico e in movimento. L’adattabilità è un elemento cardine della disciplina: infatti «judo» può essere tradotto con «adattabilità e rispetto dell’avversario».
I principi educativi intrinseci alla disciplina però sono sempre gli stessi delineati dal fondatore Jigoro Kano e non sono cambiati nel tempo; sono semplicemente stati scoperti più a fondo. Quando l’arte marziale proveniente dal Giappone è stata importata in Europa, si è diffusa come attività puramente sportiva e, come ci confida Frigerio, i primi maestri di judo erano meno attenti a trasmettere questi insegnamenti. Lui stesso è riuscito a coglierli appieno solo con l’età adulta e non da bambino.
La strada del DYK
Oltre a un cambio generale nell’approccio alla disciplina, in questi 50 anni sono cambiate molte cose anche per il club, e con il presidente abbiamo ripercorso la sua storia. Nel 1974 una sezione del Judo club Carona (futuro DYK) è approdata a Chiasso, stabilendosi nel palazzo dove ora ha sede l’AGE, in una struttura molto spartana con solo una sala per gli allenamenti, senza spogliatoi né docce. Nel 1977 il club si è spostato nell’attuale sede in via Cattaneo. Il caratteristico stabilimento in legno era stato una sede della posta, che i soci di allora hanno acquistato, smontato e ricostruito, realizzando così il dojo. Grazie a loro il club gode oggi di due sale di pratica, spogliatoi, docce e due spazi, uno interno e uno esterno, per momenti di socializzazione, dove si organizzano feste di Natale e speciali eventi, come è stata la notte dei samurai, quando i ragazzi hanno dormito nel dojo. Nel 1978 il Do Yu Kai Chiasso è diventato autonomo e non più una sottosezione del judo club Carona. Ad oggi Il DYK è l’unica società di judo affiliata alla federazione svizzera di judo e ju-jitsu nel Mendrisiotto e una delle tredici in Ticino.
Iscrizioni e pandemia
Nel corso del tempo il numero di iscrizioni, come chiarisce il presidente, è piuttosto altalenante: si alternano periodi con molti iscritti a periodi con qualche flessione. Spesso, poi, i ragazzi sperimentano e cambiano molti sport, passando dal dojo magari solo per qualche anno, così il ricambio è sempre molto ampio. Una situazione diversa si è creata però con la pandemia; infatti, il Covid e le restrizioni sono stati molto incisivi, si sono organizzate lezioni a distanza, ma ovviamente ci si poteva limitare soltanto al ripasso dei movimenti, e l’impossibilità di contatto in uno sport come il judo rappresenta una notevole difficoltà.
Anche dopo le restrizioni non è stato semplice ripartire. Il numero di soci attivi era ridotto, poiché non tutti gli iscritti hanno ripreso come prima, ma il club è riuscito a rialzarsi e attirare nuovi interessati. Il DYK offre lezioni di prova gratuite e da tre anni la società si fa conoscere anche attraverso manifesti itineranti sui bus della cittadina di Chiasso, che circolano tra agosto e ottobre, nel periodo delle iscrizioni, per avvicinare più gente al judo. Grazie all’impegno della società, l’anno scorso è stato raggiunto un numero di iscritti mai visto prima e una stagione da record con 160 soci attivi, 120 ragazzi e 40 adulti.
Cinquantesimo compleanno
Per festeggiare questo importante traguardo si sta pianificando una giornata, il 21 ottobre (data da confermare), durante la quale sarà piantato un ciliegio vicino al dojo. Sia come simbolo del Giappone, patria del judo, sia per richiamare il racconto «Le stagioni del ciliegio». Nel pomeriggio è poi prevista una lezione speciale per i ragazzi tenuta da Fabienne Kocher, judoka zurighese arrivata terza ai mondiali di Judo e quinta alle olimpiadi.
Risultati e futuro
Il DYK sta vivendo un momento positivo, con un numero di soci attivi molto elevato e l’ottenimento di risultati importanti per alcuni agonisti. Lo scorso anno due cadetti – under 18 – sono arrivati secondi ai campionati svizzeri. Per il futuro il presidente si augura di continuare su questa linea e spera anche che i molti ragazzi attivi al dojo tra i 10 e i 13 anni crescano mantenendosi vicini a questo sport. Tornando al presente, il DYK è pronto a dare il via alla nuova stagione: oggi ripartono i corsi, inoltre la società si prepara ad accogliere i futuri judoka o gli interessati attraverso delle lezioni di prova che si terranno per i ragazzi il 2 e 9 settembre dalle 10.45 al dojo di via Cattaneo 10, mentre per gli adulti giovedì sera dalle 19.15, sempre al dojo.