Mobilità

Colonne al San Gottardo? Serve uno psicologo

Mentre i chilometri al portale Nord sono già 12, con lo psicologo del traffico Roberto Ballerini parliamo di partenze intelligenti, attese e alternative
© Keystone/Urs Flueeler
Paolo Galli
29.03.2024 12:30

I chilometri di colonna al portale Nord del San Gottardo sono (per ora) 12, con tempi d'attesa di due ore. Il tunnel è pure stato chiuso per un'auto in panne. I problemi di viabilità, inevitabilmente, si riflettono anche lungo la A2 fino a Brogeda. In questi casi, viene sempre da chiedersi «perché?». Della serie: ma perché mettersi in viaggio, sapendo che si troverà colonna? Sulle partenze cosiddette intelligenti, Roberto Ballerini, psicologo del traffico, attivo anche nel Centro psicologico del traffico della SUPSI, dice: «Di principio, le partenze notturne, magari subito dopo il lavoro, per anticipare il traffico o evitare gli orari di punta, sono rischiose perché stancano e creano un problema critico. La partenza «intelligente» non si basa solo sul traffico, ma anche sullo stato di salute del conducente, sia fisica - essere in buona salute, riposato, organizzare pause per distendere i muscoli e fare movimenti, alternarsi alla guida, regolare l’alimentazione e l’idratazione prima e durante la guida - sia psichica: essere e restare riposato, evitare distrazioni eccessive dentro e fuori dal veicolo, soprattutto emotive. Ciò che veramente è intelligente è la programmazione e la pianificazione, o organizzazione, individuale, ovvero tenendo in conto le variabili individuali legate sia al fitness che al percorso previsto».

Eustress e distress

Approfittiamo della chiacchierata con uno psicologo del traffico per parlare delle emozioni che si scatenano quando si è fermi in un lungo ingorgo. Anche se poi ognuno reagisce a suo modo. Roberto Ballerini riflette: «La guida è una prestazione complessa e stressante. Distinguiamo lo stress favorevole, o stimolante - il cosiddetto «eustress», che motiva a fare e sostiene l’impegno e l’attenzione - da quello patologico, o negativo, il «distress», che debilita e rende più faticoso lo sforzo sia fisico che mentale. Il problema principale è il distress che nasce dalla delusione, dalla frustrazione. Chiaramente, l’essere preparato a doversi ritrovare in un ingorgo, in un rallentamento, riduce il vissuto negativo del conducente nel traffico che vi è confrontato in modo imprevisto. In questo senso aiutano le indicazioni e le previsioni di USTRA, come pure delle associazioni automobilistiche come il TCS svizzero, oppure l’ADAC tedesco, solo per fare due esempi». Essere informati, continua lo psicologo, permette di organizzarsi, pianificare e prevedere, «per quanto possibile». Ballerini prosegue: «Da considerare che non tutti possono partire quando vogliono, per limiti e impegni lavorativi, scolastici o altro. Inoltre, il sapere se vi sono o no alternative all’ingorgo autostradale permette di accettare meglio, invece che di subire, i rallentamenti. E perché non prevedere passatempi in caso di ingorgo? In estate ho visto conducenti giocare a carte in autostrada e gli spiritosi prendere il sole davanti al tunnel del San Gottardo».

Perché gli ingorghi

Ecco, tornando al San Gottardo. Le colonne, specie per Pasqua, o durante l’estate, sono un grande classico. Un tormentone per cui non si trova una soluzione. Non si trova un modo per annullarle. Come sottolinea lo stesso Roberto Ballerini, «gran parte delle cause degli ingorghi e dei rallentamenti del traffico stradale è dovuta a questioni di sovraccarico strutturale: 1.000 autoveicoli passano più facilmente e più in fretta il tunnel che non 5.000. Certo, si potrebbe passare fuori stagione. Ma chi ne ha voglia? Si potrebbe aggirarlo allungando il percorso. Lo fai tu? Si potrebbe evitare di passarlo del tutto. E rinunciare alle vacanze?». Tante riflessioni retoriche. Di fondo c’è quello che lo psicologo definisce «un errore cognitivo: dal punto di vista psicologico, la linea retta rimane sempre quella che promette meglio, anche se l’esperienza con il traffico insegna che non è sempre vero. Ma immettersi nel traffico nei momenti trafficati ha anche dell’azzardo. A chi non è mai capitato che gli sia andata bene? E che mi vada bene anche questa volta e gli ingorghi si formino dopo che sono passato io?». Le variabili personali sono «la caratteristica umana principale delle persone conducenti» e quindi i motivi sono sempre «molti e non sempre prevedibili». Insomma, «è complicato. La cosa migliore è armarsi di pazienza e allenarsi a mantenere la pazienza fino a destinazione. Se si arriva sereni, si godono meglio le vacanze invece di soffrire di insonnia pensando già al ritorno».

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