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Come e perché la televisione e i social hanno ucciso la realtà e travolto la verità

Oggi Dario Campione ci racconta il libro di Anna Maria Lorusso «Il senso della realtà. Dalla Tv all’intelligenza artificiale», pubblicato da La Nave di Teseo
©Michael Dwyer
Dario Campione
27.09.2025 06:00

Oggi vi racconto il libro di Anna Maria Lorusso Il senso della  realtà. Dalla Tv all’intelligenza artificiale, pubblicato da La Nave di Teseo.

Esattamente 30 anni fa, nel 1995, Jean Baudrillard dava alle stampe per l’editore Galilée di Parigi un libro intitolato Il delitto perfetto, subito tradotto in italiano da Raffaello Cortina con un sottotitolo molto significativo: La televisione ha ucciso la realtà?

Idealmente, Il senso della realtà - l’ultimo lavoro di Anna Maria Lorusso, allieva di Umberto Eco e ordinaria di Semiotica all’Università di Bologna - è una prosecuzione e un aggiornamento del libro di Baudrillard. Di cui condivide, sin dalle premesse, una tesi: «La perdita del senso di realtà ha a che fare con i media: i media ci hanno abituato a una ibridazione dei piani, in cui non conta più cosa è vero (nel senso di realmente accaduto), cosa è falso (nel senso di intenzionalmente costruito, per ragioni di interesse), cosa è finto (nel senso di inventato, magari a fini di intrattenimento). Conta che le cose succedano e siano visibili».

Non è un libro semplice, quello di Anna Maria Lorusso. Ma è un libro utile. E direi anche essenziale. Perché porta a riflettere sulla scomparsa delle coordinate fondamentali dell’esistenza di tutti noi: la realtà, appunto. E la verità.

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