Aviazione

Come ti dribblo i dazi di Donald Trump: Lufthansa e l'ipotesi di immatricolare i Boeing 787-9 in Svizzera

Sebbene il presidente degli Stati Uniti sembri più incline al dialogo, l'ipotesi di una guerra commerciale spaventa, e non poco, il colosso tedesco
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Marcello Pelizzari
30.04.2025 19:30

Com'era l'adagio? Ah, sì: meglio soli che male accompagnati. In realtà, di questi tempi soli si muore. Se, poi, la compagnia è di qualità i benefici sono molteplici. Ne sa qualcosa il gruppo Lufthansa, di cui fa parte Swiss, peraltro in continua espansione dopo l'investimento in ITA Airways: sul tavolo del colosso tedesco, infatti, ci sono i dossier Air Europa e TAP. La vastità dell'impero guidato da Carsten Spohr, vista la politica tariffaria di Donald Trump, potrebbe rivelarsi un vantaggio. Detto in altri termini, e tenendo sempre a mente che il tycoon in queste ultime settimane ha mostrato un volto meno aggressivo e più incline al dialogo, la presenza di Lufthansa in Paesi e giurisdizioni differenti potrebbe consentire al gruppo di superare l'attuale tempesta o, meglio, l'attuale clima di incertezza

Sappiamo che il presidente statunitense, da tempo, ha l'Europa nel mirino. In un primo momento, Trump ha parlato di dazi al 10%. In seguito, però, ha menzionato il 25 e, addirittura il 200% su alcune importazioni europee. L'Unione Europea, a mo' di risposta, ha annunciato tariffe punitive fra il 25 e il 50% su una serie di prodotti provenienti dall'America. Nulla, va da sé, è stato inciso nella pietra, ma – per dirla con il portale specializzato aeroTELEGRAPH – è evidente che un'eventuale guerra dei dazi farebbe male, anzi malissimo al gruppo Lufthansa. 

Lufthansa, a proposito di incertezza, nelle prossime settimane vorrebbe portare in Germania alcuni dei 15 Boeing 787-9 Dreamliner da mesi parcheggiati a Charleston, negli Stati Uniti, per un problema di certificazione dei nuovi sedili Allegris. Nelle previsioni del vettore tedesco, quest'estate il primo Dreamliner avrebbe dovuto integrare la flotta. Al di là dei problemi di certificazione, i dazi punitivi dell'Unione Europea potrebbero far lievitare, e non poco, il prezzo di questi aerei. Di qui il guizzo dei dirigenti del gruppo: secondo la Süddeutsche Zeitung, Lufthansa starebbe valutando di importare i Dreamliner tramite la Svizzera. Il motivo? Semplice: la Confederazione, sin dall'annuncio di Trump, con tanto di tabella, ha scelto il dialogo al posto della scure. Tradotto: nessuna ritorsione rispetto al 31% «promesso» da Trump o, se preferite, nessun controdazio sulle importazioni USA. Il che, per Lufthansa, si tradurrebbe in un grosso risparmio se immatricolasse i Boeing 787 prima in Svizzera per poi, in un secondo momento, trasferirli in Germania.