Movida

Con Lugano Marittima la città di sera non è più la stessa

Ha rivoluzionato l’offerta e spostato il baricentro del divertimento creando malumore tra gli esercenti del centro - La foce è presa d’assalto, la fila per un drink può essere lunga e secondo alcuni il progetto è vittima del suo successo
(Foto Putzu)

LUGANO - Lugano Marittima ha letteralmente rivoluzionato l’offerta notturna del Sottoceneri. E in città ne parlano tutti. Lugano Marittima di qua, Lugano Marittima di là. Ogni giorno circa duemila persone passano la loro serata alla foce. Qualche drink, un po’ d’aria fresca in riva al lago e un’atmosfera che di luganese ha ben poco. È stato un successo folgorante, tanto che – come ci conferma Claudio Chiapparino, direttore della Divisione eventi e congressi della Città – ora che si è sparsa la voce la foce è diventata una meta anche per molte persone provenienti dalla Lombardia e desiderose di passare qualche ora sul «Lago Adriatico». E come tutti i successi folgoranti, Lugano Marittima ha già attirato qualche critica e qualche invidia. Partiamo dalle critiche.

Nelle serate di punta (giovedì, venerdì e sabato) mettersi in fila per prendere una birra è un’impresa che richiede pazienza. Fino a 20 minuti. «Questo posto è vittima del suo stesso successo» ci ha confidato un visitatore. Critica che in realtà è pure un complimento, anche se poi la stessa persona aggiunge: «Sembra quasi che nessuno sia capace di usare la spina». Ma poi c’è anche chi – perlomeno tra alcuni esercenti del centro – non vede per nulla di buon occhio il fatto che Lugano Marittima abbia spostato il baricentro dell’offerta serale. «Il centro si è svuotato e vanno tutti alla foce» ci confida uno di loro. In effetti uno spostamento c’è stato e luoghi come piazza della Riforma, che è sempre stato il place to be delle calde estati luganesi, sono più vuoti del solito. E tra chi soffre la «concorrenza della Città» – perché al Foce è vero che a operare sono esercenti privati, ma su iniziativa del Municipio che ha messo a concorso gli spazi e incassa gli affitti per coprire le spese – c’è perfino il Mojito, il locale della Città che fino all’anno scorso è stato accusato di fare concorrenza ai bar del centro. Anche il villaggetto di piazza Manzoni, nato come Lugano Marittima da una collaborazione fra pubblico e privati, sembra essere meno affollato del solito. Come risponde Chiapparino? È vero che tra gli effetti collaterali del successo di Lugano Marittima c’è uno svuotamento del centro? «Di sicuro – spiega – c’è chi in queste settimane ha preferito andare alla foce rispetto che passare tutta la serata in piazza. Uno spostamento di flusso c’è stato e le persone vanno magari di più in locali vicini a Lugano Marittima: al Circolo Velico o all’Antica Osteria del Porto. Ma la verità è che abbiamo portato più persone in città rispetto al solito. E permettetemi di ricordare che proprio l’anno scorso, al tavolo di discussione con i commercianti del centro, era più volte emerso il fatto che in centro venivano organizzati troppi eventi». Frase che riporta alla mente la celebre canzone di Antoine («Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre»).

Ora che si è sparsa la voce la foce è diventata una meta anche per molte persone provenienti dalla Lombardia e desiderose di passare qualche ora sul «Lago Adriatico»

«E non è – aggiunge il capodicastero Eventi Roberto Badaracco – che in centro non vengano organizzate manifestazioni, anzi. Lo facciamo proprio per aiutare ristoratori e commercianti di quella zona». Per Chiapparino in ogni caso il discorso da fare è più ampio. «Il nostro compito non è favorire solo gli esercenti del centro, ma portare più persone in città. E lo abbiamo fatto anche con una certa logica, creando un percorso in cui le persone si spostano da un punto all’altro». Perché occorre ricordare che con il LongLake tutto il centro sarà animato. Lo saranno piazza Manzoni e della Riforma, lo sarà il lungolago e lo sarà anche la foce. La grande scommessa di Lugano Marittima è stata quella di puntare su un luogo che di sera, nonostante la rinaturazione, non è mai stato molto frequentato. A ben guardare è anche un primo tentativo di «ricucire» il lungolago (di fatto tagliato in due dal Cassarate) portando più persone verso Castagnola.

L’anno prossimo ci spingeremo anche oltre, animando l’intero lungolago fino al Belvedere e a Riva Caccia con proposte diversificate

Resta un fatto: Lugano è una delle città svizzere con la più alta percentuale di locali. Che l’ente pubblico, in modo più o meno diretto, abbia creato in estate quattro luoghi dedicati anche alla ristorazione (Lugano Marittima, il Biergarten al boschetto del Ciani, la Baia Manzoni nell’omonima piazza e il Mojito sul quai) non è eccessivo? Non rischia di soffocare l’iniziativa privata? «Sono progetti – risponde Chiapparino – in cui coinvolgiamo i privati. Agli esercenti di Lugano abbiamo offerto la possibilità di usufruire degli spazi che abbiamo creato, e tutti quelli che hanno concorso ne hanno ottenuto uno. E l’anno prossimo ci spingeremo oltre, animando l’intero lungolago fino al Belvedere e a Riva Caccia, diversificando le proposte».

Vero che molti esercenti hanno approfittato della partnership, ma è anche vero che alcuni non se la sono sentita. Perché per gestire contemporaneamente il proprio bar in città e una buvette «esterna» potrebbe essere necessario assumere del personale in più, aumentando i costi fissi. Una cosa però, quando si parla di imprenditorialità, forse andrebbe detta. Alcuni ristoratori avrebbero potuto tentare di sfruttare un po’ di più l’accresciuta movida alla foce. A Lugano Marittima non c’è un granché da mangiare: qualche panino e qualche pizzetta. Noi ci siamo stati giovedì – che in estate è una sera importante – e trovare un ristorante aperto dopo le 11 è stata un’impresa. Quelli in piazza della Riforma hanno risposto presente, mentre tra la foce e il centro di aperto c’era ben poco. Decisamente più gasati, e ne hanno donde, gli esercenti che hanno scommesso su Lugano Marittima. Hanno pagato un affitto relativamente basso – era la prima edizione e la Città non voleva forzare sulle tariffe – e hanno avuto in cambio incassi ragguardevoli. «Nessuno prevedeva un tale successo e una tale affluenza di clienti – conferma Renzo Filippi, gerente di una delle casette – Il fatto di vedere insieme così tante persone di età e ambienti diversi, dai giovani adulti che bevono birra agli avvocati che a fine giornata aprono uno spumante, mi fa venire la pelle d’oca».

(foto Putzu)
(foto Putzu)

Ad alcuni non va giù

I locali solitamente protagonisti della vita notturna cittadina vivono il successo di Lugano Marittima con sentimenti differenti. In generale traspare un po’ di dispiacere: «Questo progetto sposta la clientela estiva, le attività del centro ne risentono» dice il gerente di un ristorante di via della Posta. Lo segue a gran voce un collega di piazza Indipendenza, che parla di una marginalizzazione degli altri locali «che pagano le tasse».

I locali in centro pagano per restare qua tutto l’anno e questi in due mesi portano via tutti

Allo stesso modo, un cameriere di un locale di Cassarate constata un calo della clientela da quando ha aperto Lugano Marittima: «Ci ha tolto lavoro nel fine settimana». Anche il responsabile di un ristorante di piazza della Riforma è scontento: «I locali in centro pagano per restare qua tutto l’anno e questi in due mesi portano via tutti». Non tutti però sono negativi. Alla gerente di un bar di piazza Rezzonico piace il villaggetto alla foce, anche se vorrebbe che questa iniziativa fosse compensata da altre simili in centro. «In ogni caso ben vengano queste idee, piuttosto che non avere niente...». Il titolare di una vicina pizzeria, invece, reagisce con disinteresse: «Là di pizze non ne fanno».

Le ultime parole famose
L’anno scorso avevamo raccolto diverse opinioni sulla zona della foce, tra cui quella del sindaco. Sull’idea di aumentare l’animazione o aggiungere un bar all’interno del parco, a pochi metri dalla foce, Marco Borradori, un po’ scettico, si era espresso così: «Credo che il bello della foce sia proprio la sua tranquillità e la sua calma, il fatto che sia un posto in mezzo alla natura». Le ultime parole famose.

Chiusi di notte nel parco

Lugano Marittima attira molte persone in zona foce e alcune di loro, settimana scorsa, sono rimaste bloccate nel parco Ciani dopo la chiusura serale dei cancelli. Per uscire hanno dovuto scavalcare le inferriate o guadare il fiume. Con un’interrogazione, il consigliere comunale della Lega Rodolfo Pulino ha chiesto al Municipio se è mai stata considerata l’idea di cambiare l’orario ufficiale di chiusura del parco rendendolo più accessibile durante l’estate e i grandi eventi e se esiste un controllo per evitare che qualcuno resti chiuso all’interno.