Concordia: arringa della difesa

GROSSETO - Francesco Schettino è tornato stamani in aula per la 69.ma udienza del processo di Grosseto per il naufragio della Costa Concordia anche se è malato. Lo ha sottolineato in apertura di udienza il suo difensore, avvocato Domenico Pepe, che prima di proseguire l'arringa della difesa (dopo le udienze di giovedì e venerdì scorso) ha consegnato ai giudici un certificato medico.
Schettino, che è anche stato visitato dalla guardia medica di Grosseto, ha acconsentito alla prosecuzione del processo e ha preso posto accanto ai suoi legali dove opera sui computer.
L'avvocato Pepe concluderà la discussione della difesa. Lo stesso difensore ha protestato coi giudici perché la procura venerdì aveva depositato in cancelleria una memoria di 400 pagine parlando di "abuso processuale" per il poco tempo a disposizione per studiarle.
Ma il presidente del collegio Giovanni Puliatti ha ricordato che si tratta della requisitoria dei pubblici ministeri (pm), già ascoltata in aula e che pertanto non si pone il problema di assegnare del tempo ulteriore per leggerle.
Nessun ritardo sull'abbandono della nave
"Il comandante Schettino non fece nessun ritardo nel dare l'ordine di abbandono della nave. Ha avuto 45 minuti, in mezzo a tante avversità, per decidere della vita di oltre 4000 persone, per salvare loro la vita. Schettino non è un ammiraglio di scrivania, è uno che sa valutare i venti, le correnti, sul momento, sa come prendere decisioni immediate, lui lo sa fare", ha detto nella sua arringa il difensore.
"Schettino prese decisioni giuste o sbagliate? - ha proseguito il legale avv. Pepe - Giuste! Se avesse dato subito l'abbandono nave sarebbero morte 4.000 persone".
"Il comandante Francesco Schettino è una persona perbene", che "lavora in mare da quando aveva 14 anni" e quando il pubblico ministero (pm) lo definì "idiota, lo offese", inoltre "ha subito una pressione mediatica contro".
"Schettino si è sottoposto a un interrogatorio di 40 ore - ha polemizzato il legale - e poi in requisitoria si dice che si è sottratto alle sue responsabilità, e addirittura se ne chiede l'arresto?". "Dopo 48 ore dall'incidente ha confessato tutto" nell'interrogatorio al giudice per le indagini preliminari (gip), "anche colpe che non erano sue".
Quanto "all'offesa di idiota (il pm disse 'incauto idiota', ndr), io - ha detto Pepe - in 40 anni di aule di udienza non ho mai visto offese all'imputato. Non so se con altri personaggi l'avrebbero fatto. Se ne sono approfittati perché è una persona perbene, questa è la verità!".
Il difensore ha stigmatizzato anche un altro punto dell'accusa: "Schettino a 14 anni faceva il barcaiolo, è sempre stato per mare e la frase che disse 'Il comandante sulla nave è secondo a Dio, è una frase che dicono tutti in mare. Ma non certo per paragonarsi a Dio, né per mettersi sopra Dio, come ha fatto il pm quando ha detto che 'Dio può perdonare, ma noi no'".
L'avvocato Pepe ha anche riportato l'esito della visita dello psichiatra del carcere di Grosseto fatta l'indomani dell'arresto del 14 gennaio 2012. "Lo psichiatra gli chiese se avesse pensato a gesti autolesionistici - ha detto il difensore leggendo il referto - ma Schettino rispose che aveva 'cercato di salvare quante più persone possibie', e che aveva moglie e figli e gli disse 'Vivrò per loro'".