Prevenzione

«Condividere online una foto dei tuoi figli? Meglio di no»

Protezione dell'infanzia Svizzera lancia un nuovo allarme, con un messaggio: «Poco importa ciò che condividi, con l'intelligenza artificiale è possibile falsare qualsiasi foto e farne cattivo uso»
© Protezione dell'infanzia Svizzera
Red. Online
26.08.2024 09:55

Un giovane su due in Svizzera dichiara di aver subito almeno una volta molestie sessuali online (Studio JAMES 2022). In media bastano solo tre minuti prima che un minore subisca esplicite avance sessuali in chat o nei forum di gioco. E l’85% dei soggetti colpiti da reati sessuali su Internet ha meno di 20 anni. Sono le cifre allarmanti condivise da Protezione dell’infanzia Svizzera, che lancia una campagna di prevenzione contro i cyber-reati sessuali su bambini e giovani.

Fedeli al motto «ciò che condividi online, lo condividi con tutti. Proteggi ciò che è importante per te», gli attori coinvolti uniscono le forze per proteggere bambini e giovani dalla violenza sessuale online. Nel 2024 il focus è posto sul tema della sextortion, con particolare riferimento all’Intelligenza Artificiale (IA) e all’incauta condivisione di informazioni personali su Internet.

Al centro della campagna di quest’anno c’è un video che mostra come si può perdere il controllo delle immagini una volta postate online. Partendo da una fotografia, le spettatrici e gli spettatori si rendono chiaramente conto dei pericoli derivanti da un’incauta condivisione. Affinché genitori e bambini siano più preparati e apprendano quali comportamenti offrono protezione in rete, prima che accada qualcosa.

Che cosa è la sextortion

Si parla di sextortion quando si fa uno scorretto utilizzo di foto e video intimi per fare pressione su qualcuno. Questo reato può iniziare in modi diversi e protrarsi per periodi di tempo diversi. Gli autori dei reati entrano in possesso di materiale ricattatorio, ad esempio, attraverso le foto di minori postate dai genitori (sharenting) oppure, in altri casi, capita che immagini originariamente condivise dietro consenso a scopo di sexting vengano indebitamente utilizzate.

Alcuni di questi delinquenti sono adulti che su Internet si fingono adolescenti e adescano minorenni, ottenendo la loro fiducia per poi chiedere in cambio materiale a chiaro sfondo sessuale (cybergrooming). La problematica è aggravata dalla possibilità recente di alterare in modo semplice e veloce innocue immagini quotidiane con l’intelligenza artificiale, trasformandole in immagini a esplicito contenuto sessuale.

Anche lo sportello di segnalazione clickandstop.ch (progetto condiviso di Protezione dell’infanzia Svizzera e della Fondazione Guido Fluri) rileva che sempre più giovani in Svizzera sono colpiti dal fenomeno della sextortion. Nel corso dell’ultimo anno sono aumentate le richieste legate a casi di sextortion, che a oggi rappresentano quasi la metà di tutti i colloqui di consulenza.

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