Confermato il divieto di esercitare per l’ex capo-giurista BSI

Il Tribunale federale (TF) ha confermato il divieto di esercizio della professione per tre anni inflitto a Beat Ammann, l'ex responsabile dell'ufficio legale della Banca Svizzera Italiana (BSI). Gli è stata attribuita una responsabilità sostanziale in relazione alla violazione delle norme sul riciclaggio di denaro nelle transazioni con il fondo sovrano malese 1MDB. Solo l'ammontare delle spese di giustizia è stato ridotto.
Il Tribunale amministrativo federale (TAF) aveva in precedenza ridotto le spese giudiziarie da 30 a 25 mila franchi. Ora il TF ha abbassato gli indennizzi da versare all'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) a 5000 franchi, ai quali si aggiungono 9500 franchi per la procedura davanti ai giudici di Mon Repos.
Nel novembre 2018 la FINMA aveva ritenuto Ammann personalmente responsabile di gravi violazioni delle norme sul riciclaggio di denaro, nonché di gravi violazioni dei requisiti organizzativi della banca.
A causa dello scandalo di corruzione legato al fondo sovrano 1MDB, sono stati avviati procedimenti contro diverse banche in tutto il mondo. La FINMA ha condotto quattro procedimenti di enforcement contro persone fisiche a seguito del caso BSI.