Preventivo 2026

Conti in rosso, i paletti dei partiti

Il deficit di circa 100 milioni di franchi delle finanze cantonali preoccupa le forze politiche, che avanzano le prime richieste - Speziali: «Il Cantone resti attrattivo» - Sirica: «I cittadini non paghino il conto» - Dadò: «Nessun nuovo balzello» - Piccaluga: «Tagli sull’asilo»
©Gabriele Putzu

Ufficialmente, il Preventivo 2026 del Cantone non è ancora nato. Ma le cifre che emergono sono eloquenti: si parla, come riferito dal CdT, di quasi 100 milioni di deficit. «Un disavanzo rilevante», lo ha definito il presidente del Governo Norman Gobbi, che tuttavia – è bene ribadirlo – non conterrebbe alcuna quota derivante dai proventi della Banca nazionale svizzera. Insomma, il quadro potrebbe ancora cambiare. Ma i conti, che verranno presentati nelle prossime settimane dal Consiglio di Stato così come la prevista manovra di rientro, non lasciano spazio a dubbi: occorreranno dei sacrifici, ancora una volta. E la politica, pur non conoscendo ancora nel dettaglio le misure allegate al messaggio governativo, inizia a mettere le mani avanti, piantando paletti o disegnando linee rosse «da non oltrepassare».

Il PLR: «Voragini in vista»

Come rileva Alessandro Speziali, il fatto che i preventivi siano in rosso anno dopo anno «non sorprende, ormai». Attenzione, però: le prospettive sono ancora più fosche. Perché, come evidenzia il presidente del PLR, «c’è il rischio concreto che a breve i conti sprofondino». Anche per le iniziative (sia cantonali, sia federali) che saremo chiamati a votare a fine settembre. «Nel giro di pochissimo tempo potrebbero aprirsi delle voragini». E a quel punto, bisognerà intervenire tramite la leva fiscale. Uno strumento, dice Speziali, «che vogliamo evitare per mantenere l’attrattiva del Ticino». L’altra via per tornare in carreggiata, rimarca ancora il presidente liberale radicale, passa dal «mettere mano ai servizi e a tutto il sistema dei sussidi». Perché, osserva, «quando mancano centinaia di milioni di franchi, il sistema si inceppa. E la realtà, a un certo punto, ti si para davanti nella sua gravità». Il PLR «è il partito della salute finanziaria e della sostenibilità nel tempo delle finanze, in modo da poter investire in opere concrete e non per pagare gli interessi sul debito. Meglio investire in scuole che in interessi passivi. Questi concetti dovrebbero essere nel cuore di tutti». Ma, spiega Speziali, invece non è così. «Nel tempo, c’è chi ha giocato di marketing politico, di lancio di messaggi, di spese allegre, ma poi a un certo punto il problema diventa di tutti. Non di Christian Vitta o del DFE. Basta guardare ai Paesi che hanno fatto male i conti. A rimetterci sono tutti i cittadini, non il ministro delle finanze».

La linea rossa del PS

Da sinistra, invece, arriva un contrattacco. «Da tempo, ormai, ci troviamo in una situazione di deficit dovuta agli eccessivi sgravi fiscali fatti con leggerezza negli ultimi anni», premette il co-presidente del PS, Fabrizio Sirica. Tutto ciò, prosegue, «comporta la solita politica contabile del Governo nell’allestimento del preventivo, in cui le logiche di pareggio si antepongono alle reali necessità del Paese». Le spese dello Stato, osserva, «aumentano perché crescono i bisogni della cittadinanza. Su tutti, quelli di carattere sociale. L’analisi dovrebbe quindi partire dai bisogni». Detto ciò, il PS è chiaro: «Per noi ci sono linee rosse da non superare: i sussidi di cassa malati, ad esempio». Un punto che Sirica spera sia fatto proprio anche dal Consiglio di Stato. «Dopo due anni di fila in cui il Parlamento boccia una misura simile, confidiamo che anche il Governo abbia colto il messaggio». In generale, aggiunge il co-presidente del PS, «di fronte a un deficit di quasi 100 milioni, auspichiamo che si preservi un equilibrio tra entrate e uscite. E, soprattutto, che si smetta di far pagare il conto ai cittadini e ai dipendenti».

E i paletti del Centro

Alcuni paletti li mette anche il Centro. «Il preventivo è di competenza del Governo, ma si presume che l’Esecutivo sia a conoscenza delle diverse sensibilità dei partiti, specialmente dopo le discussioni degli ultimi due anni in merito ai settori che devono essere risparmiati dai tagli, in primis quello dei sussidi di cassa malati», evidenzia il presidente del Centro, Fiorenzo Dadò. L’auspicio, quindi, è che una eventuale manovra di rientro possa essere «la più indolore possibile per i cittadini». Ma su un punto in particolare Dadò ci tiene a essere chiaro: «Il mio partito non è disposto ad accettare alcun aumento delle imposte. In un momento delicato per molti, siamo dell’avviso che non si possano aggiungere ulteriori balzelli. Il Governo, quindi, dovrà trovare i soldi altrove. E spero che in questi mesi abbia proceduto a una seria analisi della spesa».

La Lega spinge sugli asilanti

La Lega, assicura invece il coordinatore Daniele Piccaluga, «si prenderà l’impegno di analizzare per bene il Preventivo 2026». Ma una cosa è certa: le richieste di via Monte Boglia saranno le stesse di sempre. «I costi sostenuti dal Cantone per la gestione dei richiedenti l’asilo non devono superare quanto versa la Confederazione», dice ad esempio il coordinatore. Ma anche i sussidi di cassa malati andranno mantenuti. «Abbiamo inoltrato una mozione con 40 misure di risparmio», ricorda Piccaluga. «Mi auguro che molte di queste richieste vengano soddisfatte». Anche l’UDC, tramite un comunicato, ha fatto sentire la propria voce. «Si preannuncia un ennesimo deficit da profondo rosso per il prossimo preventivo del Cantone», evidenziano i democentristi. «L’Esecutivo è alla ricerca di misure e l’UDC ne ha proposta una attraverso l’iniziativa “STOP all’aumento dei dipendenti cantonali” lanciata alla fine dello scorso anno. Le casse cantonali non sono vuote, ma si spende troppo e male, mentre i debiti – che pagheranno le future generazioni – crescono a dismisura».