"Contro l'Isis i raid non bastano"

Pressing di alleati e consiglieri su Barack Obama per intensificare la lotta allo Stato Islamico
Ats
18.10.2014 20:37

NEW YORK - Pressing di alleati e consiglieri su Barack Obama per intensificare la campagna militare contro l'Isis. Nella convinzione che i raid aerei non siano sufficienti a sconfiggere il nemico, gli alleati di vecchia data ma anche i più recenti premono per un'azione più ampia ed efficace per sconfiggere l'Isis, che nel frattempo ha inviato rinforzi a Kobane per combattere i curdi.L'avanzata dei militanti solleva infatti dubbi sulla strategia americana, da più parti ritenuta inadeguata e insufficiente di fronte alla minaccia jihadista. Per Obama si tratta di un dilemma: scettico e riluttante a intervenire sui timori di un coinvolgimento in Iraq e in Siria, il presidente si è deciso nelle ultime settimane ad agire insieme alla coalizione.Ed ora è di nuovo nel mirino: gli attacchi aerei - secondo molti - non stanno avendo l'impatto necessario e non stanno infliggendo lo sperato colpo definitivo all'Isis. La battaglia, anche se solo aerea, rischia così di essere molto più lunga del previsto, aumentando le chance di un ulteriore rafforzamento del Califfato.Le critiche mosse hanno finora avuto come esito l'intensificarsi dei raid aerei: negli ultimi due giorni ne sono stati condotti 25, di cui 10 in Iraq e 15 in Siria. Gli attacchi delle ultime ore - secondo l'Osservatorio Nazionale per i diritti umani - avrebbero causato almeno 10 vittime.E anche all'interno dell'amministrazione, il fatto che Obama sia sempre più sotto pressione sembra essere chiaro. Negli ultimi giorni il generale Martin Dempsey ha suggerito, a più riprese, l'intenzione di chiedere che le truppe americane accompagnino le forze irachene nelle operazioni di combattimento sul terreno. Una richiesta che si oppone alle ripetuta assicurazioni di Obama sul fatto che non ci saranno 'boots in the ground'.Un intensificarsi degli scontri rischia di avere conseguenze politiche forti per Obama e per i democratici in vista delle elezioni di medio termine. Ma anche traccheggiare rischia di essere un boomerang per l'amministrazione, già alle prese con la crisi in Ucraina e l'emergenza Ebola.Intanto l'Isis si organizza e cerca di difendersi dagli attacchi: ai militanti è stato distribuito un manuale in arabo per evitare che i contenuti pubblicati online possano agevolare l'intelligence occidentale e mettere a rischio i jihadisti. Alcune fughe di informazioni involontarie su Twitter e su altre piattaforme avrebbero infatti consentito di identificare alcuni militanti e luoghi di interesse. Da qui la necessità di un manuale per spiegare come nascondere i 'metadata' per cancellare le tracce telematiche.Infine oggi è rimbalzata la notizia dell'ennesima barbarie perpetrata dallo Stato islamico. L'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) ha riferito che il cadavere di un uomo giustiziato a colpi d'arma da fuoco perché accusato di spionaggio, è stato esposto crocifisso ad Al Bab, una località del nord della Siria. L'uomo, identificato come Abdallah Al Bushi, era stato riconosciuto colpevole di aver filmato postazioni dell'Isis in cambio di denaro. Testimoni hanno riferito che un cartello appeso al collo riportava la sentenza, secondo la quale il corpo avrebbe dovuto rimanere esposto per tre giorni come monito.

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