Copti, processo aggiornato

IL CAIRO - Si sono dichiarati "non colpevoli" i tre egiziani accusati di omicidio premeditato per l'uccisione di sei cristiani copti il 6 gennaio (vd suggeriti) durante il primo giorno del processo, che è stato subito aggiornato al 20 marzo.
I tre sono comparsi, in un'aula gremita di giornalisti e avvocati, davanti all'Alta Corte dello stato di Qena, nell'Alto Egitto, per l'occasione presidiata da ingenti forze di polizia. Anche i familiari degli imputati sono stati scortati dalla polizia per proteggerli da possibili aggressioni. Il principale accusato, Mohammed al-Kammuni, rischia la pena di morte, mentre gli altri due l'ergastolo.
Il sei gennaio, vigilia del Natale copto, tre uomini aprirono il fuoco contro i copti che uscivano dalla messa a Negaa Hamadi, circa 600 chilometri a sud del Cairo e ad una sessantina di chilometri da Qena, provocando la morte di sei cristiani e di un poliziotto musulmano. L'attentato suscitò la collera degli abitanti della zona, oltre a numerose prese di posizioni internazionali, prime tra tutte quelle del Vaticano e degli Stati Uniti. Le autorità egiziane negano qualsiasi carattere confessionale alla vicenda affermando che si tratta di un fatto di criminalità seguito allo stupro di una bambina musulmana di 12 anni da parte di un copto (vd suggeriti).
I copti rappresentano quasi il 10% degli 80 milioni di egiziani.