Costa Azzurra, ora i morti sono 17

PARIGI - Il diluvio in Costa azzurra l'hanno immortalato e subito diffuso on line mille cellulari. Barricati dentro le auto o dietro i vetri delle poche finestre rimaste sicure, in tanti hanno filmato il diluvio torrenziale, poi l'onda gigante della Brague, il piccolo fiume costiero esondato, che ha travolto tutto a Nizza, Cannes, Antibes, provocando la morte di almeno 17 persone. I dispersi, stasera, sono ancora 4.
La misura della gravità della situazione - il fenomeno, previsto ma non con questa ampiezza, si sta spostando verso l'Italia - l'ha data il presidente della Repubblica, Francois Hollande, arrivando in elicottero con il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, sui luoghi del disastro. Poco prima di mezzogiorno, il presidente - quando ormai brillava il sole sulla regione - ha reso omaggio alle vittime e al lavoro dei soccorritori. Poi ha annunciato lo stato di calamità naturale e il pagamento entro tre mesi degli indennizzi previsti. Un primo aiuto d'emergenza di 5 milioni è stato sbloccato già stasera dalla regione. Il capo dello stato parlava da Biot, uno dei paesi più tragicamente colpiti. Era in piedi, davanti all'ospizio dove sono morti tre anziani che dormivano al pianterreno e che sono stati sorpresi nel sonno dall'acqua e dal fango.
La notte da incubo della Costa azzurra è cominciata dopo le 20, quando la partita Nizza-Nantes è stata interrotta per il maltempo, ed è finita alle 2 del mattino, con un picco fra le 21 e le 22. In quei 60 minuti, secondo i dati di Meteo France, sono stati battuti tutti i record a Cannes dal 1942, anno di inizio delle rilevazioni. Sulla Croisette sono caduti 107 millimetri di acqua, l'equivalente di due mesi. Col passare dei minuti, i torrenti si ingrossavano e di colpo il piccolo fiume costiero della Brague è diventato un mostro d'acqua che ha inghiottito le vie di Cannes: "un'onda di diversi metri d'altezza", come ha testimoniato David Lisnard, il sindaco di Cannes. Sulla Promenade des Anglais e sulla Croisette, dove sfilano le dive del Festival del Cinema, le automobili erano relitti alla deriva e i soccorsi arrivavano in gommone. Nel Palazzo del Festival, sono stati accolti i sinistrati, con coperte e bevande calde. Gran parte delle vittime è stata sorpresa in auto dalla violenza dell'alluvione. Il sindaco di Cannes ha anche criticato "l'indisciplina" di molti, che invece di mettersi in salvo seguendo le indicazioni dei soccorritori hanno scelto di correre per mettere al riparo l'automobile.
Ma la notte più lunga delle Alpi Marittime, non è stata soltanto quella dei danni devastanti ("ci vorranno mesi per tornare quelli di prima", ha lamentato il sindaco di Cannes, David Lisnard), delle lacrime di chi ha perso tutto e della "solidarietà della nazione" proclamata da Hollande. È stata anche quella dei saccheggi, degli "sciacalli" che hanno preso ad aggirarsi nelle strade di Cannes e dell'entroterra per rubare prima dell'alba quanto rimaneva nelle case allagate o nelle auto abbandonate dalla gente in fuga, soprattutto nei negozi. Se ne è lamentato il Prefetto della regione, spiegando che le forze dell'ordine sono impegnate nei soccorsi e non possono vigilare sull'ordine pubblico. Nove "sciacalli" sono stati arrestati, due compagnie di CRS, i poliziotti delle squadre di pronto intervento, sono arrivate sul posto già questa mattina di rinforzo.
Il traffico ferroviario della regione è paralizzato, 4.000 persone hanno dormito in 15 treni rimasti bloccati per tutta la notte. Fra questi, cinque stracolmi di 2.500 pellegrini italiani di ritorno da Lourdes, che sono stati poi gli unici - in giornata - a circolare per poter rientrare in Italia. Decine e decine di migliaia le case senza elettricità ancora questa mattina, in serata ne restano almeno 14.000. Impressionante la devastazione di Antibes e dell'entroterra, dove è andato quasi completamente distrutto il parco acquatico Marineland. Pompieri e veterinari sono accorsi anche lì, salvando in extremis la vita a una tartaruga gigante.
Dal momento dell'alluvione sono stati mobilitati circa 550 pompieri e sono stati effettuati quasi 200 viaggi in elicottero da parte della Sécurité Civile del dipartimento delle Alpi Marittime e di Bouches du Rhone.
La causa
Le piogge violente che hanno provocato l'alluvione nella Costa Azzurra sono state prodotte da un mix di correnti: l'aria fredda della perturbazione proveniente dall'Atlantico è entrata nel Mediterraneo, richiamando da Sud masse di aria calda.
Sul tratto di mare in corrispondenza delle coste francesi meridionali si è formata così una 'miscela esplosiva', nella quale l'aria fredda arrivata dall'Atlantico ha attirato quella calda in un vortice di bassa pressione che ha prodotto nubifragi.
"All'inizio dell'autunno le perturbazioni atlantiche cominciano ad entrare nel Mediterraneo, un mare piuttosto caldo e che durante l'estate ha accumulato molta energia", spiega il meteorologo Andrea Giuliacci, del Centro italiano Epson Meteo. La situazione è analoga a quella che nei giorni scorsi ha provocato l'alluvione in Sardegna. "In entrambi i casi - rileva - l'aria fredda dell'Atlantico ha raccolto una grande quantità di energia e umidità", effetto dell'estate eccezionalmente calda appena trascorsa.
Tuttavia, secondo l'esperto, se fino a circa 30 anni fa situazioni del genere erano piuttosto rare, recentemente stanno diventano frequenti. "Il Mediterraneo - osserva - è decisamente più caldo di quanto non lo fosse 20 o 30 anni fa, ed oggi è un significativo serbatoio di energia cui attingono le perturbazioni in ingresso".
Anche in passato si sono verificate alluvioni improvvise, che nell'arco di poco tempo hanno concentrato piogge torrenziali, "ma eventi come questi fino a qualche decennio fa erano rari, eccezionali. Purtroppo adesso stanno diventando la norma e si ripetono con frequenza elevata: in ogni stagione si verificano alluvioni e improvvise inondazioni". In realtà "la quantità di pioggia che cade non è cambiata molto dal 1880 ad oggi, ma i giorni piovosi si sono ridotti del 12% circa e questo vuol dire che le piogge sono più concentrate e violente".
È un fenomeno generale, che riguarda l'Italia come molti altri Paesi, e che secondo Giuliacci è dovuto ai cambiamenti climatici in corso. "È un aspetto analogo a quello che in Europa sta rendendo il clima più estremo", con inverni dai picchi molto rigidi ed estati con ondate di calore più intense e durature. Il risultato, osserva l'esperto, "è un saliscendi di estremi, in estate come in inverno, che comporta sbalzi incredibili".