Costa Concordia, lezione mal capita

NAPOLI - Il suo volto, abbronzato e sereno, compare in televisione, a ora di pranzo. Nel primo anno dal tragico naufragio che costò la vita a 32 persone, domenica si è tornati a parlare di Costa Concordia. I parenti delle vittime, proprio oggi, sono tornati all'isola del Giglio, davanti al relitto della nave, la cui carcassa sarà presumibilmente spostata nel prossimo mese di settembre, con alcuni mesi di ritardo, dunque, rispetto a quanto previsto. Agli italiani che lo ascoltano, il comandante della nave, Francesco Schettino, dice che il dolore «non va esibito, è qualcosa che ci portiamo dentro». È vicino - assicura - alle vittime e ai loro familiari. Ma lui che è indagato per la morte di 32 persone, non ci sta a continuare a essere al centro delle accuse. E a sua volta accusa, anche. L'inchino? Non c'è stato. «Mi sono autoincolpato perché ho seguito le indicazioni che ho avuto», afferma. E poi: «Se il timoniere avesse capito bene, la nave sarebbe passata senza che succedesse nulla». E poi, ancora. Lui che ha fatto il giro del mondo come il comandante codardo, che è scappato prima di tutti, racconta un'altra storia: «Sono stato l'ultimo a uscire dal lato sommerso della nave».
«Io avevo indicato una rotta che passava a circa mezzo miglio dalla costa del Giglio, circa 600 metri - aggiunge -. In realtà non eravamo alla distanza minima ma la nave stava puntando verso gli scogli». E così il comandante non cede, neanche un anno dopo. Del resto in paese, un anno dopo la tragedia, ripetono quello che dissero subito dopo il naufragio: «È bravo, bravissimo, la colpa non è solo sua». Perfino il parroco di Meta di Sorrento, don Gennaro Astarita, lo dice: «È provato, certo, ma forte e combattivo». Qualche giorno fa - racconta un gruppo di turisti di Cremona - Schettino era in riva al mare, a bere un caffè, «era sereno, sì molto sereno». La sua intervista tivù, nei bar di Meta, i suoi concittadini l'hanno seguita. E qualcuno ha pure sbottato: «Almeno oggi poteva risparmiarsela». C'è chi è andato a trovarlo, «è addolorato, siamo tutti addolorati». E chi, questa brutta storia, l'ha sintetizzata così. «Solo lui e Dio sanno la verità. Verità che forse noi non sapremo davvero mai».