Guerra

«Costretti ad arruolarci nell'esercito russo»: la storia di sette turisti indiani

È quanto successo a sette giovani uomini che lo scorso 27 dicembre erano andati in Russia per festeggiare l'arrivo del nuovo anno – Condotti con l'inganno in Bielorussia, i sette turisti si sono trovati davanti a un bivio: 10 anni di prigione oppure il servizio militare tra le fila di Mosca
© Russian Defense Ministry Press Service via AP
Red. Online
30.03.2024 23:00

Sette uomini di origine indiana vestiti con pesanti giacconi militari che, da una stanza fatiscente, chiedono al proprio Governo aiuto. Questo, in estrema sintesi, è il contenuto di un video circolato in rete all'inizio di marzo e riportato dall'emittente indiana NDTV. I sette denunciano di essere stati costretti con l'inganno o, meglio, con un ricatto ad arruolarsi nell'esercito russo e a combattere nella guerra contro l'Ucraina.

Ma come è possibile? Riavvolgiamo il nastro della vicenda. Alla fine dello scorso anno i sette chiedono e ottengono un visto della validità di 90 giorni per recarsi in Russia. Il 27 dicembre partono quindi per il Paese allo scopo di festeggiarvi l'arrivo del nuovo anno. Le cose, tuttavia, si complicano quando il gruppo si imbatte in una persona che afferma di essere una guida turistica. La guida propone loro un tour in Bielorussia: è l'inizio del calvario. I sette indiani non dispongono infatti del permesso d'entrata nel Paese e vengono arrestati.

«La polizia ci ha fermati e ci ha consegnato alle autorità russe che ci hanno obbligato a firmare un documento», spiega uno degli uomini nel video. Ma quale era la natura del foglio firmato? A spiegarlo a NDTV è il fratello di uno dei sette turisti indiani che chiarisce come il documento indicasse che i sette dovevano scegliere tra una pena detentiva di dieci anni o l'arruolamento nell'esercito russo.

«Ci stanno addestrando all'uso delle armi, per poi spedirci in Ucraina», denunciano gli uomini nel video, cinque originari del Punjab, due dall'Haryana.

Della loro storia si è interessata anche l'emittente televisiva tedesca ZDF che ha intervistato telefonicamente uno degli uomini apparso nel filmato circolato sui social: Gurpreet Singh. Dal momento del video, spiega l'uomo, la situazione è cambiato. Purtroppo non in meglio. «Rientro oggi dopo una settimana passata sulla linea del fronte. E purtroppo presto dovrò tornarci», spiega l'uomo. «Non veniamo per niente nutriti, ci ammaliamo e ovunque ci sono morti. Quando sono arrivato c'erano con me sedici/diciassette ragazzi: ora siamo solo tre o quattro, gli altri sono morti e non so dove siano i loro corpi».

Gurpreet Singh è di stanza Sadove, villaggio vicino alla città di Tokmak, nell'oblast di Zaporizhzhia. Alla domanda se abbia la possibilità di scegliere se andare al fronte o meno, Singh risponde: «No, ci obbligano ad andare a combattere. Ci spingono e ci danno dei calci. Se qualcuno si rifiuta di andare, viene picchiato».

Non è un caso isolato

Secondo il quotidiano The Hindu, ad ogni modo, quello dei sette turisti indiani non è un caso isolato: da un'inchiesta condotta dal giornale risulta infatti che gli indiani arruolati nell'esercito russo sono almeno cento. Randhir Jaiswal, portavoce del Ministero indiano degli Affari esteri, sostiene, secondo quanto riporta il Blick, che una ventina di indiani impiegati all'interno dell'esercito russo in qualità di personale di sostegno hanno chiesto aiuto e assistenza alle autorità indiane le quali, a loro volta, si sono messe in contatto con quelle russe. Jaiswal non ha comunque precisato il numero totale di indiani che prestano servizio per l'esercito russo.

Gli indiani non sono comunque gli unici a combattere tra le fila di Mosca. Il Cremlino può infatti contare anche su 15.000 gurkha nepalesi.

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