L'avvistamento

Cuccioli di lupo in Val Colla, autorità sul «chi vive»

Due esemplari adulti e tre piccoli sono stati fotografati nella zona della cima di Fojorina – Si pensa che arrivino dalla riserva naturale di Valsolda – Non sarebbero legati al vecchio branco della Morobbia
© Dipartimento del Territorio
Giuliano Gasperi
13.09.2022 06:00

Lupetti in Val Colla. E non stiamo parlando di scout. La presenza di tre cuccioli di lupo nella zona è stata accertata dal Cantone, che lo ha comunicato ufficialmente ieri. Tre cuccioli fra i tre e i quattro mesi e due adulti, per essere precisi. Gli animali sono stati fotografati nella parte alta della valle, a poche decine di metri dal confine con l’Italia.

«Tenuto conto delle caratteristiche del territorio – ha scritto l’Ufficio caccia e pesca – con buona probabilità questo branco si sposta in gran parte sul versante lombardo, nel comprensorio impervio che comprende la Riserva Naturale della Valsolda e le zone limitrofe». Siamo nei pressi della cima di Fojorina, sopra il villaggio di Cimadera.

Legami sotto la lente

La zona non è lontanissima dalla testata della Val Morobbia, notoriamente zona di lupi, ma il Cantone spiega di non avere «nessun elemento per ritenere che gli individui adulti fotografati abbiano fatto parte del branco della Morobbia». Un branco che le autorità avevano considerato dissolto quattro anni fa dopo la morte per cause naturali della femmina dominante, chiamata F08.

«A partire dal 2019 non sono più stati registrati casi di riproduzione nella regione – fa notare sempre l’Ufficio caccia e pesca – nonostante alcuni individui continuassero e continuino tuttora a usare l’area un tempo occupata dal branco della Morobbia, che si estendeva all’incirca dalla valle di Roveredo fino alla Val Serdena». Attualmente l’unico individuo geneticamente identificato nella zona tra la Val Colla e la Capriasca, e per la prima volta in Svizzera, è M258, a cui è stata attribuita la predazione di una capra lo scorso 12 giugno nella zona di Certara. «Le analisi sugli altri campioni raccolti di recente non hanno per contro permesso di definire il singolo individuo di appartenenza».

Una mappa degli spostamenti

Le «indagini» comunque non sono affatto chiuse. «Le attività di monitoraggio e ricerca di indizi della presenza del lupo proseguono, con lo scopo di ottenere informazioni che permettano di risalire all’identità degli individui tramite analisi genetiche», in particolare quelle effettuate sulle feci e sulle carcasse di animali da reddito o selvaggina verosimilmente attaccati dal lupo. Con una mappatura di questi episodi è più facile capire gli spostamenti del branco, in particolare dei cuccioli che dovessero staccarsi una volta raggiunta la maturità sessuale, come pure la provenienza degli individui adulti. In attesa di saperne di più, l’Ufficio caccia e pesca ricorda «ad allevatori, cacciatori, escursionisti e a tutta la popolazione l’importanza di segnalare in modo tempestivo e quanto più preciso possibile informazioni pertinenti alla presenza e attività delle specie rare ed elusive, quali ad esempio il lupo, la lince, la lontra, o la coturnice».

Argomento poco luganese

Pur essendo un tema di competenza più cantonale e federale, la presenza del lupo tocca anche le autorità locali. Come la Città di Lugano, che non è abituata a confrontarsi con un problema perlopiù montano. Diciamo che lo ha ereditato, probabilmente senza pensarci, con le aggregazioni. Chi se ne occupa in piazza della Riforma?

«Non abbiamo ancora un ‘dicastero lupo’...» esordisce con un sorriso il sindaco Michele Foletti. «I rapporti con i patriziati – che in valle gestiscono ampie porzioni di territorio – rientrano nella promozione dello sviluppo economico, poi abbiamo il Dicastero servizi urbani e una piccola sezione forestale. Dobbiamo capire come organizzarci e che margine di manovra abbiamo».

Sulla questione, in generale, Foletti ha un’idea ben definita: «La cosa più importante per noi è tutelare gli alpeggi: non possiamo rischiare di perdere la cultura dell’allevamento e della produzione, senza dimenticare la gestione del territorio, a causa di un aumento importante dei lupi. Dobbiamo preservarla, questa cultura». Il sindaco vede anche un problema a livello di convivenza fra turisti, cani per la protezione delle greggi (ci sono regole precise su come comportarsi di fronte a loro) e lupi. Questa la linea di Lugano.

Incontri e controlli

Foletti sulla questione è in contatto con il suo omologo di Capriasca Andrea Pellegrinelli, che già prima degli ultimi avvistamenti aveva promosso un incontro, avvenuto venerdì scorso, con allevatori e contadini della zona. «Lo scopo era trovarsi e parlarsi, e sicuramente è stato utile a livello di comunicazione. Certo, le leggi federali non cambiano. Il monitoraggio del Cantone nella nostra regione, invece, sarà molto diverso rispetto a prima: verrà intensificato, mi è stato detto».

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