Sanità

Cure ambulatoriali, stangata da 80 milioni di franchi

Il Consiglio di Stato prende posizione sulla riforma EFAS in votazione il 24 novembre – «Pur condividendo gli obiettivi, la revisione non raggiunge gli scopi prefissati e comporterà un aggravio ingente per le finanze cantonali»
©Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
09.09.2024 06:00

Non aiuta la materia fortemente tecnica, e neppure il suo acronimo «EFAS» che ricorda più il nome di un fucile d’assalto che una riforma sanitaria. Di certo, il «finanziamento uniforme delle prestazioni nel settore sanitario», su cui voteremo il prossimo 24 novembre, rischia di trasformarsi in un vero boomerang per le finanze cantonali. Una fucilata per i conti del nostro cantone già particolarmente sotto pressione.

«Troppo onerosa»

A dirlo, e questa è la notizia, è il Consiglio di Stato ticinese che - nell’ambito della procedura di consultazione promossa dalla Conferenza dei Governi cantonali - ha preso ufficialmente posizione: «Non riteniamo che questa revisione legislativa possa contribuire in maniera significativa al miglioramento del sistema sanitario e della sua sostenibilità finanziaria. (...) Il Ticino risulterebbe tra i cantoni più toccati in termini di aggravio finanziario, nell’ordine di diverse decine di milioni di franchi». Secondo le stime dell’Amministrazione federale, il maggiore onere (paragonato alla situazione nel 2019) per il Canton Ticino sarebbe, a regime, pari a circa 57 milioni di franchi all’anno. Considerata però l’evoluzione dei costi sanitari, questo maggiore costo per le finanze cantonali - scrive ancora il Consiglio di Stato - «sarà sicuramente superiore, e probabilmente ben superiore, a quanto stimato dall’Ufficio federale della sanità pubblica nel suo rapporto».

Non è quindi un caso che il tema, mercoledì scorso, ha fatto capolino durante un incontro tra sindacati e Governo nell’ambito delle discussioni sul Preventivo 2025. Secondo indiscrezioni, l’aggravio aggiornato all’evoluzione dei costi della salute potrebbe facilmente lievitare a 80 milioni di franchi all’anno.

Che cosa prevede la riforma ?

Attualmente il sistema di finanziamento delle prestazioni stazionarie ospedaliere prevede una divisione delle spese tra Cantoni e assicuratori malattia. I Cantoni pagano il 55%, le casse malattia il 45%. Mentre le prestazioni ambulatoriali sono interamente a carico degli assicuratori malattia, al netto della partecipazione dell’assicurato.

Con la riforma, il sistema di finanziamento cambierebbe, introducendo un’unica quota di spesa a carico dei Cantoni (26,9%) per tutte le prestazioni sanitarie, siano esse stazionarie o ambulatoriali. Secondo i promotori della riforma - approvata dal Parlamento e sottoposta a votazione popolare a seguito di referendum - la proposta EFAS vuole eliminare gli incentivi a fornire le prestazioni in regime stazionario, oggi prese a carico maggioritariamente dai Cantoni, favorendo in questo modo le cure in regime ambulatoriale, complessivamente meno costose. Sulla carta la nuova divisione della spesa dovrebbe quindi ridurre l’incentivo finanziario a ricorrere al regime stazionario.

Specificità del Ticino

Un obiettivo condiviso anche dal Consiglio di Stato, il quale tuttavia, oltre a criticare l’impatto finanziario sulle casse pubbliche del Ticino, ritiene che la riforma sia inutile, ovvero che non raggiunga gli obiettivi prefissati.

Secondo il Consiglio di Stato sarebbe più opportuno agire sulle tariffe del settore ambulatoriale: «Fintanto che la struttura tariffale applicata nel settore ambulatoriale non sarà rivista per consentire una rimunerazione più corretta e più in linea con i costi effettivi delle singole prestazioni, rimarrà un forte incentivo per i fornitori di prestazione, in particolare gli ospedali, per mantenere la fornitura di determinate prestazioni in regime stazionario». Detto altrimenti, gli ospedali fatturano dove conviene di più; e solo correggendo il divario tariffale si può pensare di ridurre l’incentivo finanziario a erogare prestazioni in regime stazionario.

A questa critica, poi, se ne aggiungono altre. Secondo il Governo, sarebbe opportuno introdurre un controllo più incisivo dell’applicazione del regime «Prima ambulatoriale poi stazionario». Un principio definito a livello di ordinanza che fissa una lista di prestazioni che devono essere fornite in regime ambulatoriale e solo eccezionalmente in regime stazionario. Del tipo: la legge c’è, applichiamola.

L’argomento finanziario

Infine, (ma mica tanto) c’è il delicato argomento finanziario. «Per quei Cantoni, come il Ticino, in cui la spesa per il settore ospedaliero stazionario è proporzionalmente inferiore rispetto alla spesa per il settore ambulatoriale, la riforma comporterà maggiori oneri». Detto altrimenti, al Ticino non conviene modificare il sistema di ripartizione delle spese contribuendo al finanziamento delle prestazioni ambulatoriali, avendo già oggi una quota maggioritaria in quel regime. A onore del vero, il Consiglio di Stato però conclude: «Questa maggior partecipazione cantonale alla spesa sanitaria dovrebbe teoricamente ripercuotersi in termini positivi sui premi di cassa malati». Il dibattito insomma è lanciato.