Il caso

Da calciatore a latitante, la tragica fine di Marco Müller

L'ex calciatore elvetico si è tolto la vita a 71 anni gettandosi sotto un treno vicino Bassecourt, nella sua città Natale – Soprannominato anche «Robin Hood» per le sue rapine «senza colpi», era latitante da 36 anni
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Red. Online
27.03.2024 23:15

Un passato da calciatore, ma anche da rapinatore. Una vita turbolenta, in parte trascorsa come latitante, finita a 71 anni. Dopo alcune settimane, è arrivata la conferma: è di Marco Müller, l'ex centrocampista svizzero – che negli anni '70 aveva giocato anche per lo Young Boys – il corpo trovato sui binari di una ferrovia vicino Bassecourt, a fine febbraio. L'ex giocatore elvetico, con ogni probabilità, ha deciso di togliersi la vita gettandosi sotto un treno nella sua città Natale, nel canton Giura. La Procura, dopo le analisi sul cadavere che ne hanno permesso l'identificazione, ha escluso il coinvolgimento di terzi, avvalorando la tesi del suicidio

Il suo passato, come detto, era stato contraddistinto prima da una carriera sportiva, poi da un'esistenza avvolta nel mistero. Dopo aver abbandonato il calcio, Müller decise infatti di intraprendere una strada criminale. Iniziò quindi a rapinare diverse banche e furgoni portavalori, contraddistinguendosi per le sue fughe rocambolesche e per non sparare mai alcun colpo. Una caratteristica, questa, che gli fece guadagnare il soprannome di «Robin Hood». In totale, si stima che il suo bottino ammontò a tre milioni di franchi. Tre milioni di franchi che, tuttavia, non vennero mai ritrovati. 

Per due volte, Müller finì in carcere. La prima volta a Berna, dopo una serie di rapine nel Giura e a Neuchâtel. Riuscì a scappare, segando le sbarre della sua cella. Tuttavia, dopo due rapine a un portavalori nei dintorni di Ginevra e Delémont venne posto nel carcere penitenziario di Thorberg, dove venne processato per i due reati. Evase anche da lì, nel 1988, facendo presto perdere le sue tracce. 

Da Robin Hood ad Arsenio Lupin

Non solo Robin Hood: Marco Müller grazie alla sua capacità di riuscire a sfuggire alla legge, per molti era anche una sorta di Arsenio Lupin. Basti pensare che riuscì a far perdere le sue tracce dal 1988 fino ad oggi. Negli ultimi 36 anni, nessuno aveva idea di dove si trovasse. Fino al ritrovamento del suo corpo, sui binari di Bassecourt. 

Per molti anni, la polizia ha ipotizzato che il latitante si nascondesse in Francia. Altri sostengono che si sia costruito una seconda vita in Belgio, e che avrebbe fatto ritorno a Bassecourt di tanto in tanto. Tuttavia, secondo un suo ex complice, André Jäggi, Müller, fino a prima della morte, non era mai tornato in Svizzera. Tanto meno nel canton Giura. «Non era stupido. Anche sotto mentite spoglie, qui lo avrebbero riconosciuto anche solo dal suo modo di camminare».