Da quando è stato bandito l’amianto è ancora più letale

Nonostante da più di venticinque anni sia stato messo al bando per la sua pericolosità, è ancora massicciamente presente nella nostra vita quotidiana e – cosa ancora più grave – continua a mietere vittime. Anzi, paradossalmente, ne miete più oggi di quando, agli inizi degli anni Novanta, le autorità elvetiche decisero di vietarne l'importazione e l'utilizzo in tutte le sue forme. Parliamo dell'amianto, fibra minerale che, in virtù della sua facile reperibilità e per le sue caratteristiche di resistenza al calore e di duttilità, per decenni è stato utilizzato massicciamente nell'industria, nell'edilizia e in moltissimi altri campi fino a che la sua accertata nocività ha portato al suo abbandono.
Ma non, come dicevamo, alla sua scomparsa e non, soprattutto, all'eliminazione dei suoi effetti. Lo confermano sia le statistiche (che indicano, nel 2015 in Svizzera, un sensibile aumento delle patologie tumorali ad esso legato) sia il fatto che seppur non più utilizzato direttamente, l'amianto è ancora presente in un vasto numero di manufatti con i quali è dunque possibile entrare in contatto. Per questo motivo la SUVA, la struttura che nel nostro Paese garantisce l'assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, ha intrapreso una importante campagna di sensibilizzazione sui pericoli che, ancora oggi, l'amianto presenta. Ne abbiamo parlato con alcuni esperti.