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Da Stoccolma, al Canada, fino a Tel Aviv: eritrei in protesta

Violente manifestazioni contro i «festival culturali» eritrei hanno avuto luogo oggi in Israele e in Norvegia – Sono considerati «eventi di propaganda camuffati»
© KEYSTONE (AP Photo/Ohad Zwigenberg)
Red. Online
02.09.2023 19:00

Violenti scontri sono scoppiati oggi nel rione popolare di Nevè Shaanan, nella parte sud di Tel Aviv,  nei pressi dell'ambasciata eritrea. Alla base, un evento organizzato dalla comunità. La polizia ha fatto affluire ingenti rinforzi, e il bilancio provvisorio dei feriti tra polizia, sostenitori e oppositori del governo di Asmara è di ben 125. Nelle strade in cui gli incidenti sono più gravi, la polizia ha consigliato alla popolazione di chiudersi in casa e ordinato misure di emergenza.

All'origine delle violenze, duri confronti fra sostenitori del governo eritreo e oppositori. Malgrado il riposo sabbatico, il premier Benjamin Netanyahu ha pubblicato un comunicato in cui informa di essere impegnato personalmente a seguire gli sviluppi della situazione «nell'intento di ristabilire l'ordine». Una fonte della polizia ha dichiarato che ora la situazione «è ora sotto controllo» e ha parlato di «dimostranti armati di bastoni e coltelli».

Scontri anche in Norvegia

Un gruppo di dimostranti ha invaso le strade di Bergen, in Norvegia, protestando contro l'evento organizzato da una associazione di eritrei. Accusano gli organizzatori di essere pro-regime e gridano alla polizia «chiudete l'evento». L'emittente NRK parla di violenze contro la polizia, che ha usato gas lacrimogeni contro la folla.

I precedenti in Svezia, Canada e Germania

Lo scorso 4 agosto una protesta pacifica si è trasformata in una vera e propria guerriglia urbana a Jarva, una periferia di Stoccolma, durante la prima giornata del «Festival Scandinavo della Cultura Eritrea». Un festival che si tiene annualmente dal 1990, spesso stato criticato e considerato come uno strumento di propaganda per il governo eritreo, uno dei più chiusi e repressivi al mondo. Un gruppo aveva ottenuto l'autorizzazione dalla polizia svedese per svolgere una protesta contro gli organizzatori del festival, accusati di avere invitato partecipanti pro-regime eritreo. Ma durante la protesta è scoppiato il caos e la situazione è degenerata. Bilancio: oltre 50 feriti, arresti, auto e capannoni incendiati e autostrada chiusa. I manifestanti sono stati descritti come «gruppi di dissidenti contro il regime eritreo provenienti da diversi Paesi».

Il 9 luglio, scontri sono avvenuti in occasione del Festival della Cultura dell'Eritrea di Giessen, in Germania. I manifestanti che protestavano contro l'utilizzo dell'evento come strumento di propaganda da parte del regime autoritario eritreo sono entrati in conflitto con la polizia. Le autorità locali avevano cercato di interrompere il proseguimento del festival dopo un incidente simile avvenuto l'anno precedente, ma il divieto era stato revocato dal tribunale locale.

Violenze sono state registrate anche a Toronto e Edmonton in opposizione a quelle che venivano presentate come celebrazioni della cultura eritrea. I manifestanti affermano che i festival sono collegati al governo eritreo, che diffonde propaganda e raccoglie fondi per un regime che i gruppi per i diritti umani ritengono uno dei più repressivi al mondo.

La situazione nel Paese

Secondo il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Eritrea, Mohamed Abdelsalam Babiker, da quando ha assunto il suo incarico nel novembre 2020, la situazione dei diritti umani in Eritrea è peggiorata in vari campi. Il governo eritreo ha continuato la sua repressione, ricorrendo, ad esempio, al reclutamento forzato, ad arresti di massa, nonché al lavoro forzato, estremamente diffuso. Anche la libertà di opinione, di espressione e di credo rimane fortemente limitata. Migliaia di prigionieri restano rinchiusi nelle numerose carceri sovraffollate con cibo, acqua e cure mediche insufficienti. Molti sono stati trattenuti senza contatti con il mondo esterno e senza processo, in alcuni casi per decenni, scrive l'Organizzazione svizzera per l'aiuto ai rifugiati.

Un Eritrea Festival avrebbe dovuto aver luogo a Rüfenacht il 1. settembre, ma la polizia cantonale di Berna ha bloccato l'evento per motivi di sicurezza a causa di un'annunciata contromanifestazione.