Dai sensori alla sostenibilità, Locarnesetech aiuta l’industria

Sensori ottici avanzati per il controllo qualità dei prodotti. Soluzioni sostenibili per ridurre l’impatto ambientale causato dagli imballaggi. Impianti avanzati che consentono il controllo dello stato del calcestruzzo in infrastrutture come ponti e gallerie. Sono solo alcune delle innovazioni elaborate dall’associazione Locarnesetech, la cui attività prosegue a pieno ritmo.
Nata per volontà della Città di Locarno e nel tempo ampliata grazie alla collaborazione con Losone e l’Ente regionale di sviluppo, coinvolgendo poi altri Comuni come Gambarogno, ha l’obiettivo di tenere alta la bandiera del settore industriale, mettendo in rete le mille ditte, spesso e volentieri specializzate e che lavorano nei campi più disparati, «affamate» di novità e suggerimenti che possano contribuire al miglioramento dei vari processi.
«Ascoltiamo le esigenze»
Una realtà, come ricorda al Corriere del Ticino il presidente Paolo Caroni, che dal 2024 può contare anche sulla collaborazione con la Supsi, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana: «Un’idea arrivata ascoltando le esigenze delle imprese locali, che abbiamo incontrato per capire le loro priorità. Da questo confronto, sono emersi progetti interessanti e utili non solo per i singoli operatori, ma anche per il territorio nel suo complesso. Insieme all’istituto di formazione, il cui accompagnamento ha una durata triennale e si concluderà nel 2026 con la possibilità di estenderlo per altri tre anni in una forma rivista, abbiamo selezionato alcune iniziative di sviluppo e stiamo lavorando per realizzarle, sfruttando le loro competenze e infrastrutture di ricerca», evidenzia il 54.enne. «Esempi virtuosi di collaborazione tra imprese e mondo accademico».
Laboratori e incontri
Oltre alla ricerca, ricorda ancora il nostro interlocutore, «abbiamo organizzato laboratori e incontri che hanno favorito la “messa in rete” tra aziende, creando connessioni utili anche al di fuori del distretto. Questo scambio è fondamentale per stimolare le conoscenze reciproche e l’avvio di pianificazioni all’avanguardia. Nel corso dell’anno, abbiamo svolto sette appuntamenti bilaterali con le imprese, con l’obiettivo di mappare le loro necessità e costruire un ponte con la ricerca, trasformando le necessità in studi concreti».
La fantascienza è «di casa»
Per quanto riguarda la divulgazione, è di circa un mese fa l’appuntamento, rivolto agli operatori e ambientato nella cornice del Golf Gerre di Losone, incentrato sull’evoluzione dell’automazione, tra flussi di lavoro e agenti basati sull’intelligenza artificiale.
Temi dal sapore fantascientifico e che trovano una «dimensione» naturale sotto l’ala di LocarneseTech, in grado di rilevare percorsi pragmatici per la trasformazione digitale. L’interesse dimostrato sulla conferenza - organizzata dalle dottoresse Silvia Mari e Michela Mainini della Formazione continua del Dipartimento tecnologie innovative della Supsi - si è tradotto in oltre quaranta partecipanti, in rappresentanza di enti pubblici e società provenienti non solo dal distretto, ma da altre aree del Cantone.
Dalla teoria alle linee produttive
È stata la stessa Cristina De Capitani, ingegnera e responsabile Supsi della collaborazione con Locarnesetech, a ricordare l’importanza dell’associazione nel trasferimento dalla teoria tracciata sulle lavagne negli spazi di sviluppo alle linee produttive delle aziende del territorio. «Lo scambio ed il confronto continuo sono la base della crescita della competitività sia per la realtà accademica che produttiva».
Il convegno ha visto poi sfilare una serie di presentazioni e sessioni pratiche su casi d’uso, offrendo la possibilità di sperimentare strumenti e soluzioni applicate ai processi più svariati.
«Le aziende apprezzano molto questa sinergia. Il nostro obiettivo è creare condizioni che favoriscano una crescita sostenibile e strutturata. Stiamo lavorando per consolidare il Locarnese come polo strategico per la meccatronica, la microelettronica e, in prospettiva, anche la robotica, valorizzando l’area e le competenze presenti. Questo percorso richiede tempo e coordinamento, ma rappresenta una sfida importante per il futuro», conclude Caroni.
