Il processo

Dalle grandi promesse al fallimento: ecco che cosa è successo

Ripercorriamo insieme le principali tappe cronologiche della storia di Airlight, «fallita a un centimetro dal traguardo», i cui dirigenti sono comparsi stamattina in aula a Lugano
@ Archivio
Irene Solari
21.03.2023 19:10

La storia della Airlight, i cui dirigenti sono comparsi stamattina a processo, è durata otto anni. Ripercorriamo le principali tappe che hanno segnato l’attività della società biaschese.

Nel 2008 – La creazione della società

Nel 2008 inizia la storia della Airlight: la società viene costituita come startup nel campo dell’energia rinnovabile. La tecnologia promossa dall’azienda si basa sulla concentrazione dell’energia solare, in modo differente dal fotovoltaico, permettendo di immagazzinare l’energia e di poterla utilizzare anche successivamente, senza consumarla subito, come spiegato durante il dibattimento. Le premesse sono buone ma servono certificazioni e finanziamenti che permettano di confermare l’effettiva funzionalità del sistema. La chiave sta in questo.

Maggio 2015 – Gli aumenti di capitale

La Airlight è una startup e, come tale – spiegano gli imputati –, le entrate dovevano arrivare nel tempo, dovevano provenire da azionisti e investitori. Ma i frutti, così come previsti, non sono arrivati. In sostanza, ci si è accorti che le sottoscrizioni erano inferiori e molto distanti dalle attese. «Pensavamo di riuscire ad attirare sei milioni di franchi ma ne sono arrivati soltanto due». Si è così deciso di procedere a degli aumenti di capitale nel 2015. Milioni inseriti nella società tramite linee di credito garantite. Un fatto che, sostengono gli imputati, dimostra che in quel momento c’erano ancora delle speranze di salvezza: «Non avrei messo otto milioni dove sai già che non c’è futuro, non avrei buttato via così tanti soldi».

Estate 2015 – L’attività di risanamento

Qualche mese dopo, durante l’estate del 2015, arriva il tentativo di risanamento della società: «Se non troviamo qualcuno che entra con noi nel progetto e ci mette i soldi non possiamo fare fronte ai nostri impegni», dichiara l’ex amministratore della società. Viene quindi fatto un patto tra soci per dare continuità alla Airlight. «Grazie a questo accordo i soldi – promessi – sono arrivati, e la società poteva andare avanti». Ma la società, essendo una startup, non poteva ancora guadagnare «finché non c’è la garanzia di sviluppare un progetto e di pagare chi permette di farlo».

Novembre 2015 – Cambio ai vertici

Nel novembre 2015 l’amministratore della Airlight decide di lasciare la società – «mi sono ritirato dopo aver lavorato per tanti anni» – dopo aver partecipato al risanamento, mettendo a disposizione diversi capitali per far sì che la Airlight potesse continuare a respirare. E dicendosi anche «tranquillo», dato che, «sapevo che i fondi c’erano». In seguito gli subentra un nuovo amministratore che dichiara di aver voluto subito «azzerare i costi e limitare le perdite». Anche per il nuovo amministratore si intravedeva ancora una luce per l’azienda.

Dicembre 2015 – Il sovraindebitamento

Un punto di svolta arriva, secondo il procuratore pubblico Daniele Galliano, alla fine del mese di dicembre 2015. Un momento in cui la Airlight era già in stato di sovraindebitamento, con delle perdite di 10,2 milioni. Un punto che avrebbe dovuto rappresentare un monito, un campanello di allarme, il segnale che bisognava fermarsi prima di arrivare al fallimento.

Primavera 2016 – La certificazione

Nel corso dei primi mesi del 2016 sarebbe dovuta arrivare la famosa certificazione necessaria per far prendere il volo alla Airlight. Una certificazione emanata dalla SGS di Ginevra (leader mondiale del settore) che avrebbe permesso di commercializzare il brevetto prodotto dalla società. Queste, almeno, erano le speranze degli imputati. La certificazione arriva ma solo all’80%, non al 100%. La ragione, spiegano, è stata nella sfortuna di avere quel giorno il cielo coperto. Fattore che ha influito in modo decisivo sui risultati di un progetto basato sulla luce del sole.

Giugno 2016 – Le ultime fasi

La società in questo momento, spiegano gli imputati, aveva bisogno di finanze per far decollare il progetto. Sono stati quindi lanciati due aumenti di capitale. Ma i fondi non erano sufficienti. Nel corso dell’estate 2016 emergono difficoltà sempre più crescenti. Sono le ultime fasi prima del deposito dei bilanci, quando si era capito che ormai non c’era più molto da fare per risollevare le sorti della società.

Agosto 2016 – Il fallimento della Airlight

Nell’agosto 2016 vengono depositati i bilanci della società in Pretura a Biasca, la Airlight è fallita e ha lasciato dietro di sé un buco di 25 milioni di franchi. A un passo dal traguardo, secondo quanto sostenuto dagli imputati: «Eravamo a un centimetro dall’ottenere quello che volevamo, ovvero la certificazione».  

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