Datori di lavoro pronti ad offrire impiego ai rifugiati

Secondo un rapporto del SEM, le imprese sarebbero pronte ad assumere i profughi: si valuta il contributo finanziario del Governo
Ats
18.09.2018 11:18

BERNA - In Svizzera molti datori di lavoro sarebbero disposti ad assumere rifugiati e persone ammesse provvisoriamente. Un rapporto della Segreteria di Stato della migrazione (SEM) propone di migliorare le informazioni e di valutare l'introduzione di incentivi finanziari.

Dal novembre 2017, l'ex direttore della SEM Eduard Gnesa ha condotto 55 interviste con datori di lavoro, parti sociali, associazioni di categoria, autorità ed esperti del settore. Dai colloqui - scrive oggi la SEM in una nota - è emerso che la maggior parte dei datori di lavoro è "senz'altro disposta a formare e impiegare" e rifugiati riconosciuti e le persone ammesse a titolo provvisorio.

Gli ostacoli

I datori di lavoro dispongono di scarse informazioni sulle condizioni di occupazione di queste persone e "temono di dover affrontare procedure burocratiche troppo impegnative e finanziariamente onerose". Nutrono inoltre "preoccupazioni per quanto riguarda le loro qualifiche professionali".

Sulla base di questi riscontri, Eduard Gnesa ha consegnato un rapporto con una serie di raccomandazioni. Si tratta in particolare di attivare una piattaforma informativa e di organizzare una tavola rotonda per i datori di lavoro. Occorrerebbe peraltro mettere in pratica una valutazione precoce dei potenziali e delle capacità lavorative dei rifugiati e delle persone ammesse provvisoriamente e organizzare un accompagnamento attraverso dei "job coach".

Queste misure - si legge nella nota - sono già previste dalla cosiddetta Agenda Integrazione Svizzera, concordata nell'aprile di quest'anno da Confederazione e Cantoni e la cui applicazione è prevista dal 2019.

Incentivi finanziari per i datori di lavoro

L'esperto va però oltre e formula una raccomandazione destinata a far discutere. Chiede di valutare, in collaborazione con la Segreteria di Stato dell'economia (SECO), i cantoni e "possibilmente con i partner sociali", l'introduzione di incentivi finanziari per i datori di lavoro che permettano di far fronte all'onere "connesso all'assistenza particolare di cui abbisognano queste persone".

L'obiettivo è di ridurre gli ostacoli all'assunzione di rifugiati e di persone ammesse provvisoriamente e garantire loro "pari opportunità" nei confronti di altre persone che riscontrano difficoltà analoghe ad inserirsi nel mondo del lavoro, come ad esempio i disoccupati, i beneficiari dell'AI o le persone che hanno esaurito le indennità di disoccupazione.