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Design e arte si fondono nell’intimità dell’Engadina

Con i fondatori Giorgio Pace e Nicolas Bellavance-Lecompte parliamo di NOMAD, esposizione «privata» che da domani farà tappa a Samedan – VIDEO
La locandina dell’evento. © NOMAD
Marcello Pelizzari
28.02.2022 13:51

NOMAD. In maiuscolo, quasi a voler sottolineare la grandezza e l’ambizione di un’iniziativa – invero – volutamente intima. Di mezzo, va da sé, ci sono l’arte contemporanea e il design. Oltre all’Engadina e, nello specifico, Samedan. Chesa Planta, per l’occasione, aprirà le sue porte. All’interno, nuovi galleristi e vecchie conoscenze, oltre ai cosiddetti progetti speciali. Segnatevi le date: dal 1. al 6 marzo.

Si tratta, in tutti i sensi, di un gradito ritorno visto che la cornice alpina e St. Moritz avevano già ospitato diverse edizioni di NOMAD, presente in passato pure a Venezia, Monaco e (in forma virtuale) Cannes. Per capirne di più ci siamo rivolti ai due fondatori, Giorgio Pace e Nicolas Bellavance-Lecompte.

L’intimità prima di tutto
«La nostra idea – afferma Pace – è quella di creare una fiera di design e arte contemporanea sfruttando proprietà e case private. Case storicamente e architettonicamente interessanti, iconiche. Le cerchiamo in posti con una certa base di collezionisti. E offriamo un’esperienza particolare. Non la classica fiera, appunto. La prima edizione fu a Monte Carlo, nella villa in cui per tanto tempo visse Karl Lagerfeld: La Vigie. E fu un successo. Piano piano ci siamo estesi, arrivando alla quinta edizione. A Samedan, ora, saremo in una bellissima casa del Cinquecento e potremo contare su una trentina fra galleristi e progetti speciali».

«Considero molto particolare e speciale il mio incontro con Giorgio» gli fa eco Bellavance-Lecompte. «Io nasco come gallerista di design, ho girato diverse fiere ed eventi. Però, ecco, mi ero un po’ stancato di questi centri immensi con luci artificiali, che attiravano venti, trenta, quarantamila visitatori. Mi ero stancato delle solite destinazioni. Giorgio aveva in mente un concept alternativo alle fiere tradizionali. Ricordo le mie parole: perfetto, facciamolo insieme. Lui era ed è un grande esperto di arte contemporanea. Insieme, insomma, saremmo stati perfetti. Due mondi per una realtà unica come NOMAD».

L’idea del movimento
Dietro a un nome del genere, beh, c’è anche l’idea che l’arte non sia fissa. Ma sempre in movimento. Ancora Pace: «La nostra idea iniziale, in effetti, era quella di essere nomadi. Di girare, cercando nuove destinazioni e diverse nel mondo. Nelle quali portare amici, collezionisti, giornalisti. A distanza di anni ci seguono tantissime persone. A luglio, ad esempio, saremo a Capri mentre per l’anno prossimo abbiamo inviti da Qatar, Norvegia, Arabia Saudita. Il nostro concetto piace, per varie ragioni».

«L’idea di NOMAD – ribadisce Bellavance-Lecompte – è anche l’idea di poter sorprendere, ovvero di non tornare sempre nella stessa destinazione». Di aprire luoghi solitamente inaccessibili al pubblico. Proprio perché privati. «Il punto – continua Bellavance-Lecompte – è proprio l’esperienza intima che generiamo. Perché permette al collezionista di staccare dalla vita sfrenata delle grandi fiere e delle grandi città come Londra, Parigi o New York. NOMAD è il futuro perché punta su destinazioni non urbane. Destinazioni che ti permettono di staccare dai ritmi cittadini, spingendoti a entrare in gioco personalmente con i vari interlocutori e attori dell’evento. Chi viene da noi, per dire, non si ferma un’oretta e poi scappa. Torna su più giorni, frequenta le altre persone della comunità che negli anni abbiamo saputo creare. È un’esperienza personale. Ed è questo ciò che rende NOMAD unico».

Chesa Planta a Samedan.
Chesa Planta a Samedan.

Anticipare la pandemia
Intanto, la pandemia sta concedendo una tregua. Di più: sembrerebbe che la fine, quella vera, sia vicina se non vicinissima. Una buona notizia anche per NOMAD, immaginiamo. «In realtà – sottolinea Pace – viste le nostre dimensioni ridotte siamo riusciti più o meno a fare tutto. Sempre. L’unico evento non in presenza, nell’autunno 2020, è stato Cannes».

«Il nostro formato – dice Bellavance-Lecompte – quasi ha anticipato i tempi. Abbiamo sempre avuto il team in smart working, ad esempio. Anche perché siamo tutti sparsi per l’Europa. E poi l’evento in sé, esclusivo, è davvero riservato a pochi intimi. Possiamo controllare chi entra e chi esce, sappiamo chi arriva. Lavoravamo così già prima della pandemia e, grazie a ciò, non ci siamo mai fermati».

Negli anni, ci sono sempre stati tanti artisti in Engadina. Portati da Bruno Bischofberger. Negli ultimi anni la cosa è esplosa, sono state aperte tantissime gallerie in valle

Segantini, Giacometti e il Maloja Palace
L’Engadina, venendo all’evento, è legata a doppio filo all’arte. Pensiamo a Giovanni Segantini. O ancora ad Alberto Giacometti, scultore, pittore e incisore bregagliotto. Anche allora l’arte faceva parte del panorama alpino. «Questi artisti solevano vendere le loro opere al Maloja Palace, forse l’albergo più esclusivo e lussuoso d’Europa” racconta Pace. «Negli anni, ci sono sempre stati tanti artisti in Engadina. Portati da Bruno Bischofberger. Negli ultimi anni la cosa è esplosa, sono state aperte tantissime gallerie in valle. Credo ce ne siano almeno quattordici. NOMAD è arrivato nel momento giusto, a coronare questa voglia».

«Il design mischiato con l’arte contemporanea, in Europa, non è sempre presente nelle fiere» sottolinea Bellavance-Lecompte. «Un formato del genere, capace di unire sotto un’unica forma le due cose, è veramente speciale. Siamo contenti di avere questa realtà».

E le opere NFT?
E come la mettiamo con le opere NFT? Ve ne saranno a Samedan? «Avremo solo una piccola attivazione con un marchio» risponde Pace. «Ci sarà una piccola asta NFT, sì. Se ci allargheremo in futuro, beh, non lo so. Ho l’impressione, almeno per ora, che i nostri clienti siano ancora abbastanza tradizionali. Vogliono ancora vedere le opere, gli oggetti. Ma siamo aperti a possibili collaborazioni. Varie proposte ci sono già arrivate, invero».

«Non abbiamo ancora integrato le opere NFT all’interno della programmazione, però tante gallerie ce ne hanno parlato» le parole di Bellavance-Lecompte. «E vogliono lanciare collaborazioni. Stiamo valutando».