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Dichiarazioni separate per i coniugi con sgravi fiscali ai doppi redditi: ecco che cosa cambia

Intesa in Parlamento sul passaggio all’imposizione individuale – Ci saranno vantaggi per le coppie in cui marito e moglie lavorano, mentre quelle tradizionali pagheranno di più – Minor gettito di 600 milioni – È molto probabile che contro la riforma venga lanciato il referendum
© KEYSTONE/DPA/Andreas Lander
Giovanni Galli
03.06.2025 21:14

Dopo il Nazionale, anche gli Stati, grazie al voto decisivo del presidente Andrea Caroni (PLR/AR), hanno approvato la riforma che introduce l’imposizione individuale dei coniugi. L’obiettivo è di abolire la penalizzazione fiscale del matrimonio, che oggi, a livello federale, comporta un maggior onere per le coppie sposate rispetto a quelle di conviventi. Per l’avallo definitivo in aula bisognerà attendere le votazioni finali del 20 giugno. Il lancio del referendum è altamente probabile.

Che cosa comporta l’imposizione individuale?

Oggi per i coniugi c’è l’imposizione congiunta. Marito e moglie formano una comunità economica. In futuro, se la riforma potrà entrare in vigore, saranno considerati due contribuenti distinti. Le coppie sposate dovranno presentare due dichiarazioni separate, al pari dei conviventi. Lo scopo è di eliminare la cosiddetta penalizzazione fiscale del matrimonio. Oggi, i redditi di marito e moglie vengono cumulati. A parità di reddito le coppie sposate pagano più imposte a livello federale (IFD) di quelle conviventi, perché la scala delle aliquote è molto progressiva: più alto è il reddito più si paga. Viceversa, tenendo i redditi separati, come se fossero due persone sole, pagherebbero meno. Se i loro redditi separati sono bassi, potrebbero non pagare del tutto imposte a Berna.

Chi sostiene l’imposizione individuale e chi no?

Il Parlamento è letteralmente spaccato in due. Da un lato la maggioranza composta da PLR, PS, Verdi e Verdi liberali, dall’altro Centro e UDC. Al Nazionale, in maggio, la legge era stata approvata con 101 voti a 95. Oggi agli Stati con 23 a 22, grazie al voto decisivo del presidente. Al voto non ha potuto prendere parte il socialista sciaffusano Simon Stocker, la cui elezione era stata annullata dal Tribunale federale per questioni di domicilio.

Questa riforma vale per tutte le imposte?

Sì, il passaggio all’imposizione individuale è previsto a tutti e tre i livelli istituzionali: federale, cantonale e comunale. La riforma non sarà introdotta a scaglioni, ma in tutti i Cantoni contemporaneamente. I diversi sistemi andranno pertanto uniformati. Vista la complessità dell’operazione, la prima data utile potrebbe essere il 2035 o il 2036. In consultazione, 21 Cantoni si erano opposti. Il passaggio all’imposizione individuale li obbligherà ad esaminare 1,7 milioni di dichiarazioni in più (oltre 85 mila nel solo Canton Ticino), con relativo potenziamento degli uffici di tassazione.

Da dove arriva la riforma fiscale?

Il problema della penalizzazione del matrimonio è sul tavolo da più di quarant’anni. Correva il 1984 quando il Tribunale federale stabilì che a parità di reddito una coppia sposata doveva pagare meno imposte di una persona sola e non più di una coppia di conviventi. Sono stati effettuati diversi tentativi, senza successo, per avere maggiore equità. Nella maggioranza dei Cantoni l’obiettivo era stato raggiunto grazie a una serie di correttivi. Il Ticino, ad esempio, ha introdotto un sistema a doppia tariffa.

Ma lo scopo della riforma è unicamente fiscale?

No, non solo. Tutto parte da un’iniziativa popolare delle Donne PLR «Per un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile», che mira a un sistema fiscale in linea con l’evoluzione della società. Siccome l’iniziativa non prevede modalità di attuazione, per cercare di accelerare i tempi il Governo ha proposto un controprogetto indiretto (a livello di legge), che oggi, appunto, ha ultimato il suo iter alle Camere. Anche l’iniziativa è stata accettata dai due rami del Parlamento: 98 a 96 al Nazionale in maggio, 23 a 22 oggi agli Stati. L’obiettivo della riforma è duplice: eliminare il pregiudizio finanziario a danno dei coniugi e al tempo stesso creare incentivi al lavoro per il coniuge che non lavora o ha un basso grado di occupazione (in particolare per le donne). Si stimano dai 10 mila ai 47 mila impieghi a tempo pieno in più. «La società è cambiata: nella maggior parte delle famiglie entrambi i genitori lavorano, e ciò comporta una penalizzazione fiscale», ha osservato Hans Wicki (PLR/NW), intervenendo a nome della commissione. La tassazione individuale, ha detto, corregge questa distorsione. Anche Centro e UDC vogliono eliminare la penalizzazione, ma ritengono che questo possa essere fatto lasciando l’imposizione congiunta (cfr. punto 9) e senza cambiare il sistema fiscale dei Cantoni, che tra l’altro hanno già provveduto per conto loro a tassare equamente le coppie sposate. A loro avviso, la riforma penalizza ingiustamente la famiglia tradizionale, in cui un solo coniuge lavora, e crea complicazioni inutili.

Chi ci guadagna e chi ci perde?

La riforma dovrebbe favorire fiscalmente circa la metà dei contribuenti che oggi pagano l’imposta federale diretta e penalizzare il 14%. Per chi già non paga niente o paga poco, non dovrebbe cambiare nulla. I principali beneficiari sono i pensionati e i nuclei familiari a doppio reddito, in particolare quelli in cui le entrate sono suddivise in modo più equo fra marito e moglie. Fra i perdenti, invece, rientrano le famiglie tradizionali monoreddito (un coniuge lavora, l’altro resta a casa ad accudire i figli) e le persone sole senza figli. Oggi, una famiglia di quattro persone con un reddito imponibile di 120 mila franchi paga dai 2.700 ai 3.100 franchi d’imposta federale, indipendentemente da come è suddiviso il reddito nella coppia. In futuro, i doppi redditi dovrebbero pagare solo 1.000 franchi, mentre chi ne percepisce uno solo dello stesso ammontare ne verserebbe al fisco federale 5.000.

Il perché di queste differenze è presto spiegato. Da un lato verrebbe abolita l’attuale aliquota per coniugi: chi percepisce un doppio reddito potrà rientrare in una fascia meno progressiva rispetto a quella delle famiglie in cui il reddito è percepito da un solo coniuge. Inoltre, l’aliquota applicabile a questi ultimi contribuenti verrebbe aumentata leggermente per limitare il calo del gettito. Una ragione delle differenze è dovuta anche alle deduzioni per i figli, che passeranno dagli attuali 6.700 franchi a 12 mila ma non potranno essere trasferite fra i genitori. La deduzione per ogni contribuente sarà ammessa solo nella misura del 50%. Nelle coppie monoreddito, chi non lavora non potrà dedurre.

Qual è l’impatto stimato sui gettiti fiscali?

Il progetto originale prevedeva una diminuzione del gettito di circa un miliardo di franchi all’anno per la sola IFD: 800 milioni per la Confederazione e circa 200 per i Cantoni. Troppo per la sinistra, che ha minacciato di ritirare il sostegno alla riforma e ottenuto uno sgravio complessivo di 600 milioni di franchi, grazie a un ritocco delle aliquote dei redditi più alti. Inoltre, secondo i suoi sostenitori, la riforma finirà col tempo per annullare le perdite fiscali, grazie alle imposte pagate da chi aumenterà il proprio grado di occupazione.

Che cosa manca ancora per confermare il cambiamento?

Innanzitutto, la riforma deve passare lo scoglio delle votazioni finali, previste venerdì 20 giugno. I suoi fautori non si possono permettere assenze o dietrofront agli Stati. Poi è altamente probabile che ci sarà una votazione popolare perché il Centro ha già ventilato la possibilità di un referendum. Il capogruppo Philipp Matthias Bregy (futuro presidente del partito) ha detto che entro metà giugno, prima della votazione finale in aula, sarà presa una decisione. Da parte sua, il presidente dell’UDC Marcel Dettling ha dichiarato che il partito appoggerà l’eventuale referendum. Se la riforma sarà approvata alle urne, le Donne PLR dovrebbero ritirare la loro iniziativa.

Anche il Centro ha già presentato un’iniziativa sull’imposizione dei coniugi. Che cosa prevede?

Depositata l’anno scorso, l’iniziativa chiede che il reddito dei coniugi continui a essere cumulato nella dichiarazione d’imposta e che i coniugi non siano svantaggiati dal punto di vista fiscale rispetto alle persone non sposate. L’iniziativa concerne soltanto l’imposta federale diretta. I possibili modelli dell’imposizione congiunta comprendono varie forme di splitting e il cosiddetto calcolo fiscale alternativo. Il Consiglio federale si è già detto contrario.

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