Disoccupazione al 2,3% in Svizzera, 2,4% in Ticino

Disoccupazione stabile in Svizzera, perlomeno a livello mensile: in maggio il tasso dei senza lavoro si è attestato al 2,3%, come in aprile, e valore lievemente inferiore al 2,4% registrato in febbraio e marzo. Sull'arco di dodici mesi si registra però un incremento di 0,4 punti.
Stando ai dati diffusi oggi dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco) alla fine del quinto mese dell'anno il numero dei disoccupati iscritti agli uffici regionali di collocamento (URC) è sceso a 105.500 (cifre assolute arrotondate al centinaio, per facilità di lettura), cioè 1500 in meno di aprile, ma 17.400 in più di un anno prima. A titolo di confronto, nel momento più critico della pandemia (gennaio 2021) erano stati registrati quasi 170.000 senza lavoro, con un tasso al 3,7%.
Va sottolineato come i dati sulla disoccupazione non tengano conto di coloro che hanno esaurito il diritto a ricevere le prestazioni e che ad esempio vivono di risparmi o si trovano a beneficio dell'assistenza. Gli indicatori si basano inoltre sulle persone effettivamente iscritte all'URC: la definizione di disoccupato è quindi diversa da quella dell'Ufficio internazionale del lavoro (ILO), che opera attraverso sondaggi. Stando all'ILO la disoccupazione in Svizzera nel primo trimestre (ultimo dato disponibile) era al 4,3%.
Tornando alle valutazioni odierne della Seco, in Ticino in maggio il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,4% (-0,1 punti rispetto ad aprile, +0,3 su base annua), nei Grigioni all'1,1% (-0,1 e +0,1). In termini assoluti, da Airolo a Chiasso si contano 3.900 disoccupati (-200 mensile, +500 annuo), mentre nel cantone con capoluogo Coira la cifra è di 1200 (-100 e +100). Il Ticino è al nono posto fra i più toccati dal problema, mentre i Grigioni sono al sesto rango nella graduatoria dei meno colpiti.
Tornando all'ambito nazionale, dai dati pubblicati dalla Seco emerge anche che fra i giovani (15-24 anni) la disoccupazione è al 2,0%, fra i 25-49enni al 2,5% e fra gli over 50 anni al 2,1%. I disoccupati di lunga durata (cioè quelli iscritti agli URC da oltre un anno) erano 12'600, l'1,6% in più di aprile e l'8,0% in più di dodici mesi prima: per la precisione si trattava di 100 giovani, 6500 25-49enni e 6000 ultracinquantenni.
Leggendo i dati in base alla nazionalità, gli svizzeri presentano una quota di senza lavoro dell'1,5% (nessuna variazione mensile e +0,2 annuo), gli stranieri del 4,3% (-0,1 e +0,8). Per regione di provenienza, i tassi più elevati si osservano per gli ucraini (32,3%), nettamente al primo posto, seguiti dai bulgari (8,5%), dagli africani (8,3%), che la Seco considera nel loro insieme, e dai rumeni (8,0%). L'UE è al 3,8%. Riguardo ai principali paesi confinanti, la Francia è al 5,5%, l'Italia al 3,7% e la Germania al 2,6%.
Complessivamente, fa sapere ancora la Seco, le persone in cerca d'impiego registrate nel mese scorso erano 176’400, lo 0,6% in meno di aprile. Tale cifra comprende, oltre ai disoccupati iscritti, i lavoratori che frequentano corsi di riconversione o di perfezionamento, che seguono programmi occupazionali o che conseguono un guadagno intermedio. Il numero dei posti vacanti annunciati presso gli uffici di collocamento era pari a 40'100 (-1400 mensile e -11.700 annuo).
I funzionari di Berna hanno pubblicato anche i dati relativi al lavoro ridotto per il mese di marzo (ultimo dato disponibile), che risulta poco diffuso: ha infatti colpito solo 3500 persone in 200 aziende. Sempre in marzo 2100 persone hanno esaurito il diritto alle prestazioni dell'assicurazione contro la disoccupazione.
Il commento della SECO
Il calo del numero dei disoccupati rilevato in maggio (1500 persone in meno di aprile, ma con un tasso di persone senza impiego rimasto fermo al 2,3%) «è meno forte di quanto si registra normalmente in questo periodo dell'anno»: lo ha affermato Boris Zürcher, direttore della divisione del lavoro presso la Segreteria di Stato dell'economia (Seco), commentando in conferenza telefonica i dati diffusi oggi dai suoi funzionari.
Di norma la disoccupazione diminuisce in modo significativo in primavera, perché il lavoro nell'edilizia è maggiore rispetto all'inverno, a causa delle temperature più elevate, e poiché l'attività turistica riprende gradualmente dopo la bassa stagione. Il quadro congiunturale sta ora però prevalendo sulla consueta stagionalità: al netto degli effetti stagionali il tasso di chi non ha impiego risulta infatti in crescita dal 2,3% a 2,4%.
Secondo Zürcher, l'entità dell'aumento è stata una sorpresa, ma si inserisce nell'ambito dell'evoluzione degli ultimi mesi. «Il numero destagionalizzato di disoccupati è in progressione da oltre un anno», osserva. La ragione principale di questa crescita è da ricercare nella ridotta domanda di manodopera sulla scia dell'indebolimento della crescita economica globale, in particolare nel settore - orientato all'esportazione - dell'industria meccanica, elettrica e metallurgica.
L'ex direttore di BAK Basel Economics non ha però voluto drammatizzare: la disoccupazione in Svizzera rimane a un «livello molto, molto basso», afferma. A suo avviso si può ancora parlare di una graduale normalizzazione, che segue un tasso storicamente molto basso nell'anno precedente, quando si andava verso un surriscaldamento del mercato del lavoro. La Seco ritiene che un tasso del 2,8% sia «neutro dal profilo congiunturale».
Secondo il 60enne, l'andamento dei disoccupati di lunga durata è una prova del buono stato del mercato: con circa il 12% la loro quota sul totale dei senza lavoro è da considerarsi ancora estremamente bassa. «Questo significa, ad esempio, che quando le persone cambiano impiego c'è un breve periodo di attesa, ma non è che la disoccupazione sia diventata molto più grave, un problema strutturale».
L'alto funzionario - che ha cominciato la sua carriera professionale con un tirocinio di disegnatore di macchine, per poi conseguire in un secondo tempo la maturità e studiare economia nonché sociologia all'università di Berna - non ha voluto fornire una stima più attuale della disoccupazione per l'insieme dell'anno. Tra poco meno di due settimane la Seco pubblicherà però una nuova previsione economica che includerà anche i pronostici per il mercato del lavoro. In precedenza, la Seco aveva ipotizzato un tasso di disoccupazione medio del 2,3% per il 2024.