Disturbi alimentari, si rafforza la presa in carico

«Creare comunità terapeutiche cantonali per i disturbi alimentari in Ticino». Era quanto chiedeva la mozione presentata il 21 settembre di tre anni fa - era il 2020 - da Lea Ferrari e Massimiliano Ay (PC). Non si arriverà a tanto, ma un passo in questa direzione verrà comunque fatto. Al punto che non sarà neppure necessaria la discussione in Gran Consiglio del tema. Il Dipartimento della sanità e della socialità ha infatti accolto il rapporto di maggioranza della Commissione sanità e sicurezza sociale di Danilo Forini (PS) e Giorgio Fonio (Centro); rapporto che chiede di «potenziare il personale del centro per i disturbi del comportamento alimentare (DCA) gestito dall’organizzazione sociopsichiatrica cantonale (OSC) presso l’OBV di Mendrisio».
Insomma, non veri e propri centri specializzati, ma nuclei di presa in carico, dotati di posti letto e personale ad hoc. Come scritto dallo stesso Forini, «il personale specializzato che accoglie, sia con 8 posti letto che ambulatorialmente, pazienti con più di 16 anni con gravi forme di anoressia e altri DCA, dovrà essere potenziato con l’arrivo di una figura psicoterapeutica supplementare e garantendo la presenza costante di due infermieri psichiatrici». Questa figura supplementare di cui si fa menzione, sarà un medico psichiatra o uno psicologo.
Il Consiglio di Stato, adottando il rapporto di maggioranza, ha quindi deciso di non seguire la linea del rapporto di minoranza, secondo il quale non ci sarebbero i presupposti per indicare a livello parlamentare di liberare risorse per una determinata patologia piuttosto che un’altra. Soddisfatto Forini, che ci spiega: «Sì, e accettando il rapporto di maggioranza, il Consiglio di Stato è ora chiamato a provvedere subito, urgentemente, garantendo l’adeguamento delle risorse presso il reparto di Mendrisio. L’aumento di posti letto, già previsto, è già stato predisposto. Ora serve un nuovo sforzo». Anche pensando ai minori di 16 anni, per i quali attualmente non esiste un centro specializzato. Eppure la richiesta da parte dei giovani è pressante. «Il nostro è un modo anche per fare pressione, come commissione, affinché si agisca in tempi rapidi anche per loro. Si parla di tre posti letto supplementari».
E i minori di 16 anni?
In effetti, il Consiglio di Stato dovrà ora aggiornare - già tra sei mesi - la stessa commissione «sull’auspicato rapido sviluppo del previsto nuovo centro specializzato per accogliere pazienti e familiari minorenni confrontati con questa patologia, che può portare conseguenze molto gravi, sia a livello psicologico che fisico». Forini: «Chiediamo di fornirci aggiornamenti, entro il 30 giugno, dello stato d’avanzamento dei lavori. La cosa che ci preoccupa maggiormente è l’allarme che ci arriva dai pediatri. Ricevono sempre più chiamate in questo senso, dagli stessi ragazzi come dai loro familiari. Ci vuole allora un approccio diverso. È infatti importante poter agire subito. E conosciamo casi di pediatri che, al primo allarme in questo senso, segnalano il caso anche con un anno d’anticipo, viste le liste d’attesa». Come indicato dal Governo, a giugno 2023 erano 52 i pazienti e le rispettive famiglie in attesa di una chiamata per una prima consultazione o per un’ospedalizzazione (il tempo medio di permanenza nella lista di attesa prima di essere convocati per una prima visita era di circa 3-4 mesi). Nel messaggio citato, il Consiglio di Stato sottolineava: «La tendenza che si sta delineando è quella di una casistica con una maggior presenza di pazienti anoressici molto giovani con presa in carico molto intensa da parte di tutte le figure professionali. Ciò comporta un carico molto più oneroso ed esteso a tutta la rete familiare, informale e formale. Il cambiamento della tipologia dei pazienti negli ultimi anni verso un’età sempre minore rende necessario un intenso lavoro anche con le famiglie».
Per ragionare su tale tendenza, è già attivo un gruppo di lavoro composto da rappresentanti della pedopsichiatria OSC e dell’EOC. «Per l’ampliamento dell’offerta verso pazienti al di sotto dei 16 anni, occorrerà dotarsi della consulenza di pedopsichiatri e di personale infermieristico dedicato e specializzato per questa particolare casistica», spiegava il Consiglio di Stato nel suo messaggio del giugno scorso. Forini aggiunge: «Dal canto nostro, in commissione, cercheremo di spingere ulteriormente sulla prevenzione, cercando di capire come anticipare il problema».
I numeri: spesso è anoressia
Nel 2022, a livello ambulatoriale, sono stati seguiti 163 pazienti. Il 19% dei pazienti a carico del DCA (31 pazienti) ha meno di 20 anni (nel 2019 erano il 16.4%). In particolare, 12 sono minorenni (a partire dai 16 anni). La percentuale di pazienti sotto i 20 anni è particolarmente elevata tra i nuovi casi: il 28% rientra in questa fascia d’età. Il 31% dei pazienti ambulatoriali del DCA (50 persone) è affetto da anoressia nervosa. L’età media di questi pazienti è di 22,9 anni. Su 29 pazienti ricoverati nel 2022, quelli di meno di 20 anni sono stati 21, il 72,4% dei ricoveri, di cui 14 minorenni. Nel 2019, i minorenni rappresentavano il 5,3%.
